Cento anni ci separano dalla Prima Guerra Mondiale. Una guerra dura, difficile, che troppo spesso viene messa in secondo piano rispetto alla Seconda Guerra Mondiale, e la cui drammaticità traspare tutta leggendo alcune lettere di chi vi partecipò in prima persona e che qui voglio riproporre. Un pensiero grato va a chi non ha potuto seguitare la propria vita, ai tanti giovani che soli, su montagne aspre, sentirono forte la mancanza dei propri familiari sbattuti in una guerra più grande di loro, ma animati tutti da un convinto amor di Patria. Vincendo le proprie paure trovarono nella scrittura, anche quei tanti che non conoscevano bene l’italiano, un conforto alle loro terribili prove. Ho ascoltato, leggendo queste lettere, la loro voce, tremula, ma sempre affettuosa e in tutte vi ho registrato la convinzione di poter tornare. Per troppi di loro non fu così. Nel corso della Prima Guerra Mondiale alla quale parteciparono 18 Paesi, , su 5 milioni e mezzo di mobilitati nel Regno d’Italia, i morti furono circa 650mila ; i feriti 947mila. L’Austria – Ungheria mobilitò 7,8 milioni di uomini, dei quali 1,2 morirono combattendo e 3,6 furono feriti. In totale non sopravvissero 8,5 milioni di soldati su 65. Una guerra, la Grande Guerra, che va ricordata quindi anche attraverso le voci di chi l’ha vissuta e ce la racconta regalandoci vive testimonianze ricche di pathos.
LETTERA DI UN FANTE – 26 giugno 1915
Carissima zia,
vengo con queste due righe lo statto di mia salute così spero che sarà il simile anche di voi e tutta la famiglia e vi faccio notto che ieri ho ricevuto la vostra lettera. Sento che le lettere non sono andate perse e ho molto piacere a saperlo e sento che volette mandarmi li pacco ma il paco non viene in cuesti posti. Fate pure a meno di mandarlo perchè non viene e per le lettere vostre viene tutti e non pensare che viene.Mi dite che se mi ocore qualche cosa di scrivere ma per ora non mandarmi niente che per cui non segno fare niente coi soldi non se ne fa di niente. Se volette meterli via invece di mandarli e fare dire tante mese alla madona e cuando poso venire prepparate del vino e che voglio fare quindici giorni di ciuca e dormire se poso ritornare. Ma prima voglio rivare a Trieste e forse anche a Viena, però se poso prendere Trieste prima e speriamo di così fare la pace prima. Pare che ci sia i statti uniti che vuole pace e forse rieserà, non ci posso contare niente perchè sentirete anche sul foglio come sentiamo cua sentite anche voi in famiglia col giornale. Fatemi sapere dove si trova mio padre e che spera si troverà bene anche lui e fatemi sapere dei nostri paesani che si trova nelli Alpini che ho sentito che hano preso una buona confitta se è vero e voi altri lo sapete meglio di me.Perchè cui non viene il foglio e non sissa tanto che niente e intanto termino per non stancarvi di legere e mandandovi i più cari saluti dichiarandomi vostro nipote.
Demonti Giovanni
Dal DIARIO di VIRGINIA MARINAZ, crocerossina volontaria sul fronte austriaco dell’Isonzo ( 1915 – 1916)
ALL’OSPEDALE
tutto come al solito, molti muoiono, io non li conto quasi neanche più ; per la maggior parte la morte è l’angelo buono, che li solleva dalle loro sofferenze. E’ molto avvilente il pensiero che essi muoiono lontano dalla loro famiglia, dai loro cari, e forse nell’ultimo attimo li tormenta la nostalgia per le guerre, per la loro patria. (…) Si diventa davvero tristi, quando si pensa che questi eroi sono morti lontano dai loro cari e giacciono qui completamente soli. Dio sa, come hanno ardentemente desiderato un istante prima del trapasso un caro viso conosciuto. Così è la guerra.. (…)
Tutti i letti sono occupati, si vede sangue dappertutto. Chirurghi e infermiere lavorano giorno e notte. (…) i feriti sono molti ed hanno un aspetto terribile. Di qualcuno si vedono poi soltanto brandelli pendenti di carne e di sangue. Uno piange, quell’altro si lamenta, il terzo implora aiuto. e si deve rimanere qui accanto a loro impotenti.
fonte : dall’Europeo N. 3 marzo 2011 .
”Mamma carissima,
pochi minuti prima di andare all’assalto, ti invio il mio pensiero affettuosissimo. Un fuoco infernale di artiglieria e di bombarde sconvolge nel momento che ti scrivo, tutto il terreno intorno a noi… Non avevo mai visto tanta rovina. E’ terribile, sembra che tutto debba essere inghiottito da un’immensa fornace. Eppure col tuo aiuto, coll’aiuto di Dio, da te fervidamente pregato, il mio animo è sereno. Farò il mio dovere fino all’ultimo.”
”Caro padre, sono qui in trincea da più di un mese, credo. Ho perso la condizione del tempo. Non ricordo più nemmeno il giorno in cui vi ho lasciato. Siamo partiti in tanti e c’erano anche i miei amici. Sono giorni che non li vedo e credo che abbiamo cessato di combattere. Come sta vostra moglie? Mi manca tanto anche lei, la sua voce, il suo profumo, la sua cucina. Con molta fatica siamo riusciti a scavare la trincea e a circondarla di filo spinato. Fin dall’alba si sentono suoni acuti, rimbombanti, forti che sogno anche la notte. Delle volte mi è capitato che, mentre stavo dormendo, mi svegliavo di soprassalto, credendo che avessero sparato o lanciato qualcosa. Come vi ho già detto, padre, le condizioni di vita sono molto dure: spesso siamo costretti a camminare nelle trincee con l’acqua che arriva fin sopra la vita. Il clima è rigido, con qualche fiocco di neve, sono poche le volte che ho visto la luce del sole. Quanto vorrei poter essere adesso vicino a voi, come quando ero bambino. Ricordate? Quando la madre mi stringeva al petto dicendomi che sarei diventato forte e coraggioso. Quando giocavo insieme ai miei fratelli a nascondino con la gonna della nonna. Bei tempi! Non avrei mai pensato di poter finir qui, sul fronte, a combattere per la patria, per completare l’Italia e per sentir la soddisfazione di dire: SI sono italiano e ho combattuto per la mia nazione e proprio come direbbe Manzoni: Oh dolente per sempre colui che da lungi, dal labbro d’altrui, come un uomo straniero, le udrà! Che a’ suoi figli narrandole un giorno dovrà dir sospirando: io non c’era. Ma accanto a questo mio incoraggiamento positivo ce n’è uno negativo che mi fa sentire un codardo, un traditore, un topo in cerca di un nascondiglio per non essere trovato. Ho paura che la morte mi prenda e mi trascini con sé. Non voglio. Mi sento colpevole, ma non so di cosa. Non sto in pace con me stesso. Mi basterebbe vedere il vostro volto, padre, per trovare un po’ di forza e di fiducia. Tristemente devo lasciarvi, il generale Cadorna ci chiama. Un abbraccio. ”
Vostro figlio
Dopo poche settimane dall’inizio delle ostilità , fu eletto papa Benedetto XV che fu sempre contrario alla guerra, elaborando diverse proposte di pace. Nella sua prima enciclica, Ad Beatissimi Apostolorum, pubblicata il primo novembre 1914, si appellò ai governanti perchè facessero tacere le armi. Con l’entrata in guerra il ventiquattro maggio 1915 anche dell’Italia, il papa assistette al nuovo ulteriore allargamento del conflitto, con l’incremento anche di morti e distruzioni. Tra il 1916 e il 1917 si adoperò come tramite tra le diverse potenze fino ad arrivare al primo agosto 1917 in cui scrisse ai capi di Stato di tutto il mondo una lettera dal titolo ”Fin dall’inizio”, invocando la pace e chiedendo di mettere fine ”all’inutile strage”, un’ espressione divenuta famosa e rimasta purtroppo inascoltata.
fonte : dal web e wikipendia
Patrizia M.
ottobre 29, 2014 alle 8:23 PM
Grazie Isabella per questa pagina di Storia e di testimonianze!!
Un caro saluto e buona serata. Pat
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:24 PM
Ciao cara Pat. Grazie a te per essere qui. Ti abbraccio. Isabella
lemieemozioniinimmaginieparole.
ottobre 29, 2014 alle 8:27 PM
Grazie bellissimo post..
dolce notte Isabella
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:23 PM
Buon pomeriggio e grazie cara Franca. isabella
lemieemozioniinimmaginieparole.
ottobre 30, 2014 alle 2:31 PM
Grazie Isabella buon pomeriggio anche per te .
Ma Bohème
ottobre 29, 2014 alle 9:46 PM
La Storia mi affascina, la Grande Guerra è stato un capitolo terribile. Andare per trincee in montagna è come ripercorrere i drammi di quei ragazzi. E le lettere dal fronte! Straordinarie quelle che hai postato: italiano stentato, ma che importa! I contenuti sono commoventi.
Grazie per questo post Isabella! 🙂
Primula
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:23 PM
Cara Primula mi pare che dai tuoi post si capisca quanto la Storia ti affascini. Per quanto mi riguarda ti dirò che da ragazza ho iniziato con i miei a girovagare per le montagne venete scoprendo i luoghi della Grande Guerra. Con mio padre andammo sull’Ortigara , sul Pasubio, sul Monte Grappa. Da ognuno di quei luoghi ho imparato tanto. E la sofferenza di ogni soldato è stata ,visitando quei luoghi, anche la mia.Tutti dovrebbero visitare non solo le trincee ma anche i fortini , i musei. E’ qualcosa che potrebbe insegnare molto soprattutto ai giovani di oggi, annoiati e senza punti di riferimento. Un abbraccio. Isabella
Antonio Tomarchio
ottobre 29, 2014 alle 9:56 PM
Complimenti. Un bel post, fatto con delicatezza e competenza. Un abbraccio.
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:08 PM
Grazie di cuore caro amico. Un salutone. Isabella
Lia
ottobre 29, 2014 alle 9:56 PM
sempre molto interessante ciò che pubblichi cara Isabella ,,, un abbraccio Lia
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:07 PM
Grazie carissima. Mi fa molto piacere ciò che dici. Un abbraccio. Isabella
ombradiunsorriso
ottobre 30, 2014 alle 7:19 am
Guerra. .. follia. Cosa spinge l’umanità a questi stermini di massa non lo capirò mai.
Un caro abbraccio
Loredana
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:03 PM
Potere, economia. Chissà… Ciò che resta è solo desolazione e smarrimento. Un abbraccio cara Lori. Isabella
TADS
ottobre 30, 2014 alle 9:43 am
per poter studiare bene la “grande guerra” dovremo aspettare ancora qualche decennio, periodo in cui i testi di storia non saranno condizionati da una memoria di comodo. Quella di cui parliamo è stata l’ultima combattuta nel corpo a corpo, l’imposizione della ferocia, ogni soldato ha guardato negli occhi la sua vittima prima di ucciderla e/o comunque lo ha visto morire. Ragazzi presi dalle campagne e sbattuti al fronte, un secolo fa a 18anni si era UOMINI e che UOMINI.
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:01 PM
Bel commento caro Tads che condivido. Ragazzi allo sbaraglio in una guerra di cui conoscevano ben poco, combattuta nel corpo a corpo ma che affrontarono da veri Uomini come dici tu. Un tempo mio caro c’erano valori da difendere. e nei quali si credeva profondamente. Ecco perchè anche un ragazzo era già Uomo. Un abbraccio . Isabella
Donatella
ottobre 30, 2014 alle 1:51 PM
Grazie Isabella cara, questo tuo bellissimo ed emozionante post appartiene un pò a tutti noi… quanti nostri antenati hanno sofferto durante questa terribile guerra… dolce pomeriggio con affetto ❤
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 2:10 PM
E’ proprio vero mia cara . Appartiene un pò a tutti noi ed è bene ricordarlo. Sei tanto cara. Ti abbraccio. Isabella
newwhitebear
ottobre 30, 2014 alle 8:36 PM
Il centenario della grande guerra sta passando tra silenzi e indifferenza, dimenticando i morti e i feriti che la contabilità dolorosa recita impietosa.
Una guerra che non portò pace ma incubò tutti quei conflitti che oi sfociarono nel secondo grande conflitto.
Molto interessanti e altrettanto dolorose sono le testimonianze che hai haim riportato.
Si dovrebbe riflettere sull’inutilità della guerra, che sono il frutto della volontà di dominio o di rivincita di pochi a danno di tutti.
Dolce serata
Un grande abbraccio
Gian Paolo
tachimio
ottobre 30, 2014 alle 9:44 PM
Hai detto tutto ciò che c’è da dire.Aggiungo solo che penso mai si rifletterà abbastanza sulla sua inutilità, perchè mai l’uomo finirà di essere uomo e come tale trovare pretesti per continuare in questo assurdo . Un abbraccio mio caro. Isabella
newwhitebear
ottobre 30, 2014 alle 9:53 PM
Ciao e a leggerti presto.
Un abbraccio
Gian Paolo
tachimio
ottobre 31, 2014 alle 7:31 am
Buona giornata a te mio caro amico.Ciao , ti abbraccio. Isabella
newwhitebear
ottobre 31, 2014 alle 9:47 PM
La giornata è agli sgoccioli ma una serena notte te la auguro di cuore.
Gian Paolo
tachimio
ottobre 31, 2014 alle 9:52 PM
Ed io ti ringrazio accettando il tuo augurio ricambiandolo con un sorriso.Un grande abbraccio caro Gian Paolo. Isabella
65luna
ottobre 31, 2014 alle 4:48 PM
Grazie per questo bel post. Abbraccio,65Luna
tachimio
ottobre 31, 2014 alle 5:28 PM
Carissima mi fa sempre piacere averti qui. Sono anch’io di fretta passata da te e debbo ritornare, infatti non ho potuto leggerti come avrei voluto. Anche adesso sto sul piede di guerra. Ma non dimentico gli amici, non ti preoccupare. A presto isabella
65luna
ottobre 31, 2014 alle 5:34 PM
Tranquilla, si e’ sempre di corsa !! Pero’ e’ vero : gli amici non si dimenticano, infatti ti seguo sempre, magari solo un semplice like ma ci sono! Abbraccio e buon we,65Luna
tachimio
ottobre 31, 2014 alle 9:07 PM
Allora come me.Un bacio.Isabella
Omar Arcobaleno
ottobre 31, 2014 alle 4:53 PM
La storia ci insegna, ma il uomo non vuole imparare e continua e ripetere le stesse errori…Grazie carissima amica per questa finestra verso il passato….
Un abbraccio, Omar
tachimio
ottobre 31, 2014 alle 5:29 PM
Già, errori su errori caro Omar. Grazie. un abbraccio. Isabella
fulvialuna1
ottobre 31, 2014 alle 5:17 PM
Mi si è stretto il cuore a leggere la lettera del fante e le altre due testimonianze…guerra inutile…come sempre.
tachimio
ottobre 31, 2014 alle 5:30 PM
Come sempre cara fulvialuna. Un abbraccio. Isabella
nives1950
ottobre 31, 2014 alle 10:57 PM
A questa Guerra…erano PRESENTI mio nonno materno, (che fece ritorno) e il fratello della nonna …(atteso invano per tutta la vita). Aveva solo 18 anni!!!
E’ questa una pagina dolorosissima della storia d’Italia e della mia famiglia!
Noi abitiamo vicinissimi al Fiume Piave… sacro alla Patria! E quando attraversiamo il Ponte non possiamo fare a meno di pensare a tutto il sangue versato e alle vite stroncate di giovanissimi ragazzi del ’99! Ci sembra di sentire ancora l’eco del loro entusiasmo e del loro dolore!
Buona notte cara Isabella!
tachimio
novembre 1, 2014 alle 8:37 am
Grazie cara Nives del tuo commento. E grazie anche per la canzone del Piave che conosco molto bene e che da ragazza cantavo spesso. I miei genitori sono nati a Nove in provincia di Vicenza e il Grappa, il Pasubio e l’Ortigara sono i luoghi di guerra che conosco molto bene mentre il Piave è nel cuore di tutti noi. Anche mio nonno partecipò alla guerra tornando fortunatamente. Abbiamo una fotografia dove è ritratto con due amici, tutti e due purtroppo morti. La guerra è una cosa orribile mia cara. Un abbraccio. Isabella
Enrico James Scano
novembre 1, 2014 alle 3:19 PM
Ciao Isabella, è bellissimo questo post e il pensiero che hai dedicato a queste persone cadute a causa della guerra. Quelle lettere sono molto toccanti e nonostante conosca la storia e abbia letto i racconti degli scenari di guerra è sempre molto doloroso e commovente leggere le parole di queste persone che stavano andando incontro alla morte con quella grande dignità che traspare dalle righe. Grazie per aver condiviso!
tachimio
novembre 1, 2014 alle 3:47 PM
Ho intenzione penso , sempre se non cambio idea, di scrivere una seconda parte dedicata sempre a testimonianze di quel periodo. E’ un bene parlarne soprattutto credo attraverso la voce ,( perchè come dici tu commovente ma anche per certi versi interessante), di chi ha partecipato ad una guerra che ha coinvolto tante persone in un’epoca lontana ma comunque vicina nel ricordarla. Grazie del tuo commento. Ti aspetto ancora. Isabella
Enrico James Scano
novembre 1, 2014 alle 3:50 PM
Aspetto con interesse il proseguo allora! Se lo pubblichi e non me ne accorgo potresti avvertimi? Grazie!
tachimio
novembre 1, 2014 alle 3:57 PM
Sarà fatto.Ciao e grazie di nuovo
Enrico James Scano
novembre 1, 2014 alle 3:58 PM
Grazie a te!
lucetta
novembre 3, 2014 alle 12:44 PM
Commovente. Ho ripensato a mio nonno Cesare, padre di mio padre, era uno di quei giovani soldati morti durante la guerra del 15-18 . Lasciò una moglie giovanissima e due figli in tenera età. Mio padre aveva solo 2 anni.
tachimio
novembre 3, 2014 alle 3:35 PM
Ognuno di noi ha avuto qualcuno dei propri familiari, chi è tornato chi no ,che ha partecipato a quella guerra. Ecco perchè ho pensato di ricordarla. E ci sarà un seguito. Ti abbraccio. Isabella
tachimio
novembre 4, 2018 alle 9:53 PM
L’ha ribloggato su Isabella Scottie ha commentato:
Carissimi, permettetemi di continuare con lo stesso argomento del mio precedente post . Oggi 4 novembre 2018 ricorrono cento anni dalla fine della terribile guerra del 1915 – 18. Per questo, anche se a fine giornata per motivi personali, vi ripresento questo mio vecchio post. Un abbraccio a tutti e buonanotte . La vostra Isabella
luisa zambrotta
novembre 17, 2018 alle 2:00 PM
Belle testimonianze
tachimio
novembre 18, 2018 alle 8:42 PM
Leggerle fa venire la pelle d’oca. Grazie cara Luisa. Buonanotte. Isabella
luisa zambrotta
novembre 19, 2018 alle 9:47 am
Buona giornata, Isabella cara
tachimio
novembre 19, 2018 alle 9:48 am
Anche a te carissima .Bacio. Isabella
luisa zambrotta
novembre 19, 2018 alle 10:24 am
❤