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Correvi,

ignaro

d’ andare

incontro

alla morte.

Pensavi

alla partita

che avresti giocato,

il vento

freddo

della notte

non ti faceva

paura.

Temerario

lasciavi

ti sferzasse

il volto.

Eri felice,

una felicità

la tua

che ti

è stata tolta,

brutalmente

Non correrai

più su quei campi

di gioco,

con i grattacieli

sullo sfondo.

Correrai ora,

vittima innocente,

per i campi

elisi,

ma non sarai

solo.

Mai.

Non temere.

Ti accompagneranno

le nostre preghiere,

e lì ti troverai

con tanti altri

che come te

speravano

e vedevano

con gli occhi

uguali

ai tuoi

un mondo migliore.

Buon viaggio Davide.

Riposa in pace

Isabella Scotti dicembre 2021

testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633

Scusate volevo aggiungere al mio articolo precedente anche questa poesia ma non ci riesco. Perdonatemi. Leggete pure quello che preferite, se queste righe o l’ articolo precedente. Sono sempre parole che vogliono ricordarlo. Grazie


Terribile che ogni giorno si parli di morte e non di vita. Terribile pensare al sangue innocente che sgorga ovunque. Come fermare tutti i pazzi che girano nel mondo tranquilli, pronti ad uccidere chi per primo capita loro davanti ?Penso che sempre più sia questo il mondo di gente malata, troppa gente irrecuperabile, bisognosa di cure e che mai dovrebbe essere lasciata libera, come in questo caso, di colpire ancora.

AGI – Stava tornando a piedi al campus della Columbia dopo l’allenamento con la sua squadra di calcio, il NY International Fc, dove giocava da difensore, quando Davide Giri ha trovato il suo assassino.

A un isolato dal Morningside Park, dove nel dicembre 2019 venne uccisa una studentessa di 18 anni, Tessa Majors, Giri, 30 anni, dottorando alla Columbia con un lungo elenco di master di prestigio conseguiti in tutto il mondo, dal Politecnico di Torino a Shangai, è stato accoltellato all’addome da una persona che poi è fuggita a piedi.

Secondo una prima ricostruzione della polizia, Giri sarebbe riuscito a trascinarsi per strada, in cerca di aiuto, prima di perdere i sensi, all’angolo tra la 123 Street e Amsterdam Avenue, a sud di Harlem. Portato al vicino Mount Sinai Saint Luke’s Hospital, l’uomo è morto poco dopo.

Secondo la polizia, l’assassino sarebbe Vincent Pinkney, afroamericano di 25 anni, undici precedenti per rapina e aggressione, in libertà vigilata, membro di una gang criminale chiamata EveryBody Killer. Pinkney è stato riconosciuto dal testimone di una seconda aggressione, avvenuta poco distante e un quarto d’ora dopo quella a Giri. Anche in questo caso la vittima è italiana: si tratta di un turista arrivato a New York da pochi giorni, Robert Malastina, 27 anni.

Malastina è stato accoltellato alla schiena mentre camminava all’angolo tra la 110 Street e Cathedral Parkway, dove si trova il ristorante italiano ‘Giovannie’s’. Ricoverato in ospedale, sarebbe in “condizioni stabili”, ma non in pericolo di vita. I due italiani potrebbero essere stati scelti a caso in un tentativo di rapina finita male.

Il presidente della Columbia University, Lee Bollinger, ha parlato di “notizia inspiegabilmente triste e profondamente sconvolgente”. Giri viveva da anni al campus insieme agli altri studenti. Il club dove giocava a calcio lo ha ricordato con un post su Facebook, corredato da foto riprese durante le partite.

“Non ci sono parole per descrivere quello che stiamo provando – scrivono – l’altra sera, dopo l’allenamento e mentre era diretto a casa, il nostro compagno e pilastro del club, Davide Giri, èì stato ucciso a coltellate”.

“Davide – continuano – era la persona più bella e brillante della squadra. Aveva visto l’Italia vincere gli Europei, l’Inter riportare lo scudetto a casa, ed era stato un grande protagonista dei nostri successi in questi anni”. “Ti vogliamo bene, amico – concludono – eri la roccia della difesa e noi giocheremo e vinceremo per te, perche’ e’ quello che avresti voluto. Un leone non muore mai, si addormenta”.  

Articolo da Agi.it

Davide Giri New York

Foto ripresa da notizie.it da un articolo di Asia Angaroni

Una preghiera per lui e per i suoi cari


Ho    pensato   di   raccontarvi   un   pò   di   Leonardo,   quando   ho   saputo   della   fiction   che   sarebbe   andata   in   onda   sulla   Rai.   Non   ho   avuto   modo   di   finire   il   post   prima   del   suo   inizio,   come   mi   sarebbe   piaciuto,   per  colpa   di   wordpress   e   dei   suoi   complicati   nuovi   sistemi   che   mi   hanno   mandato  in   tilt.  Se   non   avessi   avuto   l’  aiuto   di   Jane   del   blog   lanostracommediajalesh2.wordpress ,   che  non  smetterò   mai  di  ringraziare   per   la   sua   disponibilità,   non   sarei   certo   qui.   Comunque   spero   che   il   post   possa   interessarvi .   Eccolo.   Buona   lettura.

L  ‘ ANATOMIA

Il   corpus   dei   disegni   anatomici   di   Leonardo,   composto   di   circa   duecento   fogli,   è   conservato   nella   Royal   Library   di   Windsor.   Sono   disegni   di   grande   interesse   e   fascino   realizzati   in   un   mirabile  equilibrio   tra   arte   e   scienza   All’ osservazione   del   corpo   umano   Leonardo   si   votò   con   una   dedizione   tanto   straordinaria   da   suscitare  l’ ammirazione   dei   contemporanei   come   si   ricava   dalle   parole    di   Antonio   De   Beatis   che   nel   1517   visitò   insieme   al   cardinale   d’ Aragona   lo   studio   dell’ ormai   anziano   Leonardo   in   Francia  :

”  Questo   gentilhomo   ha   composto   di   anatomia   tanto   particularmente   con   la   dimostrazione   della   pittura ( … )   di   modo   non   è   stato   mai   fatto  ancora   da   altra   persona.   Il   che   abbiamo   visto   oculatamente   et   già   lui   ne   disse   aver   fatta   notomia   di   più   di   trenta   corpi   tra   maschi   e   femmine   di   ogni   età.  ”

Fino   all’inverno   del   1507-1508,   Leonardo   non   pratica   la   dissezione   in   modo   sistematico.   A   questa   data   gli   si   offre   la   possibilità   di   approfondire   le   conoscenze   anatomiche   direttamente   sul   cadavere   di   un   vecchio   all’ ospedale   di   Santa   Maria   Nuova   in   Firenze,   come   egli   stesso   ricorda   in   una   famosa     nota   :

”  Questo   vecchio,   poche   ore   prima   della   sua   morte,   mi   disse   di   passare   i   cento   anni,   e   che   non   si   sentiva   alcun   mancamento   nella   persona   altro   che   la   debolezza,   e   così   standosi   a   sedere   su   un   letto   nell’ Ospedale   di   Santa   Maria   Nova   di   Firenze   senz’  altro   movimento   o   segno   d’   alcuno   accidente   passò   di   questa   vita ;   ed   io   ne   fece   l’ anatomia   per   vedere   la   causa   di   sì   dolce   morte ( … )  la   quale   anatomia   descrissi   assai   diligentemente   e   con   gran   facilità   per   essere   il   vecchio   privo   di   grasso   e   di   umore,   il   che   assai   impedisce   la   cognizione   delle   parti  ” . 

A   questa   esperienza,   così   centrale   nella   rinnovata  indagine   anatomica    di   Leonardo,   perchè   fondata   sull’ osservazione   diretta   del   cadavere   invece   che   su   conoscenze   mediche   acquisite ,   segue   la   pratica   dei   successivi   anni   lombardi   (   1510  –  1511  )   quando   la   frequentazione   di    Marcantonio   della   Torre,   giovane   ma   già   affermato   medico  –  anatomista   in   Pavia ,   dovette   stabilire   un   interessante   rapporto   di   scambio   tra   i   due.   Infine   si   ha   notizia  di   studi   anatomici   condotti   a   Roma   tre   il   1514   e   il   1515,   nell’   Ospedale   di   Santo   Spirito,   interrotti   per   le   accuse   di   negromanzia   dovute   alla   delazione   di   un   suo   assistente   tedesco.   I   risultati   di   questa   indagine   decennale,   se   non   decisivi   ai   fini   del   progresso   della   scienza   medica,   furono   sicuramente   straordinari   nel   campo   dell’  illustrazione   anatomica,   fino   a   quel   momento   ancora   rozza   e   approssimativa.   Leonardo   si   propose   di   redigere   ,   a   similitudine   della   Cosmografia    di   TOLOMEO,   , un   ”  atlante   anatomico  ”   composto   da   diverse   tavole   che   raccogliessero   la   sua   esperienza   su   vari   cadaveri,   in   modo   da   fornire   uno   strumento   utile   e   chiaro,   ancor   più   della   pratica   anatomica   diretta.   Come   si   può   ben   intendere   dalla   seguente   orgogliosa   rivendicazione,   straordinario   esempio   di   prosa   scientifica   ad   alto   livello,   oltre   che   testimonianza   delle   difficoltà,   spesso   repellenti,   alle   quali   Leonardo   si   sottopose   per   amore   della   conoscenza  :

”  E   tu   che   dici   esser   meglio   veder   fare   l ‘ anatomia   che   vedere   tali   disegni,   diresti   bene   se   fosse   possibile   vedere   in   una   sola   figura   tutte   le   cose   che   nei   disegni   si   mostrano  ;     ma   con   tutto   il   tuo   ingegno   in   questa   non   vedrai   e   non   avrai   notizia   se   non   d’  alquante   poche   vene  (  …  ).   E   un   sol   corpo   non   bastava   a   tanto   tempo   che   bisognava   procedere   di   mano   in   mano  con   tanti   corpi   per   avere   completa   cognizione,   la   qual   cosa   feci   due   volte   per   vedere   le differenze  ( … )   E   se   tu   avrai   l’ amore   a   tal   cosa,   tu   sarai   forse   impedito   dallo   stomaco  ,   e   se   questo   non   ti   impedisce   tu   sarai   forse   impedito   dalla   paura   di   abitare   in   tempi   notturni   in   compagnia   di   tali   morti   squartati   e   scorticati   e   spaventevoli   a   vedersi ;   e   se   questo   non   t’impedisce   forse   ti   mancherà   il   buon   disegno,   che   si   addice    a   tale   figurazione  ;   o,   se   avrai   il   disegno ,   non   sarà   accompagnato   dalla   prospettiva  ;   e,   se   lo   sarà,   ti   mancherà   l’ ordine   della   dimostrazione   geometrica,   o   il   calcolo   delle   forze   e   della   potenza   dei   muscoli  ;  o   forse   ti   mancherà   la   pazienza  ;   così   che   tu   non   sarai   diligente.   Se   tutte  queste   cose   sono   state   in   me   o   no,   i   centoventi   libri   (  capitoli  )   da   me   composti   ne   daranno   sentenza,   nei   quali    non   sono   stato    impedito   nè   da   avarizia   o   negligenza  ma   solo   dal   tempo.   Vale .”

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Spaccato   di   una   testa   umana (   1493 – 1494  circa  )   Windsor,     Royal   Library (  RL12603r ; K/P32r  )

I   primi   veri   studi   anatomici   di   Leonardo   risalgono   agli   anni   1487  –  1493,   quando   si   trovava   a   Milano.   Si   tratta   di   esplorazioni   del   cranio   (  reso   nei   disegni   con   straordinaria   accuratezza,   anche   prospettica  )   attraverso   le   quali   Leonardo   si   proponeva   di   scoprire   il   luogo   d’ incontro   di   tutti   i   sensi,   o   ” senso   comune ”   ritenuto   tra   l’  altro   sede   dell’ anima.   

Egli   considera   la   testa,   soprattutto   il   suo   contenuto   come   ”  la   scatola   delle   magnificenze ”   che definisce   “il   conservamento   nascosto   delli   sensi   umani   che   s’incontrano   collo   spirito   in   questa   scatola   del   mistero”,  ed   è   proprio   da   qui   che   tutto   ha   origine. 

Secondo Leonardo il cranio è la casa degli occhi per osservare, delle orecchie per l’ascolto, del  naso per assorbire i profumi, della bocca per godere del cibo e per “dir di parola”.

Vedute   laterali   del   cranio   (   1489   circa  )   Windsor  –   Royal   Library  (   RL19057r ; K/P 43r )

L’ attività   di   pittore   e   l’ indagine   della   natura,   fondate   sull ‘  osservazione   dei   fenomeni,   dovettero   far   scattare   in   lui   l’ interesse   per   il   funzionamento   dell ‘  occhio   quale   strumento   della   vista.   Già   agli   inizi   degli   anni   novanta,   Leonardo   disegna,   seguendo   le   indicazioni   degli   autori   antichi,   i   bulbi   oculari   dai   quali   i   nervi   ottici   si   dipartono   per   arrivare   al   cervello.   E   ancora   si   dedica,   ma   con   maggiore   indipendenza,    allo   studio   della   connessione   occhio – cervello   agli   inizi   del   XVI   secolo ,   disegnando   per   primo   il   chiasma,   o   punto   d’ incontro   dei   nervi   ottici.

L’  indagine   sui   ventricoli   del   cervello   (   non   umano   ma   bovino  ),   venne   in   seguito   ulteriormente   perfezionata   da   Leonardo   attraverso   la   messa   a   punto   di   un’ ingegnosa   tecnica   scultorea   consistente   nell’ iniezione   di   cera   fusa   che   una   volta   rappresa   e   liberata   dal   suo   contenitore   sarebbe   stata   in   grado   di   rivelare   la   forma   di   quella   parte   anatomica.

FONTE  :  LEONARDO    Arte   e   scienza    –    Giunti

Per non dimenticare comunque quanto la sua pittura sia stata straordinaria anche al di là de

” La Gioconda ” che rimane il suo indiscusso capolavoro, vi lascio qui due suoi dipinti che adoro,

accompagnati da due mie poesie . Spero nel vostro gradimento. Scusate la mia poca presenza ma

è un periodo pieno di impegni purtroppo che mi limita nel tempo a mia disposizione per fare

quello che ahimè mi piacerebbe fare. Vi abbraccio con un abbraccio circolare per non dimenticare

nessuno. Vi penso sempre.

La vostra Isabella

Madonna Benois

Com’ è   dolce

e   tenero

qui ,

il   rapporto

tra

Madre   e   Figlio.

Come   intenso

è   lo   sguardo   

della   giovane

  Vergine.

C’ è   

nell’ insieme

una   certa   dinamicità,

in   quella   mano

della   Madre

che   porge

un   piccolo   fiore

per   trastullo

al   Figlio.

Una   gioia

traspare

da   quel   volto  

sorridente,

nel   vedere

quelle   manine

pronte

a   far   proprie

quelle    timide

corolle.

Un   dipinto

di   sentimento,

d’ infinita   dolcezza

interiore.

Isabella   Scotti   aprile   2021

testo  :   copyright   legge   22   aprile  1941   n°   633

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Leonardo – Ritratto   di   Ginevra   de’   Benci

Ginevra

ti   chiamavi,

donna   colta

eri.

Qui ,

  malinconicamente ,

il   tuo   sguardo

rivela

come ,

sposata ,

tu   non   fossi

   felice.

Senza   gioielli

che   ornino

il   tuo  collo.

Bianco

come   porcellana

finissima

il   tuo   volto.

E   i   capelli,

quei   riccioli

d’ oro

che   lo   incorniciano,

bastano

a   renderti

splendida.

Così   lontana,

persa

nei   tuoi   pensieri,

ti   lasci

accogliere

dalle   fronde

del   ginepro,

quasi

immaginando

una   carezza

di   vero   amore ,

quello

che   ti   fu

negato ,

quando

fosti   data

in   sposa

a   chi

non   amavi.

Isabella   Scotti   aprile   2021

testo  :   copyright   legge   22   aprile   1941   n°   633


NON  C’E’  ALCUN  FIORE ,  IN  NESSUN  GIARDINO  DEL  MONDO,  BELLO  COME  UN  BAMBINO  SEDUTO  SULLE  GINOCCHIA  DELLA  MADRE.   NEL  CIELO CI  SONO  STELLE  SPLENDENTI, SUL  FONDO  DEI  MARI  PERLE  MERAVIGLIOSE,  MA  LA  BELLEZZA  DEL  MONDO  E’  NEL  SORRISO  DEI  BAMBINI.

ROMANO  BATTAGLIA

Oggi  la  vita  mi  ha  fatto  un  regalo.  Il  25  aprile  2015  è  stato  per  me  un  giorno  di  una  tristezza  infinita.  Perchè  quel  giorno   il  Nepal  è  stato  sconvolto  da  un  terremoto  .  Un  evento  naturale  che  fa  paura,  sempre,  che  non  è  prevedibile  e  che  lascia  dietro  sè    morte  e  distruzione. Così  è  il  terremoto:  terrificante.   Bè,  quel  giorno  ho  pianto  non  solo  per  tutti  coloro  che  rimasti  senza  niente,  disperati  per  aver  perso  tutto,   aggrappati  alla  speranza  di  poter  in  qualche  modo  ricominciare  e inventarsi  una  vita,  hanno  dovuto  farsi  forza,  e  superare  dolori  indicibili  sia  fisici  che  psicologici,   ma  perchè  ho  ricevuto  la  notizia  che  più  nulla  si  sapeva  della  mia  bambina  Sharmila.   L’associazione  che  si  occupa  delle  adozioni  a  distanza ha  cominciato  col  dire  che  avremmo  dovuto  aspettare  un  mese  e  più  per  avere  certezza  di  qualcosa.  Che  i  collegamenti  erano  giustificatamente  interrotti  e  che  ci  voleva  molta  pazienza.   Del  resto  Katmandù  era  rimasta  duramente  colpita.  E  Sharmila  era  proprio  lì.  Andava  a  scuola  lì.  Oggi  sono  felice.   Perchè  oggi  è  arrivata  la  splendida  notizia.  E’  salva  con  tutti  i  suoi  cari.   La  scuola  non  c’è  più  ma  lei  è  viva.  Nell’apprendere  ciò  ho  avuto  un  tuffo  al  cuore,  e  una  gioia  infinita si  è  impossessata  di  me.  Per  questo  voglio  dedicare  a  lei  e  a  tutti  i  bimbi  del  Nepal  questa  piccola  cosa  sperando  che  il  sorriso  torni  presto  sul  loro  visetto.

 

Sorrisi  di  bimbi

 

I  bambini  piccoli

quando  ridono,

ridono  di  cuore.

Il  loro  riso

è  coinvolgente.

Possono  ridere

all’improvviso

per  una  sciocchezza

e  noi,

guardandoli,

non  facciamo  altro

che  ridere  con  loro.

Possono  essere  europei,

africani,  cinesi

il  loro  sorriso

conquista  sempre.

Perchè  sono  belli

quando  ridono.

Paffuti,  mingherlini

sono  sempre

spontanei.

Non  conoscono

le  maschere

che  spesso  noi  adulti

 indossiamo.

Se  si  potesse

tutti

rimanere  bambini

forse  il  mondo

avrebbe  altri  colori:

tinte  pastello

delicate,

rosa,  celeste,  verdino

dipinte  ad  ogni  angolo !

 

Isabella  Scotti

 

 

 

 


Che   per  l’expo  di  Milano  l’inno  italiano , cantato  dai  bambini  del  coro  dei  Piccoli  Cantori  di  Milano ,   fosse  stato  cambiato  nel  passaggio  ”siam  pronti  alla  morte”  al  ”siam  pronti  alla  vita” perchè  troppo  forte  in  bocca  a  dei  bambini.  L’ho  scoperto  per  caso  stasera.  Ora  scusatemi  ma  non  posso  non  fare  alcune  considerazioni.

Primo

Se  ogni  arrangiatore  o  musicista  dovesse  cambiare  per  motivi  suoi  parole , termini,  di  un  inno  nazionale,  che  per  essere  tale  sarà  stato  prima  scritto  e  poi  scelto  per  un  motivo  preciso  non  perderebbe  valore  e  significato ?

Secondo

Pensare  che  la  parola  ”morte”  oggi   sia  motivo  di  turbamento  rispetto  alla  parola  ”vita”  per  dei  bambini,  credo  non  sia  poi  così  vero.   Mai  come  oggi  essi  sono  giornalmente  purtroppo  testimoni  di  come  la  morte  entri  continuamente  nelle  nostre  case  attraverso  i  mass  media  e  non  solo.  Mi  pare  un’ipocrisia  delle  solite.  Del  resto  quanti  piccoli  bambini  hanno  nelle  scuole  italiane  di  tanti  anni  fa  e  ancora  oggi  cantato  l’inno  di  Mameli  così  com’è ?  Non  mi  pare   che  qualcuno  sia  rimasto  traumatizzato,  comunque  lasciamo…

ai  posteri  l’ardua  sentenza.


Non  posso  più   ascoltare  i  telegiornali.

Ho  una  totale  repulsione  oramai  per  le  notizie  di  qualunque  tipo  esse  siano.

Politica,  cronaca,  non  fa  differenza  tanto  sono  sempre  oramai  pessime.

Oggi  ore  11   tribunale   di   Milano :  quattro  morti  innocenti  come  da  copione  quotidiano.

 

Siamo  peggio  che  nel  Far  West.   Si  uccide  dovunque,   per  strada,   causando  incidenti,  scappando  senza  prestare  soccorso,  per  regolamento  di  conti,  in  casa,   per  pazzia.  Francamente  sono  stanca  di  tutto  ciò  e  di  questo  mondo  dove  la  violenza  regna  sovrana.   Forse  l’uomo  soffre  di   una  malattia  incurabile :   è  incapace  d’amare  e  non  sa   comunicare.  E   amaramente   dobbiamo  giungere  alla  conclusione  che  siamo  tutti  esposti,  che  ognuno  di  noi  è  a  rischio   morte  non  solo  per  normali  motivi  di  fine  vita,  ma  ancor  di  più  per  trovarsi  nel  momento  sbagliato  nel  posto  sbagliato,  (  terrorismo,  depressione… ) .  Peccato  lasciare  un  mondo  così  ai  nostri  figli  e  nipoti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


”  E’  resuscitato. –  Se  non  credete  a  me,  credete  al  sepolcro  vuoto.

Il  sepolcro  interrogato  potrebbe  dire:

Poteva  io  ritenere  a  lungo  Colui  ch’è  la  Vita?

Lo  accolsi  come  tesoro,

lo  custodii  nel  mio  grembo,

lo  accolsi  morto,

lo  resi  vivo.”

San  Girolamo

 

 

Andate  presto,  andate  a  dire.

Voi  che  l’avete  intuito  per  grazia.

Correte  su  tutte  le  piazze

A  svelare  il  grande  segreto  di  Dio.

 

Andate  a  dire  che  la  notte  è  passata

Andate  a  dire  che  per  tutto  c’è  un  senso.

Andate  a  dire  che  l’inverno  è  fecondo

Andate  a  dire  che  il  sangue  è  un  lavacro,

Andate  a  dire  che  il  pianto  è  rugiada,

Andate  a  dire  che  ogni  stilla  è  una  stella.

Andate  a  dire  che  le  piaghe  risanano.

Andate  a  dire  per  aspera  ad  astra

Andate  a  dire  per  crucem  ad  lucem.

Voi,  che  lo  avete  intuito  per  grazia,

Correte  di  porta  in  porta

A  svelare  il  grande  segreto  di  Dio.

 

Andate  a  dire  che  il  deserto  fiorisce,

Andate  a  dire  che  l’amore  ha  ormai  vinto

Andate  a  dire  che  la  gioia  non  è  sogno

Andate  a  dire  che  la  festa  è  già  pronta.

Andate  a  dire  che  il  bello  è  anche  vero.

Andate  a  dire   che  è  a  portata  di  mano.

Andate  a  dire  che  è  qui,  Pasqua  nostra.

Andate  a  dire  che  la  storia  ha  uno  sbocco.

Andate  a  dire  che  ogni  impegno  è  un  culto.

Andate  a  dire,  lottate.

Voi,  che  lo  avete  intuito  per  grazia,

Correte, correte  per  tutta  la  terra

A  svelare  il  grande  segreto  di  Dio.

 

Andate  a  dire  che  ogni  croce  è  un  trono.

Andate  a  dire   che  ogni  tomba  è  una  culla

Andate  a  dire  che  il  dolore  è  salvezza

Andate  a  dire  che  il  povero  è  in  testa

Andate  a  dire   che  il  mondo  ha  un  futuro

Andate  a  dire  che  il  cosmo  è  un  tempio

Andate  a  dire  che  ogni  bimbo  sorride

Andate  a  dire  che  è  possibile  l’uomo

Andate  a  dire,  voi,  tribolati

Andate  a  dire,  voi,  torturati

Andate  a  dire, voi,  ammalati

Andare  a  dire,  voi,  perseguitati

Andate  a  dire,  voi,  prostrati

Andate  a  dire,  voi,  disperati.

 

Andate  a  dire ,  voi,  comunque  sofferenti

Andate  a  dire,  voi,  offerenti- sorridenti

Andate  a  dire,  voi,  su  tutte  le  piazze

Andate  a  dire,  voi,  di  porta  in  porta

Andate  a  dire,  voi,  in  fondo  alle  strade

Andate  a  dire,  voi,  per  tutta  la  terra

Andate  a  dire,  voi,  gridandolo  agli  astri

Andate  a  dire , voi,  che  la  gioia  ha  un  volto.

Proprio  quello  sfigurato  dalla  morte

Proprio  quello  trasfigurato  nella  Pasqua

Oggi,  proprio  ora,  qui,  andate  a  dire

Andate  a  dire

Ed  è  subito  Pace

Perchè  è  subito  Pasqua !!!

 

San  Giovanni  Bosco

 

Cari  amici  oggi  è  un  giorno  speciale  per  noi  cristiani.  E  la  settimana  santa  che  si  conclude  con  gioia  nella  Pasqua  di  Resurrezione  non  può  non  aprire  i  cuori  alla  speranza. Oggi  voglio  qui a  tale  proposito  ricordare  un  film che  accanto  al  ”Gesù  di  Nazareth”  di  Zeffirelli ,  al  ”Vangelo  secondo  Matteo”  di  Pasolini  è  secondo  me,  pur  nella  crudezza  di  certe  scene,  un  film  da  vedere:  parlo  di  ”La Passione  di  Cristo”  di  Mel  Gibson.  Molti  sono  stati  nella  storia  del  cinema  i  film   che  hanno  narrato della  sua  vita .  Dai  più  lontani  negli  anni  ricordo  ad  esempio   :  ”La  più  grande  storia  mai  raccontata”  con  il  grande  Max  von  Sydow   nei  panni  di  Gesù   o  ”Il  Re  dei  Re”   con  Jeffrey  Hunter ,   o  ancora  per  avvicinarci   ai  nostri  tempi   anche  ”L’ultima  tentazione  di  Cristo”    con  Willem  Dafoe.  Quella  di  Gibson,  girata  tra  i  sassi  di  Matera,  in  aramaico  e   latino,  lingue del  tempo,  è  un’opera  che  è  riuscita  a  coinvolgermi  molto  profondamente.  Mi  sono  sentita  così  vicina  a  Gesù  come  quasi  fossi  lì  realmente.  Forse  ha  contribuito  quel  parlare  strano, l’aramaico,  che  non  avevo  mai  udito  prima. Ho  visto  tanti  film  sull’argomento  ma  condivido  l’angolazione  di  Gibson.La  violenza  di  alcune  scene  tanto   osteggiate  sono  invece  per  me  ciò  che  realmente  avrà  dovuto  subire  Gesù  una  volta  fatto  prigioniero.  Quindi  l’ho  trovato  incisivo  vero e  brutale  proprio  nel  momento  in  cui  Egli  viene  deriso,  torturato,  offeso, ma  poi  anche  ricco  di  tanta  poesia.  Faccio  riferimento  ad  esempio  agli  sguardi  pieni  d’amore  della madre  verso  il  figlio,  di  una  splendida  Maria,  ispirata , che  osserva  Gesù  salire  con  la  croce  sulle  spalle  verso  il  Golgota,  ricordandolo  piccolo  bambino,   tenerissima  immagine.  Ma  penso,  in  questo  giorno  di  Pasqua,  soprattutto  alla  Resurrezione.  All’immagine  nel  film  che  più  mi  ha  commosso.  Quella  del  momento  in  cui  Gesù,  nel  sepolcro  seduto  di  profilo,  improvvisamente  si  alza  per  ricongiungersi  al  Padre. Ecco,  questo  è  il  significato  al  quale  fare  riferimento  nella  Pasqua,  quel  risorgere  ad  una  nuova  vita,   piena, quella  che  vivremo  per  sempre  ricongiunti  al  Padre  e  a  tutti  i  nostri  cari.

Auguri  a  tutti  voi  cari  amici,  di  tutto  cuore.

Isabella

 

 


Mondo  sbagliato

è  codesto

ove  violenza

detiene  il  potere.

Sangue,

orrore,

 morte.

Lupi  solitari,

bestie   senza  anima

si  aggirano  furtive,

mescolandosi

tra  la  folla

che  non  sa.

E  di  colpo

è  per  molti,  troppi

la  notte  eterna.

Pura  follia

di  menti  sbagliate.

Intanto,

per  chi  rimane

solo,

è  il  pianto,

l’angoscia,

il  tormento.                            

 

Isabella  Scotti

 

 

 

 


Cento  anni  ci  separano  dalla  Prima  Guerra  Mondiale.  Una  guerra  dura,  difficile,  che   troppo  spesso  viene  messa  in  secondo  piano  rispetto  alla  Seconda  Guerra  Mondiale,   e  la  cui  drammaticità  traspare   tutta  leggendo  alcune  lettere  di  chi  vi  partecipò  in  prima  persona  e  che  qui  voglio  riproporre.  Un  pensiero  grato  va  a  chi  non  ha  potuto  seguitare   la  propria  vita,  ai  tanti  giovani  che  soli,  su  montagne  aspre,  sentirono   forte  la  mancanza  dei  propri  familiari  sbattuti  in  una  guerra  più  grande  di  loro,  ma  animati  tutti  da  un  convinto  amor  di   Patria. Vincendo  le  proprie  paure  trovarono  nella  scrittura,  anche   quei  tanti  che  non  conoscevano  bene  l’italiano,  un  conforto  alle  loro  terribili  prove.  Ho  ascoltato,  leggendo  queste  lettere,  la  loro  voce,  tremula,  ma  sempre affettuosa  e  in  tutte  vi  ho  registrato   la  convinzione  di  poter  tornare.   Per  troppi  di  loro  non  fu  così. Nel  corso  della  Prima  Guerra  Mondiale  alla  quale  parteciparono  18  Paesi, ,  su  5  milioni  e  mezzo  di  mobilitati  nel  Regno  d’Italia,  i  morti  furono  circa  650mila ;  i  feriti  947mila.  L’Austria – Ungheria  mobilitò  7,8  milioni  di  uomini,  dei  quali  1,2  morirono  combattendo  e  3,6  furono  feriti.  In  totale  non  sopravvissero  8,5  milioni  di  soldati  su  65.   Una  guerra,   la  Grande  Guerra,   che   va  ricordata  quindi   anche  attraverso   le  voci  di  chi   l’ha  vissuta  e  ce  la  racconta   regalandoci   vive   testimonianze   ricche  di  pathos.

 

LETTERA  DI  UN  FANTE  –  26  giugno  1915

 

Carissima  zia,

vengo  con  queste  due  righe  lo  statto  di  mia  salute  così  spero  che  sarà  il  simile  anche  di  voi  e  tutta  la  famiglia  e  vi  faccio  notto  che  ieri  ho  ricevuto  la  vostra  lettera.  Sento  che le  lettere  non  sono  andate  perse  e  ho  molto  piacere  a  saperlo  e  sento  che  volette  mandarmi  li  pacco  ma  il  paco  non  viene  in  cuesti  posti.      Fate  pure  a  meno  di  mandarlo  perchè  non  viene  e  per  le  lettere  vostre  viene  tutti  e  non  pensare  che  viene.Mi  dite  che  se mi  ocore  qualche  cosa  di  scrivere  ma  per  ora  non  mandarmi  niente  che  per  cui  non  segno  fare  niente  coi  soldi  non  se ne  fa  di  niente.    Se  volette  meterli  via  invece  di  mandarli  e  fare  dire  tante  mese  alla  madona  e  cuando  poso  venire  prepparate  del  vino  e  che voglio  fare  quindici  giorni  di  ciuca  e  dormire  se  poso  ritornare.  Ma  prima  voglio  rivare  a  Trieste  e  forse  anche  a Viena,  però  se poso  prendere  Trieste  prima  e  speriamo  di  così  fare  la  pace  prima.  Pare  che  ci  sia  i  statti  uniti  che  vuole  pace  e  forse  rieserà,  non  ci  posso  contare  niente  perchè  sentirete  anche  sul  foglio  come  sentiamo  cua  sentite  anche  voi  in  famiglia  col  giornale.  Fatemi  sapere  dove  si  trova  mio  padre  e  che  spera  si  troverà  bene  anche  lui  e  fatemi  sapere  dei  nostri  paesani  che  si  trova  nelli  Alpini  che  ho  sentito  che  hano  preso  una  buona  confitta  se  è  vero  e  voi  altri  lo  sapete  meglio  di  me.Perchè  cui  non  viene  il  foglio  e  non  sissa  tanto  che  niente  e  intanto  termino  per  non  stancarvi  di  legere  e  mandandovi  i  più  cari  saluti  dichiarandomi  vostro  nipote.

Demonti  Giovanni

 

Dal   DIARIO  di  VIRGINIA  MARINAZ,  crocerossina  volontaria  sul  fronte  austriaco  dell’Isonzo  ( 1915 – 1916)

 

ALL’OSPEDALE

tutto  come  al  solito,  molti  muoiono,  io  non  li  conto  quasi  neanche  più ;  per  la  maggior  parte  la  morte  è  l’angelo  buono,  che  li  solleva  dalle  loro  sofferenze.  E’  molto  avvilente  il  pensiero  che  essi  muoiono  lontano  dalla  loro  famiglia,  dai  loro  cari,  e  forse  nell’ultimo  attimo  li  tormenta  la  nostalgia  per  le  guerre,  per  la  loro  patria.  (…)  Si  diventa  davvero  tristi,  quando  si  pensa  che  questi  eroi  sono  morti  lontano   dai  loro  cari  e  giacciono  qui  completamente  soli.  Dio  sa,  come  hanno  ardentemente  desiderato  un  istante  prima  del  trapasso  un  caro  viso  conosciuto.  Così  è  la  guerra.. (…)

Tutti  i  letti  sono  occupati,  si  vede  sangue  dappertutto.  Chirurghi  e  infermiere  lavorano  giorno  e notte. (…)  i  feriti  sono  molti  ed  hanno  un  aspetto  terribile.  Di  qualcuno  si  vedono  poi  soltanto  brandelli  pendenti  di  carne  e  di  sangue.  Uno  piange,  quell’altro  si  lamenta,  il  terzo  implora  aiuto.  e  si  deve  rimanere  qui  accanto  a  loro  impotenti.

 

fonte :   dall’Europeo  N. 3  marzo  2011 .

 

Mamma  carissima,

pochi  minuti  prima  di  andare  all’assalto,  ti  invio  il  mio  pensiero  affettuosissimo.  Un  fuoco  infernale  di  artiglieria  e  di  bombarde  sconvolge  nel  momento  che  ti  scrivo,  tutto  il  terreno  intorno  a  noi…  Non  avevo  mai  visto  tanta  rovina.  E’  terribile,  sembra  che  tutto  debba  essere  inghiottito  da  un’immensa  fornace.  Eppure  col  tuo  aiuto,  coll’aiuto di  Dio,  da  te  fervidamente  pregato,  il  mio  animo  è  sereno.  Farò  il  mio  dovere  fino  all’ultimo.”

 

Caro padre, sono qui in trincea da più di un mese, credo. Ho perso la condizione del tempo. Non ricordo più nemmeno il giorno in cui vi ho lasciato. Siamo partiti in tanti e c’erano anche i miei amici. Sono giorni che non li vedo e credo che abbiamo cessato di combattere. Come sta vostra moglie? Mi manca tanto anche lei, la sua voce, il suo profumo, la sua cucina. Con molta fatica siamo riusciti a scavare la trincea e a circondarla di filo spinato. Fin dall’alba si sentono suoni acuti, rimbombanti, forti che sogno anche la notte. Delle volte mi è capitato che, mentre stavo dormendo, mi svegliavo di soprassalto, credendo che avessero sparato o lanciato qualcosa. Come vi ho già detto, padre, le condizioni di vita sono molto dure: spesso siamo costretti a camminare nelle trincee con l’acqua che arriva fin sopra la vita. Il clima è rigido, con qualche fiocco di neve, sono poche le volte che ho visto la luce del sole. Quanto vorrei poter essere adesso vicino a voi, come quando ero bambino. Ricordate? Quando la madre mi stringeva al petto dicendomi che sarei diventato forte e coraggioso. Quando giocavo insieme ai miei fratelli a nascondino con la gonna della nonna. Bei tempi! Non avrei mai pensato di poter finir qui, sul fronte, a combattere per la patria, per completare l’Italia e per sentir la soddisfazione di dire: SI sono italiano e ho combattuto per la mia nazione e proprio come direbbe Manzoni: Oh dolente per sempre colui che da lungi, dal labbro d’altrui, come un uomo straniero, le udrà! Che a’ suoi figli narrandole un giorno dovrà dir sospirando: io non c’era. Ma accanto a questo mio incoraggiamento positivo ce n’è uno negativo che mi fa sentire un codardo, un traditore, un topo in cerca di un nascondiglio per non essere trovato. Ho paura che la morte mi prenda e mi trascini con sé. Non voglio. Mi sento colpevole, ma non so di cosa. Non sto in pace con me stesso. Mi basterebbe vedere il vostro volto, padre, per trovare un po’ di forza e di fiducia. Tristemente devo lasciarvi, il generale Cadorna ci chiama. Un abbraccio. ”

Vostro figlio

 

 

Dopo  poche  settimane  dall’inizio  delle  ostilità ,  fu  eletto  papa  Benedetto  XV  che  fu  sempre  contrario  alla  guerra,  elaborando  diverse  proposte  di  pace.  Nella  sua  prima  enciclica,  Ad  Beatissimi  Apostolorum,  pubblicata  il  primo  novembre  1914,  si  appellò  ai  governanti  perchè  facessero  tacere  le  armi.  Con  l’entrata  in  guerra  il  ventiquattro  maggio  1915  anche  dell’Italia,  il  papa  assistette  al  nuovo  ulteriore  allargamento  del  conflitto,  con  l’incremento  anche  di morti e  distruzioni.    Tra  il  1916  e  il  1917  si  adoperò  come  tramite  tra  le  diverse  potenze  fino  ad  arrivare  al  primo  agosto  1917  in  cui  scrisse  ai  capi  di  Stato  di  tutto  il  mondo  una  lettera  dal  titolo  ”Fin  dall’inizio”,  invocando  la  pace  e  chiedendo  di  mettere  fine  ”all’inutile  strage”,  un’ espressione  divenuta  famosa e  rimasta  purtroppo  inascoltata.

 

fonte :  dal  web  e  wikipendia

 

 

 

 


Nella  mia  mania  di  scrivere   e  annotare  citazioni   prese  in  giro,  leggendo  qua  e  là,  ho  annotato  anche  questo  che  ora  vi  propongo  e  che  mi  è  tornato  in  mente   riflettendo  un  pò  su  notizie  che  troppo  spesso  mi  lasciano  senza  parole.   Spesso  infatti   mi  capita  ricordare  scritti  o  frasi  che  mi   hanno  così  colpito  da  farmeli  copiare  su  di  un  quaderno , (  ognuno  ha  le  sue  manie ),  e  notare  come  a  volte  si  adattino  benissimo  a  momenti  particolari  o  eventi   tristi   come,  penso,  in  questo  caso, l’incidente  cioè  di  quel  ragazzo  che  ha  messo  fine  alla  vita  di  altri  quattro  ragazzi.   Mi  scuso  anticipatamente  per  non  poter  specificare  da  dove  ho  ripreso  quello  che  scriverò  perchè  francamente  non  l’ho  riportato  trascrivendolo.

 

In  un  suo  discorso  nel  2010,  Benedetto  XVI,  ora  Papa  benemerito,   sottolineava:  ”  In  Mozart  ogni  cosa  è  in  perfetta  armonia,  ogni  nota,  ogni  frase  musicale  è  così   e  non  potrebbe  essere  altrimenti;  anche  gli  opposti  sono  riconciliati  e  la  mozart’sche  Heiterkeit,  la  ‘serenità  mozartiana”,  avvolge  tutto,  in  ogni  momento.

E’  un  dono  questo  della  Grazia  di  Dio,  ma  è  anche  il  frutto  della  viva  fede  di  Mozart,  che-  specie  nella  sua  musica  sacra,  riesce  a  far  trasparire  la  luminosa  risposta  dell’Amore  divino,  che  dona  speranza,  anche  quando  la  vita  umana  è  lacerata  dalla  sofferenza  e  dalla  morte.”

 

Benedetto  XVI  citava  poi  l’ultima  commovente  lettera  scritta  il  4  aprile  1787  da  Mozart   al  padre  morente:

 

”…da  qualche  anno  sono  entrato  in  tanta  familiarità  con  quest’amica  sincera  e  carissima  dell’uomo  (  la  morte),  che  la  sua  immagine  non  solo  non  ha  per  me  più  nulla  di  terrificante,  ma  mi  appare  addirittura  tranquillizzante  e  consolante!  E  ringrazio  il  mio  Dio  di  avermi  concesso  la  fortuna  di  avere  l’opportunità  di  riconoscere  in  essa  la  chiave  della  nostra  felicità.  Non  vado  mai  a  letto  senza  pensare  che  l’indomani  forse  non  ci  sarò  più.  Eppure  nessuno  tra  tutti  coloro  che  mi  conoscono  potrà  dire  che  in  compagnia  io  sia  triste  o  di  cattivo  umore.  E  di  questa  fortuna  ringrazio  ogni  giorno  il  mio  Creatore  e  l’auguro  di  tutto  cuore  a  ognuno  dei  miei  simili.”

 

Ecco  ho  voluto  scrivere  questo  post  per   tutti  quei  ragazzi  che  sprecano  la  loro  vita  inutilmente ,  e  sono  tanti,  troppi,  convinti  di  potersi  permettere  qualunque  eccesso,  mettendo  in  risalto  quella   frase  evidenziata  in  nero,  del  grande  Mozart,  dedicandola  in  particolare  a  chi  beve  mettendosi  poi  alla  guida  di  macchine   veloci  compiendo  stragi   e  a  tutti  coloro  che  non  riflettono  sul  fatto  che  la  vita  è  una  sola  e  mai  più  avremo  la  possibilità  di  ri-viverla.  Adoro  la  musica  di  Mozart  ma  l’ho  sempre  adorato  anche  per  ciò  in  cui  credeva.

Gustatevi  ora  il  suo ” Requiem”  nella  splendida  direzione  di  Herbert  Von  Karayan