Nel novembre 1899 Sigmund Freud pubblicava ”L’interpretazione dei sogni”. Esattamente un anno prima, nel novembre 1898, il comune di Vienna concedeva il permesso di utilizzare la palazzina della Secessione, un’elegante costruzione che aveva lo scopo di ospitare tutte quelle opere che non trovavano più posto nelle sedi istituzionali. Un luogo dove poter mettere quei quadri che rappresentavano donne immerse in un mare di pollini dorati, figure estetizzanti rubate all’universo del sogno e rappresentazioni grafiche dei mutevoli flussi dell’inconscio. Il libro e la palazzina rispondevano al desiderio di aprire una nuova strada verso la libertà di pensiero, inaugurando teorie rivoluzionarie dell’arte e della scienza.
Erano anni di grandi fermenti a Vienna. Qualcosa si stava inceppando nel meccanismo perfetto dell’impero austro-ungarico e i primi ad accorgersi dei sintomi di tale inquietudine, furono proprio gli artisti. Gustav Mahler infondeva un profondo senso di dolore alle sinfonie che scriveva e dirigeva, Gustav Klimt rappresentava sulla tela le più raffinate commistioni di amore e morte, Arnold Schonberg costruiva disarmonie ispirandosi alla realtà che lo circondava ( famoso il suo Pierrot lunaire ) E sopra ognuno di loro aleggiavano le teorie rivoluzionarie di Sigmund Freud.
Questo il contesto in cui nacque la palazzina della Secessione.
Da tempo si susseguivano screzi e schermaglie tra chi sosteneva l’arte tradizionale e chi voleva un’arte più libera e nel maggio 1897 successe un fatto risolutivo. All’esposizione annuale degli artisti viennesi, fu respinto il dipinto di un giovane e valente pittore. Il quadro, che raffigurava un nudo di donna, fu ritenuto dalla commissione troppo esplicito e volgare, e in grado così di poter scandalizzare le signore dell”aristocrazia viennese. Era un’offesa imperdonabile. Gli amici del giovane fecero quadrato attorno all’artista e decisero così che era arrivato il momento di staccarsi dagli intellettuali ufficiali. I rivoluzionari non persero tempo e il 21 giugno veniva costituita la Secessione viennese, un movimento di artisti arrabbiati, capeggiati da Gustav Klimt, eletto presidente all’unanimità, un pò per il suo genio, un pò per il suo temperamento focoso. E adesso che c’era l’associazione, era necessario avere anche una sede adeguata. Il progetto venne affidato a Joseph Maria Olbrich, un architetto cresciuto alla scuola di Otto Wagner. Aveva 30 anni e poca esperienza. Ma non importava. Anzi, era proprio quello che ci voleva per un movimento giovane come la Secessione. Olbrich si mise subito al lavoro e un anno dopo la palazzina era terminata.
Non si era mai visto nulla di simile: una specie di cubo bianco sormontato da un’originale cupola di bronzo dorato, coperta di foglie d’alloro e percorso dalla scritta perentoria ”Der Zeit ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit”, ( A ogni età la sua arte, all’arte la sua libertà).
L’opera di Olbrich pone le basi per un nuovo linguaggio ed è contemporaneamente una dichiarazione di poetica: un tempio per l’arte, un luogo iniziatico in cui si manifesta quell’atteggiamento estetizzante e quel culto dell’arte che diventerà sempre più evidente tra i secessionisti negli anni successivi, e che del resto è peculiare della cultura viennese di quegli anni.
Si decise di abolire il vecchio sistema delle opere allineate giudiziosamente l’una dopo l’altra e di costruire una sorta di impianto scenografico attorno ad uno o più lavori, che diventavano il fulcro dell’intera esposizione. Questo singolare criterio raggiunse il culmine nella XIV edizione, organizzata nell’aprile 1902.
Al centro dell’esposizione troneggiava un’imponente statua di Ludwig van Beethoven, eseguita da Max Klinger. Per esaltare e valorizzare tale scultura, s’impegnarono in prima persona i due grandi cervelli della Secessione: Josef Hoffmann e Gustav Klimt. Il primo trasformò la sala centrale in uno spazio monumentale, con un recinto che correva attorno alla statua, mentre il pittore dipinse un grande fregio di 34 metri in cui si delineava un’interpretazione simbolica e visionaria della nona sinfonia di Beethoven.
Ma il vero nume tutelare della sala era però Sigmund Freud.
Le pareti bianche rappresentavano lo sfondo per lo spettacolo dell’inconscio, il recinto evocava un’idea di sacralità e infondeva alla sala un carattere rituale, mentre il fregio sulla parete sembrava un film proiettato attorno alla statua che diventava una sorta di spettatore immobile ad ammirare lo spettacolo dei propri sogni, interpretati e immaginati per procura da quel genio dell’allegoria che era Klimt.
CURIOSITA’
Il 23 marzo 1898 nel padiglione della Società di Giardinaggio s’inauguro in maniera ufficiale e sfarzosa la prima mostra della Secessione. Era presente perfino il vecchio imperatore con la sua uniforme e i suoi rassicuranti capelli candidi. Francesco Giuseppe non nutriva forti passioni estetiche, ma riteneva importante patrocinare l’arte e incoraggiare il nuovo che avanzava, purchè entro i limiti della convenienza. Del resto i giovani artisti di Vienna non erano certo dei ”maudits” ( maledetti ) o dei ”bohèmiens”, non coltivavano abitudini antiborghesi, e portavano correttamente il frack. Il vecchio imperatore si stupì anche se segretamente se ne compiacque, quando vide che a capo dei giovani artisti secessionisti, c’era il pittore ottuagenario Rudolf von Alt. In qualità di presidente onorario egli porse l’ omaggio di tutti i presenti così : ”Sono davvero già molto vecchio, Maestà, ma mi sento ancora abbastanza giovane per ricominciare daccapo ”.
Questo aneddoto, riportato dalle cronache del tempo e illustrato in un disegno del pittore secessionista, Rudolf Bacher testimonia bene la peculiare atmosfera della Vienna fine secolo, dove la crisi e la sostituzione di certi valori parevano avvenire morbidamente e dove la spigolosa irruzione della modernità si stemperava nella ”civiltà delle belle maniere”.
La prima mostra della Secessione chiuse con un bilancio di 57000 visitatori e 218 opere vendute, un successone. Presenze consuete furono in quegli anni artisti come Stuck , Klinger, Munch, Toulouse- Lautrec, Rodin, Segantini e tanti altri. La vita artistica viennese si scrollava di dosso quel torpore che ormai la caratterizzava; e insieme allo Zeppelin, al tram, alla luce elettrica, al telefono e alla macchina da scrivere, arrivava nella capitale danubiana il vento dell’arte moderna e soprattutto l’idea che quest’ultima avesse un’ineludibile fisionomia internazionale.
Se fate una capatina a Vienna non dimenticate di visitare la palazzina.
Ultima nota : sulla lunghezza del fregio chi dice che fosse lungo 24 metri chi 34 . Io ho lasciato 34 come dalle mie fonti.
Fonte : Art dossier: Eva di Stefano – Klimt e da un articolo di Gustavo Boldini su Bell’Europa- Un tempio per l’arte.
Antonio Tomarchio
Ho letto Freud ma non sono mai stato a Vienna. Devo rimediare. Un abbraccio.
tachimio
Ne vale la pena caro Antonio. Ciao. Isabella
65luna
Bel post e bel posto Vienna! Abbraccio,65Luna
tachimio
Concordo pienamente sul posto, sul post lascio a voi giudicare. Un bacione mia cara . Isabella
65luna
E’ bello anche il post!!! Bacio a te,65Luna
tachimio
Grazie di cuore.Buona giornata. isabella
dimmibarbie
Bellissima descrizione mia cara Isabella 🙂
Un abbraccio,
Barbara
tachimio
Grazie cara Barbara . La Bellezza va sempre raccontata.( stessa lunghezza d’onda, la nostra). Baci. Isabella
kalosf
Non vedo le foto, ma la secessione è uno dei miei periodi culturali più apprezzati!!!!
tachimio
Non si vedono le foto? Vedrò di sistemarle . Sono lieta d’aver azzeccato un argomento che trova allora , presumo,il tuo favore caro Sandro. un forte abbraccio. Isabella
kalosf
Altro che se trovi il mio favore!
tachimio
Bene, bene…
rosarioboc (Sarino)
bella recensione e bellissima città (almeno da quanto mi dicono). Pensa sono a circa quattro ore di macchina da Vienna e ancora non sono riuscito a visitarla. Ma dopo questa tua pagina cercherò di trovare l’occasione. Ciao Isabella, un abbraccio
tachimio
Prendi la macchina e vai . Quattro ore non sono poi molte.E c’è ancora nell’aria odor di vacanza.Un caro abbraccio. Isabella
ombradiunsorriso
cinque volte siamo stati a Vienna e due volte abbiamo visitato il palazzo…è davvero stupendo, con tutte le opere che contiene. Un affettuoso saluto.
Loredana
tachimio
E’ vero mia cara Lori. L’affettuoso saluto è ricambiato ancor di più. Isabella
ombradiunsorriso
dimenticavo…se ricordi, avevo fatto un post su Klimt, quando fu allestita una mostra a Mil
ano (ed infatti non me la sono lasciata scappare 🙂 )
tachimio
Sono sincera, vagamente. Se mi mandi il link rileggerei volentieri il post. Grazie. un bacio. Isabella
ombradiunsorriso
https://ombradiunsorriso.wordpress.com/wp-admin/post.php?post=12189&action=edit
Dovrebbe essere questo 🙂
Un bacio
Lory
tachimio
Grazie. Vado a leggere.
tachimio
Lori mi dà errore. Mi si dice che non ho il permesso per modificare questo elemento. Non capisco
ombradiunsorriso
Forse ho sbagliato qualcosa io. Ho un programma nuovo che sto usando oggi x la prima volta
tachimio
Torna al vecchio allora. Io devo leggere sulla mostra di Klimt.
ombradiunsorriso
sul pc vecchio sto facendo una scansionbe per via di un malware
tachimio
Allora aspetterò, non temere.Le scansioni sono lunghe ma quando servono vanno fatte. Bye, bye.
ombradiunsorriso
dovrebbe essere questo… 🙂
https://ombradiunsorriso.wordpress.com/2014/05/06/klimt-terza-ed-ultima-parte-2/
tachimio
La stima nei tuoi confronti è alimentata dal leggere simili post mia cara. La tua precisione nell’illustrare la mostra e con essa il fregio di Beethoven ha tutto il mio plauso cara Lori. Le mie foto, prese da wikipendia , e messe su anche in malo modo da non farle vedere e quindi da correggere quando avrò un attimo, non hanno minimamente l’impatto delle tue. Tutto ottimo. Grazie mille. Un bacione. Isabella
ombradiunsorriso
Non mi attribuire meriti particolari : anche queste foto sono state in gran parte prese da internet
Un grosso abbraccio
Lory
Antonio
densa di attente valutazioni la tua descrizione della Vienna alla fine dell’800, dove risuona un nome (S. Freud) che farà parlare molto di sé come padre della Psicoanalisi….
complimenti alla cara Isabella.
tachimio
Grazie caro Antonio, sempre preciso nei tuoi commenti.Un forte abbraccio. Isabella
lorenzodedonno
Molto, molto interessante!
tachimio
Felice ti sia piaciuto. Ciao caro Lorenzo. Isabella
newwhitebear
E’ sempre stato un mio sogno visitare Vienna, che non sono mai riuscito per un motivo o un altro a vedere.
Spero di colmare questa lacuna
Serena serata
Un abbraccio
Gian Paolo
tachimio
Te lo auguro perchè ne vale la pena mio caro. Un forte abbraccio. isabella
newwhitebear
Serena serata, Isabella.
Un grande abbraccio
Gian Paolo
tachimio
Anche a te
Non solo parole
Conosco Freud letteralmente parlando, ma non Vienna. Mi è sempre piaciuta l’idea di andarci, soprattutto a Natale e dopo aver letto La melodia di Vienna di Lothar Ernst e visto il film la Principessa Sissi. Molto bello il tuo racconto, mi ha ricordato il libro che ho letto.
Un abbraccio
Maria
tachimio
Non ho letto il libro di cui parli ma sono molto curiosa e poichè amo molto Vienna cercherò di leggerlo.La principessa Sissi è un film che ho visto varie volte dove Romy Scheneider è un’interprete straordinaria. Grazie per il tuo commento.Un abbraccio a Maria, cara amica. Isabella
Non solo parole
È un bel libro, un po datato. Io lo lessi parecchio tempo fa. Ma visto il tuo racconto penso che ti piacerà.
Un abbraccio affettuoso anche a te cara amica.
Maria
tachimio
Grazie Maria.Ciao
Eroedelsilenzio
Francesco Giuseppe aveva un pessimo gusto estetico. Era di una frugalità imbarazzante per tutta la corte, ma effettivamente capì che la storia Viennese non era da buttar via, bensì molto gloriosa. Bellissimo post! Artisti coraggiosi.
tachimio
Lieta per essere stata da te apprezzata.Grazie per essere qui. un caro saluto. isabella
fulvialuna1
Da me c’è una nomination per te.
avvocatolo
È dal 1988 che provo a capire quel libro!
tachimio
Quale libro amico mio ?
avvocatolo
Il primo che menzioni. La interpretazione dei sogni.
tachimio
Io purtroppo non l’ho letto ma posso presumere che sia un pò pesante. Un abbraccio. Isabella
luna
Bel post ricco amica mia.
Spero passerai presto a trovarmi. Mi manchiiiii
Luna
tachimio
Appena passata.Baci. Isabella
luna
😉
natipervivereblog
Un dono di pura bellezza aver scoperto queste tue parole!
Un abbraccio forte
lo scritto è unico!
Adriana
tachimio
Sapessi come sono contenta della tua lettura. Dopo aver letto il tuo post mi è tornato subito alla mente il mio e ho voluto che lo leggessi . Che coincidenza averne parlato entrambe, e del fregio di Beethoveen poi. Tu sei unica. Un forte abbraccio cara Adriana. Isabella
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