Nell’ antico calendario romano, Giugno era il quarto mese. Ovidio afferma che a questo mese è stato dato il nome in onore di Giunone, altri scrittori collegano il termine col consolato di Giunio Bruto. Tuttavia si tratta probabilmente di un riferimento all’agricoltura e in origine indicava il mese in cui crescono e maturano le messi. Gli Anglosassoni lo chiamavano ”il mese asciutto”, ma anche il ”mese di mezza estate”, per contraddistinguerlo da Luglio, ”il primo mese caldo”. In giugno cade il solstizio d’estate.
Enciclopedia britannica
Detti del mese
”Giugno piovoso porta messe copiosa”
” Giugno umido e piuttosto caldo al contadino non porta danno”
”Foschia in maggio e caldo in giugno di preoccuparsi non c’è bisogno”
”L’11 giugno San Barnaba porta giorno lungo e notte corta”
”A San Barnaba è bene cominciare il primo fieno a falciare”
”Di giugno, falce in pugno” ( suggerito da Gina http://sonoqui.wordpress.com )
L’angolo della poesia
Fugge maggio,
per far posto
al regale Giugno.
Ed eccolo alfine.
Pieno
della sua luce
dorata,
a portar letizia
e gioia.
I raggi del sole
si fan strada
tra le fronde.
Spighe di grano
ondeggiano
al vento e
lucciole di sera
s’illuminano d’incanto.
Eccolo Giugno,
arriva tionfante
accompagnato
dal canto degli uccelli
e si siede
sul suo trono,
tramutando
in oro lucente
le spente messi
della nostra terra.
Isabella Scotti
Poi i giunchi verdi, così smaltati e verdi,
I giunchi sussurreranno, frusceranno, fremeranno,
E sulla fluttuante foschia giungerà, ingioiellata,
E ricca più d’una regina, la libellula dagli occhi di giada
E si librerà sui fiori…aerea creatura;
Piccoli arcobaleni si rifletteranno sulle sue ali.
Jean Ingelow
Scintillante per lo splendore della rugiada
L’erica si perde nel mare di verde
Scott
Comincio qui un viaggio tra alcune delle nostre più belle città italiane, attraverso la voce non solo mia ma soprattutto quella ben più importante di personaggi famosi che le hanno visitate spesso in tempi anche lontani, o che vi hanno vissuto o addirittura vi sono nati. Talvolta potrò parlare anche di piatti tipici, sperando sempre di riuscire a stimolare il vostro interesse. Iniziamo dunque il viaggio partendo da Bolzano che ho visitato anni fa da ragazzina una prima volta, per tornarvi più tardi con mio marito e i miei figli piccoli e che mi piace molto. Una città nata nel 1100 attorno ad un mercato che si teneva in quel triangolo di terra che si protende tra il torrente Talvera e il fiume Isarco. Qui è il centro, di questo luogo ameno, da cui partono le vecchie strade, i vicoli, gli archi e gli sporti ( cornicioni, mensole) così cari all’architettura nordica. Io la ricordo a distanza di anni, ancora per via dei Portici, che ci riporta all’origine mercantile di Bolzano, che attirò fin dal Medioevo per la posizione geografica, i commercianti di ogni paese. In questa strada sfilavano dirette al Brennero le carovane delle Repubbliche marinare, con i loro carichi profumati e multicolori di spezie e di broccati. Ma la ricordo anche per tutto il verde spettacolare che la circonda e che mi è rimasto nel cuore, per quello scenario unico delle Dolomiti, che fanno in lontananza quasi da contrappunto alle guglie del suo Duomo. Distesa nella verde conca dove scorrono i già nominati Talvera e Isarco, Bolzano ha saputo difendere e valorizzare quel patrimonio naturale che la circonda, salvaguardando i boschi e i vasti pascoli, aggredendo i fianchi delle montagne non con il cemento ma con le viti oggi come al tempo di Carlo Magno, quando il ”Bozanarium” era uno dei vini più famosi d’Europa. E proprio da qui, nel maggio del 1953, comincia il viaggio che lo porterà in giro per l’Italia, di Guido Piovene. ”Parto dall’estremo nord, con l’intento di scendere fino a Pantelleria regione per regione, provincia per provincia. Sono curioso dell’Italia, degli italiani, di me stesso… Bolzano è città di fondo tedesco. Si sente in essa, e nei dintorni, la vita di un popolo comodo, sordo, chiuso, cocciuto, sentimentale, pochissimo passionale, orgiastico ad ore fisse…Bolzano è opulenta, moderna. Ma la sua bellezza è gotica: le lunghe vie fiancheggiate di portici, abbellite non tanto da questa o quella costruzione, quanto dal movimento degli spigoli e delle sporgenze, che crea fondali di teatro, giochi di luce…” Sempre da Bolzano, nell’ottobre del 1580, comincia l’avventura italiana di Michel de Montaigne : ”Arrivammo di buonora a Bolzano, città della grandezza di Libourne,non bella come le città tedesche, tanto che esclamai ” Si vede che cominciamo a lasciare la Germania”: infatti le strade erano più strette e non c’erano le belle piazze pubbliche. Ma c’erano ancora fontane, ruscelli, pitture e vetrate…C’è in città una così grande quantità di vini che ne forniscono tutta la Germania…Ho visto la chiesa che è delle belle”. L’11 settembre del 1786 arriva a visitare la città anche Goethe ”con un gran bel sole. Qui le facce dei mercanti mi hanno comunicato una certa allegria. La vita agiata e attiva si rivela con grande vivacità”. Tra molti personaggi illustri che furono importanti per Bolzano ci fu un poeta di lingua tedesca Von Der Vogelweide Walther (1170 ca.- 1230 ca.). Nato da nobile famiglia in un castello del Tirolo, visse alla corte di Filippo di Svevia, a Vienna, quindi al servizio di Ottone di Brunswick. Considerato il massimo rappresentante della scuola poetica del Minnesang ( canto d’amore), raggiunse la maggiore altezza nella poesia amorosa, conferendole più vigore rispetto alla stilizzazione manierata dei contemporanei. Bolzano, consacrandolo massimo poeta della letteratura tirolese, gli ha dedicato un monumento nella sua piazza centrale. Di stile romanico, fu scolpito in marmo bianco di Lasa, dallo scultore venostano Heinrich Natter ( 1889). Nel 1935 le autorità comunali fasciste ne disposero il trasferimento in un luogo più appartato della città ( Parco Rosegger- via Marconi ). Il monumento fu poi ricollocato nella piazza nel 1985. Parlando di cucina molto saporiti sono i piatti che nascono dal sapiente incontro tra cucina tirolese austriaca e cucina trentina. Buone le minestre, le zuppe di trippa acida o di crauti. Il camoscio alla tirolese, marinato in un vaso di terracotta con vino, aceto, erbe diverse, spezie, limone e poi cotto con vino, panna acida, alloro. Tra i dolci non manca di certo lo strudel, le frittelle di mele, i krapfen. E non dimentichiamo i vini , rossi, il Caldaro, il Santa Maddalena. Tra i bianchi Terlano Terlaner e il Sylvaner.
Ed ora potete guardarvi questo link dove troverete altre notizie su Bolzano tra le quali anche una bella passeggiata dedicata ad un santo il cui nome ricorda un nostro amico comune e cioè : OSVALDO
http://www.bolzano-bozen.it/it/da-vivere/passeggiate.html
Dedicato alla mia amica Loredana
fonte: ” Le splendide città d’Italia” Guida ai centri più importanti del nostro Paese Selezione dal Reader’s Digest
Il nome di questo mese deriva dal latino ”FEBRUARE”, cioè purificare o dalle cerimonie di espiazione, le”Februa”, che si celebravano nella seconda parte del mese. Negli anni normali febbraio ha 28 giorni, in quelli bisestili 29.
Detti del mese ”Febbraio riempie la roggia sia di neve che di pioggia”
”Se il giorno della Candelora è bello e luminoso, l’inverno sarà ancora a lungo disastroso. Ma se è nuvolo o piove per la Candelora, l’inverno sarà finito e non ritorna ancora”
”Se in febbraio senti che tuona, vedrai che l’estate è buona”
L’angolo della poesia
”Un mese è passato, un altro è cominciato
Da quando allegre campane festeggiarono l’anno morente,
E germogli di molto raro verde cominciarono a spuntare,
Come impazienti di un sole più caldo;
E benchè le lontane colline siano brulle e spoglie di colore,
Il virgineo bucaneve, come un guizzante fuoco,
Penetra la fredda terra con la sua verde screziata cuspide,
E nei boschi oscuri il piccolo vagabondo
Può trovare una primula.”
Hartley Coleridge
PRIMAVERA, TI ASPETTO
”Là,
dove la neve è più alta,
fanno capolino,
piano piano
i crochi.
A fatica,
spostando il peso
che li opprime,
si affacciano timidi,
ma decisi
in quella distesa
di un bianco intatto,
immacolato,
pronti a diventare così
il primo sorriso
di una dolce primavera
in arrivo ”
Isabella Scotti dalla mia raccolta : ”All’improvviso”