Anche se siamo già ad ottobre parliamo ancora d’ estate…
fotocommunity.it campagna pugliese
salento.it
Masseria Narducci – foto booking.com
Vorrei
di te
poter
raccontare
il colore
d’estate
che
ti tramuta
in perla rara.
Vorrei
di te
parlare,
regalando
l’immagine
perfetta
di quello
che sei.
Terra
di Puglia,
che con le mani
raccolgo,
quando
in campagna
tra secolari ulivi
m’ attardo.
Bisbiglii
di uccelli,
canti che
si perdono
sommessi
tra
rami
d’alberi
di antica
memoria.
Il vento
viene
dal mare,
smuove
cespugli,
gli oleandri
in fiore,
mentre
i muretti
a secco,
si fan bollenti,
quando
il sole
di mezzogiorno
raggiunge
il punto
più alto.
Intanto
d’ intorno
profumi
deliziosi
si perdono
nell’ aria.
Fiori
di mandorlo,
frutta odorosa,
fico selvatico,
miele d’ arancia.
E com’ è dolce
poter godere
dell’ aria salentina
al riparo
del bianco
porticato
della masseria,
mentre un cielo
pieno di stelle
illumina
la mia sera.
Isabella Scotti settembre 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
cinque parole da cui partire
fanciulla, effluvio, ruscello, ginestra, passeggiata
foxlife.it
Un vento antipatico sferzava con violenza la povera ginestra, mentre la fanciulla cercava di tenere fortemente stretto a sè , quel mazzo di fiori campestri appena colti. La passeggiata ch’era solita fare ogni mattina, l’ aveva portata là, dove quei due arbusti selvatici , pieni di fiori gialli , avevano attirato la sua attenzione. Man mano che si avvicinava, sentiva sempre più nell’aria un effluvio intenso.
Quasi stordita da tanto profumo, decise di portare a casa un po’ di primavera , cogliendo qualche bel ramo fiorito. Il vento però, aveva rotto il piacere del suo solito peregrinare. E così si vide costretta a tornare. Ma quel luogo incantato, dove spesso si rifugiava, l’ avrebbe presto rivista .
Poco lontano scorreva, levigando sassi di varie forme, anche un ruscello d’acqua limpida , dove la fanciulla amava bagnare le caviglie, rimanendo a lungo pensierosa. Stare lì , era per lei sempre una gioia immensa. La mattina, quando arrivava, gli alberi lasciavano filtrare tra i rami la luce del sole , creando magici arabeschi. Erano quelli i momenti più belli delle sue giornate solitarie, quando nel silenzio del bosco ritrovava se stessa. Poteva forse non tornare?
Il vento, lo sapeva , avrebbe presto lasciato spazio al tepore del sole , che brillava alto nel cielo già da qualche giorno. Si sentiva felice come non mai.
Primavera era ormai giunta.
Isabella Scotti marzo 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Carissimi, primavera è ormai giunta. E’ la stagione del risveglio, del cambiamento. Tutto torna a fiorire. Magari sarà così anche per noi, chissà. Che si possa presto tornare a sorridere . Anche se i numeri raccontano altro. Anche se i prossimi giorni parlano di neve e tanto freddo…
Nonostante tutto speriamo, dobbiamo sperare. Vi lascio per ora il mio di sorriso.
La vostra Isabella
Non sarà forse il massimo questa esecuzione, lo so, ma mi piaceva il video. Mi ha fatto sognare, e oggi più che mai ne sento il bisogno
Miei cari , vi ho lasciato con la promessa del mio nuovo post , sul proseguimento del mio viaggio in Veneto. Giusto, non l’ho dimenticato. Ma non è ancora pronto. Nell’ attesa ho perciò pensato di proporvi qualche poesia abbinata a delle foto. Spero gradirete il pensiero. Augurandovi un buon week end eccovi poesie e foto. Baci a tutti
La vostra Isabella
COME UNA CARTOLINA
Come una cartolina.
Di prima mattina
la spiaggia
è solo per pochi.
Si può sentire
l’ odore del mare,
cercare conchiglie
senza fretta,
e stendere
un asciugamano
per lasciarsi accarezzare
dai primi raggi
del sole.
Come una cartolina
è
il mare,
senza confusione.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Jane
SOTTO UN CIELO CUPO
Sotto un cielo
cupo
si è svegliato
arrabbiato
il mare.
Sbuffa,
schiumeggia.
Potenza dei flutti
che tutto travolge.
Poi,
dopo essersi sfogato
rabbioso,
eccolo giungere
e lambire
la riva.
Rami abbandonati,
odore di salsedine,
e
ciuffi d’alghe che
coprono ormai
l’umida sabbia.
Piano ,
tornerà il sole,
e sarà
dolcemente,
solo quiete.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Jane
LA CANZONE DEL FIUME
Canta
la sua canzone
il fiume.
Intonata,
unica,
passionale.
” Fresche ” note
accompagnano
passi incerti
alla ricerca
di stabilità.
Un andare
soli,
con i propri pensieri,
lasciando
a casa
le turbolenze
del cuore.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Jane
UNA VERA AMICIZIA
Folta è la tua criniera.
Mi piacerebbe
spazzolarla sai ?
Ma per ora
mi basta accarezzarti,
scivolare con la mano,
sul tuo muso
di velluto,
e credere
che insieme
potremo fare
un sacco di cose.
Sì, ne sono certa:
la nostra,
sarà una vera
amicizia,
di quelle,
che si ricorderanno
per sempre.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
NEL GIARDINO
C’ è un profumo
di limoni
che invade tutto
il giardino.
E’ odore
d’ estate ,
è il giallo ,
che richiama
alla mente
il colore del sole,
che mi fa sentir
viva,
che mi fa gioire.
Colori osservati
e profumi annusati
dopo la pausa
di un buon caffè.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
STO CON TE
Sto con te,
qui passeggiando,
mano nella mano,
dimenticando il mondo ,
lasciando ,
che la brezza marina ,
ci accarezzi
il volto.
Che strano,
pensavamo
che quassù
non passasse nessuno,
e invece,
quanti innamorati
prima di noi ,
hanno voluto
lasciare un segno
del loro passaggio,
quanti lucchetti
su quella catena.
Una testimonianza
d’ amore
che arriva diretta
e mi colpisce
il cuore.
Ah l’amore,
come sa
travalicare confini
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
I MIEI OCCHI
Come poggia
tenera
la tua mano
sul mio muso.
Ne avverto
il tocco leggero,
la delicatezza.
Ti sento vicina,
te lo confermano
i miei occhi ,
che c’è del feeling
tra noi.
Isabella Scotti maggio ( si fa per dire, visto il tempo ) 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
Tu parli della tua età, dei tuoi fili di seta bianca.
Guarda le tue mani di petali d’oleandro, il tuo collo unica piega di grazia
Amo la cenere sulle tue ciglia sulle tue palpebre, i tuoi occhi d’oro opaco
I tuoi occhi di sole nella rugiada d’oro verde, sull’erba del mattino
I tuoi occhi a novembre come il mare all’aurora intorno al castello di Gorèe
Quanta forza nel fondo, che tesori di caravelle gettati al dio d’ebano!
Amo le tue giovani rughe e queste ombre che il tuo sorriso di settembre
Colora di rosa antico, questi fiori agli angoli dei tuoi occhi e delle tue labbra
I tuoi occhi il tuo sorriso, i balsami delle tue mani di velluto, il pelo del tuo corpo
Che da tempo mi incantarono nel giardino dell’Eden
Donna ambigua, tutta furore e dolcezza.
Ma nel cuore della fredda stagione
Quando le linee del tuo volto si presenteranno più pure
Le guance più cave, lo sguardo remoto, mia Donna,
Quando di solchi saranno striati, come i campi d’inverno la tua pelle,
Il collo il corpo sfiniti
Le tue sottili diafane mani, raggiungerò il tesoro della mia ritmica ricerca
Il sole dietro la lunga notte d’angoscia
La cascata e la stessa melopea, le mormoranti sorgenti della tua anima,
Vieni, la notte scende sulle terrazze bianche, e tu verrai
La luna accarezza il mare con la sua luce di cenere trasparente
Lontano riposano le stelle sugli abissi marini della notte
Come una via lattea si allunga l’Isola.
Ascolta, senti? Il ripetuto abbaiare che sale da Cap Manuel
E dal ristorante del pontile e dalla baia
Che musica strana, soave come il sogno
Cara !…
SENGHOR- POESIE DELL’ AFRICA
Leopold Sèdar Senghor, il massimo poeta africano, è una delle figure più autorevoli della cultura mondiale.
Padre della NEGRITUDINE, il grande movimento di affermazione della specificità culturale africana, è un cantore sublime dell’unità dell’uomo con la natura.
Senghor fu eletto primo Presidente della Repubblica del Senegal nel 1960, dopo la liberazione dal colonialismo francese, e ha guidato il suo paese per venti lunghi anni. Lui cristiano, in un paese musulmano, a dimostrazione della tolleranza religiosa esistente in Senegal.
Sarà
quella
la stagione
dell’amore.
Brilleremo
di luce
propria,
tutto
s’illuminerà.
Udremo
cantar
di gioia
usignolo
e allodola.
Non ci sarà
nè vento
nè pioggia.
Sarà
il sole,
che brucerà
la pelle,
come l’Amore
tutte le anime.
Una stagione
calda,
dorata,
vibrante.
E allora
verrò
a prenderti
per tenerti
stretto
a me,
per viverla
minuto per minuto,
senza avere
più fine,
in un’estasi
continua !
Isabella Scotti dicembre 2004
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Sentite ora questo brano con la voce splendida di un artista che troppo presto ci ha lasciato. Amo molto la sua musicalità e continuerò ad apprezzarlo attraverso le sue canzoni che ho qui a casa. Un artista che era anche un uomo discreto e perbene. Arrivederci Mango, mi mancherai, grazie per la tua voce indimenticabile, ci rivedremo.
Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai
ti volterai senza vedermi ma io sarò lì
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque
e amarti ogni istante
Se sei un sogno non svegliarmi
Vorrei vivere nel tuo respiro
mentre ti guardo muoio con te
il tuo sogno sarà di sognare
ti amo perchè ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole
scriverti ti amo
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.
PABLO NERUDA
AD UNA INTENDITRICE COME TE DOVE
dasemprevibradentroamore…AUGURI
dalla tua amica Isabella
”Il nome di questo mese deriva da una parola greca che significa ”apertura”. In molti paesi d’Europa il primo aprile, è da tempo, il giorno dedicato alle usanze scherzose, delle quali però ancora non si conosce con certezza l’origine. In Inghilterra questo è detto il giorno dello ”scherzo d’aprile”. In Scozia si dice che è il giorno della ”caccia al merlo”, mentre in Francia come in Italia è il giorno del ”pesce d’aprile”.
DETTI DEL MESE
”In Aprile il tempo piange e ride insieme”
”Quando in Aprile il corno suona per il fieno e per il grano è stagione buona”
”In Aprile un’alluvione porta via la rana e i suoi ranocchietti”
L’angolo della poesia
ALLA PRIMULA
Di tutte le gioie della primavera la più bella è
Di nuovo bere il tuo respiro,
o più fresco dei fiori.
La campanula illumina la macchia
Il ranuncolo copre la valle,
Ma la tua franca bellezza sovrasta
Nei campi aperti
L’erba novella, per aprirsi al bacio
Del sole, del vento, e della pioggia
Donando l’essenza di primavera con quelle gocce rosse
Che tinsero il seno di Imogene.
Cosparsa di lentiggini sei come la fanciulla
che s’inginocchia e strappa
il tuo stelo robusto;
E si riempie dell’oro tuo puro
Il grembo dal niveo grembiule,
Bianco tesoro di ricchezza non detta,
E abilmente raccoglie
In ampia profusione
Un globo regale
E per scettro si prende
Quel fiore che più alta la testa tiene
Nell’orgogliosa forza della linfa d’Aprile.
Mio primo amore tra i fiori, com’è bello
Posar la faccia bruciata dal sole
Su un’erba così ricca,
Da fare smorta la parola ”verde”,
E stringer in un solo abbraccio
Le teste raggruppate dei fiori da me colti,
E baciare le pure
Calde labbra di quelle adunate sorelle,
O nel mezzo del loro dorato rossore,
Racchiudere
L’aureo rossore di una primula regina
Che regnò solitaria in altezzosa grazia.
Alfred Hayes
Dedicata alla cara amica Primula
PASSEGGIATA
Fermiamoci là
accanto alle ginestre in fiore.
Voglio
sentirne il profumo.
Poi
continueremo
lungo quel sentiero
tenendoci per mano,
ma in silenzio,
lasciando che siano
i nostri cuori
a parlare,
finchè,
estraniati dal mondo
le nostre labbra
tremanti,
si uniranno
in un dolce
tenero bacio.
Isabella Scotti
UN CANTO DI SALUTO
Venite avanti, fiori ! -sulla collina e sul prato,
Un soffio di dolezza gioca col mare
E tra i sorrisi e le lacrime della tenera primavera,
Su rami gocciolanti ho sentito il tordo cantare:
Voi calici e stelle che coprite la bella verde campagna,
Voi ali d’oro che le spinose ginestre procurano,
Voi malinconiche campanule nate per feste purpuree,
Voi biancolattee gemme di biancospino dell’ammantante rovo,
Voi gemme di viola e gemme di zaffiro blu,
Languidi, avvampanti anemoni e timida combriccola d’elfi
D’ogni muro diroccato- venite fuori ! – e gettate,
Intorno a me spargete la vostra primavera, mentre io canto.
E. M. Holden
Che finalmente la primavera ci sorrida regalandoci giornate piene di sole. Un abbraccio a tutti coloro che passeranno di qua.
Quell’estate il sole era di tutti i giorni. Ed io, che adoro la montagna, mi ero alzata presto per osservare le Dolomiti, che colpite dai raggi del sole, si coloravano di rosa per sorprendere chiunque avesse, come me, deciso di guardarle. Finalmente, pensavo, la Val di Fassa è nuovamente mia. Lasciai mio marito dormire e uscii. Ho sempre provato un piacere sottile nel sentire sulle mie guance quell’aria fresca , pulita, tipica di quei luoghi. E anche quella mattina sperimentavo la stessa cosa . Alba di Canazei si era già svegliata e si sentiva nell’aria profumo di pane fresco. Mi piaceva e mi piace tuttora camminare sola, e così improvvisamente ebbi quell’idea. Salire su, al rifugio del Contrin. Era quasi una sfida con me stessa. In realtà già da ragazza, con i miei e mio cugino affiliato del Cai, avevo sperimentato quel percorso che ormai conoscevo bene. Ma quella mattina, ero io , sola, che iniziavo il sentiero, ripido, pieno di pietre. L’aria fresca mi dava la carica e andavo sempre più su contenta, senza sentire fatica. La valle del Contrin è straordinaria per quella sensazione di calma che emana quando arrivi , finito il sentiero pietroso,in un grande slargo pianeggiante dove le mucche pascolano tranquille, e la via , più percorribile rilassa un pò dopo la fatica.Infatti, anche ora, mi godevo lo spettacolo osservando il rifugio ancora in alto e lontano. Tutto mi diceva però che sarei riuscita nell’impresa. E difatti con forza, con coraggio, da sola, continuavo ad andare. Perchè in pochi avevano avuto la mia stessa idea preferendo la sosta al bar ubicato alla fine del sentiero più faticoso. E così , vedendo la meta avvicinarsi, come uno scoiattolo,raggiunsi con un pò di fiatone, quella vetta, o meglio quel rifugio tanto agognato .Ero riuscita a vincere la sfida con me stessa e dopo aver fatto colazione, tornare indietro fu quasi una corsa tanta la soddisfazione, la carica interiore, per essere arrivata fino in fondo nella mia impresa e per la calda giornata di sole, in cui, tutti i colori della natura,risaltavano in uno spettacolo, per me, unico e straordinario.
Scusate ma il computer è impazzito : mi mette come data il tre invece che sette novembre. .Sorry