” Sono tre volte senza patria : un boemo tra gli austriaci, un austriaco tra i tedeschi e un ebreo tra i popoli di tutto il mondo ”
Gustav Mahler
Verso la fine dell’ Ottocento il romanticismo era ormai stato esplorato in ogni sua forma e si stava evolvendo in qualcosa di più variegato e moderno, sebbene qualcuno avesse ancora molto da dare a questo movimento che aveva influenzato arte, letteratura e musica. Il tardoromantico, come venne definito, fu rianimato dalla figura di un compositore e direttore d’ orchestra austriaco di grandissimo spessore, Gustav Mahler, che rivisitò la sinfonia e l’opera senza dimenticare la lezione dei grandi del passato come Beethoven e in seguito Brahms e Wagner.
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Gustav Mahler proveniva da una famiglia di origine ebrea, che aveva messo radici in Boemia, dove ebbe i natali nel 1860. La sua infanzia non fu particolarmente felice poiché molti dei suoi familiari morirono in età prematura. Questi eventi nefasti resero il suo carattere particolarmente difficile, ma una passione lo aiutò a superare le avversità : la musica , che il padre gli aveva fatto conoscere fin da quando era piccolo, essendo stato egli stesso un violinista dilettante. Le nozioni che aveva così assimilato gli permisero di accedere al conservatorio all’età di quindici anni. Si trasferì per questo a Vienna, una delle capitali della musica classica internazionale, dove prese lezioni per qualche anno.
Appartiene a quel periodo un saggio scolastico di cui è rimasta parte dello spartito. Si evincono le sue qualità artistiche che lo avevano fatto emergere tra gli altri studenti, suscitando anche qualche invidia tra i giovani colleghi musicisti. La sua carriera iniziò a decollare quando aveva appena vent’anni, prima come maestro di musica al teatro di Bad Hall , dove aveva trovato posto come sostituto, poi in veste di direttore d’orchestra, ruolo che lo condusse a dirigere nei più grandi teatri d’ opera dell’ epoca. Furono il suo vasto repertorio, e le sue straordinarie capacità interpretative a renderlo famoso. Nel 1897 accettò la prestigiosissima mansione di direttore artistico dell’ Opera Imperiale di Vienna. Tuttavia, per assumere questo ruolo fu costretto a convertirsi al cattolicesimo poiché l’impero asburgico vietava ad ebrei o agnostici, incarichi imperiali.
Nella decade successiva, l’ impegno di Mahler trasformò Vienna da centro propulsore dell’ Europa a capitale mondiale della musica di qualità. In quel periodo conobbe e frequentò gli intellettuali più rinomati che gravitavano in città, come Klimt e Schiele.
Gustav Klimt biografieonline.it
Su Klimt troverete qualcosa che lo riguarda, ( al di là della biografia che potrete trovare su Wikipedia ), aprendo questo link
https://isabellascotti.wordpress.com/2015/08/25/vienna-il-palazzo-della-secessione//
Egon Schiele – Picture of Leopold Museum , Vienna tripadvisor.com
Lascio qui questo link https://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/egon_schiele.htm
dove potrete scoprire qualcosa di più di questo artista.
Nel 1907 Mahler si trasferì a New York dove venne chiamato a dirigere la Metropolitan Opera House,
per poi passare alla New York Philharmonic. Nel poco tempo libero che gli restava, quando i suoi impegni lavorativi si allentavano, poteva dedicarsi a un’ altra delle sue grandi passioni : la composizione.
Scrisse nove sinfonie e proprio dalle loro caratteristiche si evincono tutti gli influssi delle correnti sviluppate nel XIX secolo, basate sempre su una trama di tipo contrappuntistico, * in cui però l’orchestra non mescola i suoni, ma produce melodie chiare e ben distinguibili, dove ogni strumento spicca e si fonde col suo particolare timbro, precorrendo alcuni sviluppi che caratterizzeranno la musica del XX secolo.
* CONTRAPPUNTO : http://www.treccani.it/vocabolario/contrappunto
Sebbene gli spunti innovativi non mancassero, alcune di queste sinfonie si distinguevano per la durata, che andava spesso oltre i novanta minuti come accade per la Terza, in sei movimenti. Non bisogna infatti dimenticare che aveva sposato la corrente romantica e per alcuni aspetti restava ancora uno strenuo tradizionalista, legato ai dettami del sinfonismo di matrice austriaco – tedesco.
I riflessi del passato e le incertezze del futuro si riflettevano quindi in sonorità nostalgiche che si alimentavano nella consapevolezza di vivere in un’ epoca di transizione, dove il mondo che conosceva stava andando a rotoli, e le novità avrebbero potuto peggiorare ancor di più la situazione.
Queste contraddizioni fra lo spirito romantico e l’ acuto pessimismo, che permeano tutta la produzione di Mahler , furono sviscerate da Sigmund Freud, presso il quale il compositore austriaco si recò, una sola volta, dopo aver scoperto il tradimento della moglie. Si trattò comunque di un colloquio durato all’incirca qualche ora, durante il quale venne ipotizzato da Freud che Mahler soffrisse del complesso della Vergine Maria, visto che spesso gli capitava di chiamare la moglie invece che Alma, suo vero nome, proprio Maria. Ciò comunque non intaccò la fama del musicista che portò il tardoromanticismo alla sua massima espressione.
Per orchestra scrisse ” Canti di un viandante ” del 1884, per piano e orchestra compose ” Il corno magico del fanciullo ” del 1888 e il ciclo ” Canti per i fanciulli morti ” del 1904.
Aveva invece le caratteristiche del Lied mescolate alla sinfonia, la composizione del 1908 ” Il canto della terra ”.
Non è facile definire esattamente cosa sia un Lied. Si può dire che già nel periodo rinascimentale ogni persona di qualità doveva conoscere quel tanto di musica , da poter cantare una semplice melodia o suonare un’ arietta su qualche strumento. In tanti all’epoca si cimentavano nell’ arte musicale. Lutero suonava il liuto e compose, o adattò, numerosi canti. Calvino non suonava né cantava, ma amava comunque la musica. L’ imperatore Massimiliano I , ” l’ultimo dei cavalieri ”, fu secondo la leggenda, l’ autore di una delle più popolari canzoni del suo tempo ”Innsbruck , debbo lasciarti ”
Comunque il Lied non comparve prima della fine del settecento, quando un certo Adamo Hiller, autore di un noto Singspiel tedesco, e Pietro Schultz cominciarono ad introdurre canti popolari nelle opere in miniatura, che incontravano il favore del pubblico e che furono talora imitate anche da Mozart. Stavolta fu quindi Berlino e non Parigi o Vienna, a celebrare questa nuova forma d’arte. Anche Goethe, pare ammirasse il Lied, seppure non ne avesse intuito le possibilità musicali. Certo è che Haydn, Mozart e lo stesso Beethoven amavano molto il Lied, mentre nella prima metà dell’ottocento fu molto apprezzato da Schumann e anche da Schubert. La sua fortuna dipese molto dalla disponibilità di uno strumento adatto ad accompagnare la voce. Il liuto era troppo difficile da suonare e il suono del violino troppo acuto. Quando arrivò il pianoforte, il problema fu risolto.
Come il clavicembalo, suo predecessore, il pianoforte è uno strumento a tasti e corde, ma con una innovazione, che mentre nei vecchi strumenti le corde venivano ” toccate ” in un modo analogo a quello con cui si pizzicano le corde del mandolino o della chitarra, nel nuovo venivano percosse da martelletti imbottiti, permettendo così di variare il volume dei suoni prodotti. Il nuovo strumento poteva venir suonato molto piano o molto forte, come diceva appunto il cronista, annunciando nel 1709 che il fiorentino Bartolomeo Cristofori , aveva inventato un gravicembalo col piano e forte.
Tornando a Mahler possiamo ricordare che nel 1902 conobbe e sposò Alma Schindler , che le diede due figlie , una morta a quattro anni di difterite e l’altra guarita dalla stessa malattia, che divenne invece da adulta scultrice.
Nel 1908 per tre anni consecutivi si stabilì nel Tirolo, a Dobbiaco, dove compose la sua nona sinfonia Das Lied von der erde e dove iniziò la decima. Al Metropolitan Opera House di New York debuttò il 1° gennaio del 1908 dirigendo Tristan und Isolde con Louise Homer , il Don Giovanni con Antonio Scotti *. Nel 1909 Le nozze di Figaro e La sposa venduta e infine nel 1910 La dama di picche con Alma Gluck dirigendo complessivamente cinquantaquattro recite. Dal 1909 al 1911 è direttore musicale della New York Philharmonic.
Malato gravemente di cuore dal 1907 fu costretto a cure delicate per una endocardite che lo costrinse a tornare dall’America, dove per un anno con i suoi concerti ebbe un successo strepitoso. Morì nel sanatorio Low di Vienna nel 1911. La sua decima sinfonia rimase incompiuta.
Qui vi lascio cari amici con La perdizione di Ken Russell . Un film affrontato dal regista alla sua maniera, con grande capacità filmica, di molta suggestione.
Alla prossima. La vostra Isabella
notizie da un articolo di Giuseppe Rigoletti e dal libro ” Le arti” di Hendrik Willem Van Loon
Una chicca : non sapevo che mio padre Antonio Scotti fosse omonimo del baritono Antonio Scotti *.
Quanto si impara facendo ricerche…
A Lipsia esiste un manoscritto del XV secolo dove si legge la parola ” sinfonia ” sopra un brano ” per tuba ed altri strumenti armonici ”. La stessa parola dopo questa prima volta, si ritrova in Luca Marenzio, uno dei più famosi compositori della sua epoca, definito ” il dolcissimo cigno italiano ”.
da Wikipedia
Egli chiama ” sinfonie ” alcuni intermezzi strumentali inseriti in opere vocali, apparse nel 1589. Anche altri maestri del XVII secolo usarono tale parola per indicare composizioni musicali. Ad esempio Salomone Rossi , che si autodefiniva l’ ebreo , e di cui nulla sappiamo se non del periodo in cui servì come violinista alla corte di Mantova dal 1587 al 1628 , pubblicò nel 1607 un volume di composizioni strumentali che chiamò ” Sinfonie e Gagliarde ”. Il significato di questo secondo termine è chiaro : così si chiama una danza, detta anche ” gaillarde ”, per lo più allegra che nella suite seguiva una danza in tono molto solenne o una pavana ( La pavana è una danza di corte in metro binario e di andamento moderato, che sostituì nel primo quarto del XVI secolo la bassadanza e che ebbe il suo periodo di splendore nel XVI e XVII secolo e anche nel XVIII secolo. La pavana è la danza aristocratica per eccellenza e trionfa in tutte le corti italiane ed europee: si tratta di una sorta di passeggiata cerimoniale, cui è affidata l’apertura di ogni ballo di corte e può persino accompagnare l’ingresso della sposa in chiesa. WIKIPEDIA )
Comunque il concetto di ” sinfonia ” si identifica ancora con quello di semplice brano strumentale. Si tratta di brani che vengono catalogati come antenati della ” sonata ” . In seguito dal punto di vista formale esse avranno molte cose in comune ma già dai loro albori sono quindi strettamente legate.
Contemporaneo di Rossi, fu Biagio Marini. – ( Compositore e violinista, nato a Brescia prima del 1597, morto a Venezia nel 1665. Probabilmente allievo di C. Monteverdi, fu, dal 1615 al 1618, violinista della cappella di San Marco. Nel 1620 è a Brescia, alla chiesa di S. Eufemia, nel 1622 alla corte di Parma e dal 1623 al 1645 al servizio del conte Palatino di Neuburg e Düsseldorf, nel quale tempo gli vengono largite lettere di nobiltà e la dignità di consigliere di camera. Più tardi lo troviamo a Ferrara e a Milano. È il primo violinista che si sia fatto un nome anche quale compositore di musica strumentale da camera. Si deve a lui la più antica Sonata “a violino solo” (pubblicata nel 1617), nella quale il violino è trattato polifonicamente e non ha bisogno di uno strumento accompagnatore. di Fausto Torrefranca – Enciclopedia Italiana (1934) )
Svolse la sua attività presso corti principesche italiane e tedesche e può forse essere designato come il primo virtuoso di violino e autore di musiche per tale strumento. Il suo ” opus I ” del 1617, include una ” sinfonia breve ” e il suo secondo lavoro porta il titolo di ” Madrigali e Sinfonie” , il che vuol dire semplicemente che trattasi di brani in parte vocali e in parte strumentali. Nella storia degli albori della sinfonia, si potrebbe anche includere ” le Sinfonie Ecclesiastiche ” del celebre Adriano Banchieri .
” Il compositore teorico e letterato Adriano Banchieri nacque a Bologna nel 1568.
Fattosi monaco olivetano, si dedicò assiduamente allo studio della teoria musicale e delle liriche, introducendo l’uso delle stanghette divisorie delle battute musicali nelle partiture di composizioni vocali e inventando, insieme con Orazio Vecchi, il cosiddetto “madrigale drammatico”, su soggetti comici.
Fu organista a Lucca e fondatore dell’Accademia dei Floridi. Fra i suoi trattati teorici vanno ricordate le Conclusioni, un’analisi degli strumenti, del tipo di musica e del ruolo dei musici nel suo tempo, e l’Organo suonarino, del 1605.
Tra i ‘madrigali drammatici’ risaltano invece Il festino della sera del giovedì grasso (1609), La pazzia senile (1598) e La saviezza giovanile (1607).
Per quanto riguarda la musica sacra da lui composta, sono giunti fino a noi i Concerti Ecclesiastici (1595) e una Messa solenne (1599) a 8 voci.
Da un punto di vista strettamente letterario di Banchieri è famoso il Cacasenno, in seguito aggiunto al Bertoldo e Bertoldino di Giulio Cesare Croce.
Morì a Bologna nel 1634. ”
Note biografiche a cura di Maria Agostinelli. ( http://www.liberliber.it )
Ascoltando le ‘‘ Sinfonie ecclesiastiche ”, constatiamo come nell’accezione dell’epoca il significato della parola ” sinfonia ” fosse più o meno quello di ” pezzo per strumenti ” ; nello stesso senso erano usati i termini ” sonata ” e ” toccata ”, entrambi di identica origine, perché sia l’uno che l’altro termine stanno a significare semplicemente ” brano da suonare ” e quindi musica strumentale, contrapposta a ” cantata ”, cioè musica vocale. A tale proposito va notato che i compositori italiani d’ opera del XIX secolo, Rossini, Donizetti, Bellini e perfino Verdi , chiamavano sempre e comunque sinfonie i brani introduttivi dei loro lavori teatrali ( che altrove da lungo tempo erano definiti ouvertures o Vorspiele ) e ciò in un periodo in cui tale parola aveva ormai acquistato nella morfologia musicale, un ben preciso significato.
La sinfonia, quale oggi la intendiamo, andò prendendo forma solo intorno ala metà del XVIII secolo. Coloro che per primi se ne servirono sono quasi sconosciuti al grande pubblico e di essi si occupano ormai solo gli studiosi. Ben presto però si formò quella che si potrebbe definire la prima ” generazione di classici ”, i primi cioè compiuti creatori : Haydn e Mozart, con mezzi incredibilmente poveri, costruirono un nuovo edificio sonoro. In poche decine d’anni si giunse al titano che mandò in frantumi le norme da poco stabilite, per trasformare in musica le esperienze del proprio cuore : Beethoven, di cui racconto qualcosina in altri miei post. Poco dopo Schubert , un giovane del tutto inadatto alla vita, solo e senza appoggi, saprà trasfondere nelle sue melodie i dolori ineffabili e le lacrime non piante.
A questo punto la sinfonia diviene specchio del periodo romantico, del secolo XIX, col quale giungerà a termine un lungo periodo storico : sorgerà una nuova era, i cui principi, la cui tecnica, il cui spirito di collettivismo, il cui materialismo apriranno orizzonti assolutamente nuovi al regno dell’arte.
La sinfonia, riflette gli slanci romantici, i dissidi dell’anima, la profonda fede e il tacito dolore; canta il primitivo contatto con la natura e innalza lo spirito verso mistiche altezze. Essa sviluppa l’ antica aspirazione ad una forma chiara, quasi classica, in se stessa valida, introducendo anche parti descrittive, programmatiche, pittoriche.
Fonte – Storia della musica La Sinfonia – Kurt Pahlen