Sai, inconsciamente
era te
che aspettavo.
Da tempo cercavo
qualcuno
che volesse con me,
condividere tutto.
Ora,
coscientemente,
so che sei tu
quel qualcuno.
Ricordo ancora
il nostro
primo incontro,
in casa d’amici,
e ricordo ancora
quando
i miei occhi
all’improvviso
hanno visto
i tuoi .
Incrociare
il tuo sguardo
e capire
in un attimo
che il mio cercare
era finito.
Sentire
un tuffo al cuore,
avvertire
un tremore,
vivere
una sensazione
di totale abbandono…
Anche ora,
quando ti vedo
vivo
le stesse emozioni.
Sai,
dicono
che tutto ciò
si chiami
”Amore”.
Isabella Scotti
Romeo e Giulietta ( 1968) regia di Franco Zeffirelli
Un tempo,
fanciulla,
passavo qui
la mia estate.
Ricordi?
Mi fermavo
sul tuo ponte di legno,
per guardare
il fiume Brenta
scorrere veloce,
e sentire
l’aria frizzante
scendere dalla Valsugana.
Era un tornare gioioso
il mio:
adoravo rivedere
la campagna
che ti circonda,
Marostica,
con la piazza degli scacchi
e le sue ciliegie,
carnose e succose.
Andare in bicicletta
per strade sterrate,
polverose,
lontano da rumori assordanti,
per ascoltare
nient’altro che fruscii
tra le fronde,
e acqua
di piccoli ruscelli
scorrere
lungo i bordi dei campi.
Le voci
parlare in dialetto
con un tipico accento veneto
particolare,
che mi piaceva
per la sua cantilena cadenzata.
Il Grappa e la grappa.
Monte e liquore
dallo stesso nome,
tutti e due
parte integrante di te,
Bassano,
assieme alla tua ceramica
dal colore azzurro,
blu cobalto.
Bassano,
sei stata il mio sogno
di bambina,
sei ora
il mio ricordo
di adulta!
Isabella Scotti
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Foto di mio figlio le prime. Le ultime due scattate ovviamente da me col cellulare
Amo ancora
la mia vecchia casa
e il suo giardino.
E’ un ricordo
che spesso
affiora
da un passato lontano
parte ormai
di un altro mondo.
Ma è un ricordo dolce,
un rivedere
momenti di vita vissuta,
e risentire nell’aria
quel profumo di glicini.
Sentire abbaiare
il mio caro Billi
e vedere
mia madre
seduta sulla panchina
a leggere,
all’ombra del grande tiglio.
Il giardino con le aiuole
tutte fiorite,
i nasturzi, la salvia splendida.
Colori e sole,
e quando invece
la pioggia scendeva,
allora dentro casa
era un ritrovarsi al riparo,
e riscoprire
il calore familiare,
il piacere dello stare insieme
al caldo delle vecchie stufe.
Giocare a dama o a scacchi,
il tutto accompagnato
da ottimi dolci profumati
e gioiose risate.
E poi la musica
da sottofondo, sempre,
alle ore che passavano.
E giocare a nascondino,
in quel giardino
con gli amici più cari.
Ora,
ho la sensazione,
nitida,
che mai potrò dimenticare
la mia casa e il suo giardino.
Sono
parte di me,
del mio passato
ma anche e soprattutto
trampolino di lancio
per la mia vita di oggi
serena e pacata.
Isabella Scotti
Dalla mia raccolta ”Riflessioni”. Immagini e ricordi di un tempo che fu.
E fu subito
un brillare
di migliaia di stelle
che si accendevano
una dopo l’altra,
in quel cielo
buio
nero come la pece,
e nel silenzio,
solo,
lontano,
il canto dei grilli.
Isabella Scotti
Dalla raccolta ”Atmosfere silenziose” del mio libro ”Miscellanea- visioni e palpiti del cuore, pensieri nascosti sotto forma di parola”
Poesia scritta dopo una passeggiata notturna, in estate, rientrando in albergo, nell’isola di Salina alle Eolie.
Il ricordo è come un’onda del mare, che arriva improvvisa e ti sommerge. Non puoi far altro che abbandonarti a lei, facendoti trasportare come quando si fa il”morto a galla”. E il tempo presente si frantuma in tanti piccoli o grandi momenti della nostra vita passata. Ritornano così immagini o rivivono episodi ,che sono stati il nostro vissuto nel bello e nel brutto. Si risvegliano allora emozioni che credevamo sopite per sempre e relegate in un angolo del nostro essere. Così succede a me, ogni volta che ritorno a Bassano del Grappa, a Nove dove sono nati i miei genitori e dov’è sepolto mio padre, a Marostica , dove si rappresenta la famosa partita a scacchi in costume. Rivedere la bella campagna veneta da cui partono le mie origini. Luoghi da me molto amati ,ai quali faccio ritorno sempre con una gioia infinita. Forse perchè il tornare è quel ricordo che affiora, e rivedere paesi che per me hanno una forte valenza sentimentale, è un ripercorrere un pò la strada della mia vita. Qui vivevano soprattutto i parenti di mia madre, più numerosi , oltre due cugini di mio padre che ancora adesso con piacere andiamo sempre a trovare. Ricordo la casa della mia bisnonna ,chiamata affettuosamente ”nonna Nana”, nel quartiere di San Vito, sulla strada che va da Bassano verso la Valsugana. Era una grande casa su quattro piani, con un’ enorme cucina al piano inferiore dove si trovava il focolare con il suo bel ”caliero” così chiamato , in veneto, il paiolo per la polenta, e un lavabo in travertino, al di sotto del quale delle tendine nascondevano delle pentole in rame. C’era una stanza, dove la zia Aida teneva una bella macchina da cucire che le serviva per il suo lavoro di sarta e dove, in un salottino vicino, riceveva le sue clienti. Le camere da letto ai piani superiori erano spaziose e con la mia bisnonna, vedova, vivevano le sue tre figlie, tutte sposate e sua sorella ”la zia Marina”. All’ultimo piano c’era il granaio dove si radunavano le provviste di cibo e dove ”nonna Nana”aveva ricavato degli spazi dove far dormire tutti i nipoti, anche quelli come me che arrivavano d’estate. Il bagno era all’esterno della cucina in un grande cortile, dove in un recinto la nonna teneva dei conigli. Mi piaceva molto quella casa. Mi divertiva la compagnia di quei cugini, ben più grandi di me, di quegli zii spiritosi, e dei miei nonni con i quali mi accompagnavo, aspettando più tardi l’arrivo di mia madre con mio fratello, più piccolo di me di due anni. Ricordo le passeggiate serali verso la stazione, sotto le stelle, le risate: sembravamo una carovana. E poi c’era Bassano. Il suo famoso” ponte degli alpini”, il fiume Brenta nel quale mio padre adorava bagnarsi, e la campagna veneta da girare in bicicletta in un traffico quasi inesistente. Il tempo passa, le persone assumono atteggiamenti diversi , le mode cambiano, tutto si trasforma, ma anche tutto rimane. Ed ecco allora” Piazza della Libertà”, un tempo” Piazza dei Signori” , con la grande chiesa oggi in restauro, il Museo civico, sorto nel 1828, il più antico del Veneto e le librerie famose come quella ”Roberti” ad esempio, fulcro se vogliamo della vita culturale di Bassano fatta anche di rappresentazioni teatrali, danza, opere liriche. Senza dimenticare la ceramica: vasi, piatti, centrotavola tutti disegnati e colorati d’azzurro e di giallo. La famosa grappa Nardini, da prendere rigorosamente prima di attraversare il ponte d’inverno, per affrontare meglio il freddo che scende dalla Valsugana. Possibile che mi prenda questo nodo alla gola nel riscoprire angoli fioriti e nel risentire nell’aria i profumi di un tempo? E’ questa terra che sento mia, pur essendo nata a Roma. Terra che mi parla con la sua storia, con i suoi panorami, con il Monte Grappa ricco di passato. Questa campagna veneta sa sempre accogliermi, sa rilassarmi e coccolarmi, ed è in fondo proprio qui, che io mi sento veramente bene.