Quando nel 2012 facemmo il nostro viaggio ”on the road” in Bretagna e Normandia, non si potè fare a meno di visitare questo luogo tanto fascinoso quanto ricco di storia. E fu davvero straordinario arrivare sotto un cielo nuvoloso, e vederlo spuntare all’improvviso, in territorio normanno, per un caso fortuito, di deviazione di un fiume, quasi dal nulla. Maestoso, imponente si presentò ai nostri occhi misteriosamente, come sorgendo dall’acqua, mentre intorno in un silenzio quasi spettrale si evidenziava uno spettacolo particolare, quello di un mare, piatto, immobile immerso in una nebbia sottile, che solo qualche gabbiano poteva penetrare . Eppure ci fu un certo Henry Beyle, montanaro innamorato di città di pianura, francese esterofilo, soldato della Rivoluzione di conclamati gusti aristocratici, anticonformista nato, nonchè scrittore famoso sotto lo pseudonimo di Stendhal, che non rimase affatto colpito dalla bellezza di questo luogo, anzi. Di passaggio ad Avranches, la cittadina che fronteggia, sulla costa normanna, la celebre abbazia fortificata, liquidò il monumento con un’unica, demolitrice battuta : ”Mi è sembrato così piccolo, così meschino, che ho rinunciato all’idea di andarci”. Ma è vero che la lapidaria condanna veniva da un uomo che confessava candidamente : ”…i miei giudizi variano come il mio umore…non sono altro che impressioni…” Cominciamo ora col dire dove Mont Saint Michel si trova. Nel nord della Francia, di fronte alla Manica, la terra si apre a formare due grandi penisole, una completamente orientata a settentrione, il Cotentin, l’altra, protesa verso l’aperto oceano ad occidente: la Bretagna. Una serie di isole, le Isole del Canale, geograficamente francesi ma politicamente britanniche, occupano il vasto golfo tra le due lingue di terra. Proprio all’estremità interna di codesto golfo, là dove le coste delle due penisole s’incontrano, si apre un’ampia baia a V, dove terra e mare si uniscono per creare un terreno ”anfibio”. Qui, infatti la marea, ritirandosi, arretra di quasi dodici chilometri rispetto alla linea raggiunta in fase montante: e lascia scoperto un immenso banco sabbioso. E’ una zona strana, fantastica, dalla vita effimera, o meglio alternata. In mezzo alla baia sorgono due isolotti granitici: il Mont-Saint-Michel, dove una piccolissima cittadina cinta da mura medievali è dominata da un imponente complesso abbaziale, e la Tombelaine, ancora più piccolo e quasi disabitato. Gli isolotti, raggiungibili a marea bassa, risultano completamente circondati dalle acque quando queste salgono, due volte al giorno. Ma a Mont – Saint – Michel storia e leggenda spesso si mescolano. Così accade per quanto riguarda la posizione insulare del monastero. Nell’VIII secolo, infatti, dove ora si estende la vasta baia a V , verdeggiava una lussureggiante foresta: quella di Scissy. Dai suoi alberi emergevano due monticelli rocciosi: il piccolo faglione di Tombelaine e il grosso roccione di Mont – Tombe. Quando, nel 708 l’Arcangelo Michele, apparve in sogno all’abate Oberto e gli disse di fondare un monastero in suo onore, egli si mise subito all’opera, mandando i suoi delegati a fare incetta di reliquie ed abbellire il monastero , nell’altro grande convento di San Michele esistente nelle terre cristiane, quello di Monte Sant’Angelo in Puglia. Al ritorno degli inviati, il santuario in costruzione troneggiava non più su una verde foresta ma sui flutti. Per volontà divina dissero i monaci. Per un bradisisma, affermano gli scienziati. Nel corso del XV secolo, durante la guerra dei Cent’Anni, il conflitto che oppose inglesi e francesi dal 1337 al 1453, Mont- Saint- Michel fu una roccaforte francese incuneata nei territori inglesi. Per togliersi questa spina dal fianco gli inglesi inviarono contro il monastero una cospicua flotta, le cui navi rinserrarono l’abbazia, destinata certamente alla presa, se un improvviso e violento fortunale ( opera dell’arcangelo Michele, dissero i francesi ) non avesse scompaginato le file inglesi, sbattendo le navi contro gli scogli. L’episodio trasformò un repentino assalto in uno snervante e interminabile blocco, durato ben dodici anni .L’assedio si concluse solo quando le truppe francesi riuscirono ad infrangere il cerchio nemico, liberando ”la novella Troia”. Fu per le fortificazioni dell’isola, il più lungo, severo collaudo. Certamente la sua posizione ha contribuito a rendere inespugnabile l’abbazia. Oggi una diga, eretta nel 1877, consente di percorrere all’asciutto il breve tratto di mare che separa Mont- Saint- Michel dalla terraferma, ma in passato ci si poteva arrivare solo in barca, lottando contro la potente spinta delle maree. Con la bassa marea era anche possibile camminare sul fondo marino asciutto,col rischio però di sprofondare nelle sabbie mobili o di farsi sommergere dalle acque montanti . Ciò nonostante parecchi tentarono la sorte. Nella città di Bayeux si conserva un arazzo dell’XI secolo sul quale è raffigurata, come su un lungo fumetto, la conquista normanna dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore. Una delle scene dell’arazzo mostra i Normanni intenti a combattere, durante un’azione militare in Bretagna, nelle sabbie della foce fluviale davanti a Mont- Saint- Michel. Il testo latino dice: ”Et hic transierunt flumen Cosnonis. Hic Harold dux trahebat eos de arena” ( E qui attraversarono il fiume Cuesnon. Qui il duca Harold li tirò fuori dalla sabbia. ). Il santuario è comunque, appena vi si arriva, inerpicandosi su per una stradina , una volta percorsa dai pellegrini e oggi piena zeppa di negozietti di souvenir e ristorantini, qualcosa che lascia senza fiato . Io non dimenticherò mai, una volta arrivati in cima, la sua visione, grandiosa, quella di un luogo intensamente spirituale tutto da scoprire.
Fonte : Le 100 meraviglie – Il trionfo della Fede
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