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Altre  nomination   arrivate.   Ringrazio  la  dolce  Franca  (  http://lemieemozioniinimmagini.wordpress.com//) ,  la  dolce  Viola ( http://violetadyliopinionistapercaso.wordpress.com//per avermi voluto  conferire  il  premio  istituito  da  semprecarla  :  ”Talento innato” , la  cara Maria  (  http://nonsoloparole.wordpress.com// e  l’amico  Antonio ( http://AntonioTomarchio.wordpress.com//per  avermi  nominata  per  il  The  very  inspiring  blogger  award. Sono  onorata  di  cotanta  stima  e  ovviamente   posso  dire    che ” orgogliosamente”  ne  sono  felice (  alla  faccia  stavolta  dell’essere  umile ) . A  parte  gli  scherzi  tutte  queste  catene  sono  simpatiche  ma  anche  per  me  impegnative  perchè,  per  rispondere  o  parlare  come  mi  piacerebbe  raccontandovi  di  me,  ci  vorrebbe  tempo  che  io  purtroppo  non  ho.  Comunque  a modo  mio  dirò  qualcosa  cercando  in  voi  comprensione.  Le  regole  per  il  primo  premio  dove  la  parola  ”Talento”  è  ben  evidenziata,  sono  queste

1)Mettere  il  logo

2)  Nominare  10  blogger

3)Rispondere  ad  alcune  domande

 

Poichè   rispondere  a  comando  è  una  cosa  che  gradisco  poco,  ho  poco  tempo come già detto  e  sono  del  Leone (  cioè  in  un  certo  senso  piace  a  me  dettar  le  regole ,  però  con  misura  per  carità …) ,   scriverò  ciò  che  penso  a  grandi  linee  di  questo  premio.  Badate  la  mia  non è  presunzione,  ma  una  sorta  di  libertà  nello  scrivere,  in  maniera  indipendente  da  regole.  E’  questo  un  premio  che  trovo  particolare, intelligente  e  per nulla  di  poco  conto.  Questo  per  dei  motivi  specifici.   Penso  che  lo  scrivere  non  possa  essere  improvvisato  più  di  tanto.  Prima  di  tutto  è  secondo  me  importante  avere  una  conoscenza  della  propria  lingua  almeno  a  grandi  linee. E  avere  talento  innato  non  giustifica  secondo  me  errori  ortografici che talvolta rovinano la scrittura.  Tutto  ciò  che  si  affida  alla  penna  deve  anche  essere  guidato  dal  buon  gusto  perchè  è  ciò  che  poi  rimane  sulla  carta.  Fantasia  e  creatività  aggiungono  poi  sicuramente  allo  scritto  quel  pizzico  d’interesse  che  attrae  chi  legge. Queste per la scrittura  in  generale le cose che ritengo importanti. Non mi piace la competizione perchè conosco i miei limiti e perchè non mi ritengo affatto una scrittrice, poetessa o quant’altro e perchè  fondamentalmente sono capace di emozionarmi troppo e  le emozioni forti ad una certa età sono da evitare. Scrivo perchè da un pò di tempo in qua mi piace lasciare su fogli di block notes  tracce di me ed è una cosa che si è affacciata  all’improvviso dandomi anche  miracolosamente,  qualche soddisfazione.  A  volte  lascio  che  la  realtà,  se  mi  sconvolge  profondamente,  m’ispiri  nelle   mie composizioni.  Non  accetterei  mai  di  scrivere  per  somme  di  denaro  qualcosa  lontano  dalle  mie  corde,  sarebbe  un  tradire  me  stessa.   Ed  ora  parlando  di  nomination   mi  associo  a  quello  detto  a  riguardo  da  Antonio  Tomarchio:  chi  sono  per  valutare  chi  ha ” talento  innato”  e  chi  no?  So prattutto  io  che  scrivo  da  poco?  No  ragazzi,  qui  mi  tiro  indietro. Anche  se  considero  qualcuno  davvero  di  talento,  non  posso  dare  giudizi.   Per  quanto  riguarda  il  premio  ”the  very  inspiring  blogger  award”  sono  contenta di averlo ricevuto  per  ben  due  volte.  Per  ringraziarvi  vi  racconto   allora  un  pò  di  me( poco  però ,  non  vi  ci  abituate  troppo).  Sono  una  donna  che  ha  sempre  avuto  nella  sua  vita  ben  chiari  certi  punti.  E  ho  sempre  ispirato  la  mia  vita  a  certi  valori  dei  quali  non  posso  fare  a  meno.  Tra  questi  annovero  ad  esempio  il  rispetto e  l’educazione.  Penso che la famiglia sia  in  primis  il  luogo  dove  tali  principi  possano  venire  recepiti  per  poi  nella  vita  realizzarli  compiutamente.  Ho vissuto lungo  i  miei  anni  esperienze  di  dolore  superate  con,  e  di  questo  ho  la  certezza,    l’aiuto  della  preghiera  e  non  mi  vergogno  affatto  nel  dirlo. Sono  stata  investita  sulle  strisce  pedonali  mentre  portavo  mia  figlia  all’asilo e  chi  mi  ha  visto  volare  credeva  fossi  morta.  Sono  ancora  qui.  Abbiamo  avuto  un  terribile  incidente  in  cui  un  motociclista  venutoci  addosso  è  rimasto  in  coma  per  un  mese circa  per  poi fortunatamente  risvegliarsi.  Non  ho  mai  pregato  così  intensamente  come  in  quella  circostanza , a  parte  quando  mio  padre  si  ammalò.  Penso  che  la  preghiera  sia  fondamentale  nella  nostra  vita.  E’  un  avvicinarsi  a  quel  Qualcuno  di  cui  tutti,  anche  chi  non  crede,  può  avere  bisogno  in  un  momento  particolare  della  propria  vita.  Mi  piace  se  posso,  aiutare  chi  sta  male  interiormente  o  fisicamente  ma  non  attraverso  il  volontariato,  semplicemente quando  per  caso  se ne  presenta  l’occasione. Come  quando  in  ospedale  per  un’operazione  andavo,  aspettando  il  mio  turno,  da  qualche  malato  a  fargli  compagnia, o  gli  davo  da  mangiare  o  solo  pettinavo  qualche  vecchietta.  Questo  un  esempio.  Da  ciò  ne  traggo  sempre  gioia.  Altre  cose  di  me  le  ho  raccontate  su  altri  post  di  ringraziamento.  Per  ora  basta,   mi  fermo  qui, sono  stanca  di  scrivere e  ho  molte  cose  da  fare,  perdonatemi.   L’ultima  cosa  che  vi  voglio  lasciare  è  però  questa  mia  poesia,  che  parla  ancora  un  pò  di  me.  Vi  abbraccio  tutti.  Isabella

Sì…

So  aspettare.

E  so  capire

dopo  ogni  tempesta

quando  di  nuovo

sorge  il  sole.

Aspetto

finchè

si  possa  ricominciare.

E  quando

questo  accade,

ogni  istante

messo  in  fila,

è  per  me

un  inno  alla  vita.

Isabella  Scotti

 


La  società   italiana  era  molto  variegata  come   in  realtà  tutte  le  società  del  mondo.  Al  vertice  della  piramide  troviamo  i  Savoia,  dove  probabilmente  contano  più  degli  uomini  le  donne. L’energica  regina  Margherita, Elena  la bellissima  slava .  I  grandi  capitani  d’industria  (  Volpi  di  Misurata,  Treccani,  Pirelli,  Agnelli )  fautori  della  guerra,  prendono  il  posto  degli  aristocratici  nei  loro  palazzi,  nei  loro  castelli,  nelle  loro  belle  ville  sui  laghi,  da  dove  dirigono  l’economia  del  nostro  bel  Paese,  che  la  guerra  anche  se  vinta  ha  gettato  nel  caos. Ci  sono   i  pescecani,   volgari  profittatori  delle  difficoltà  quotidiane,  arricchiti  e  insolenti, che  oscillano  tra  il  vivere  e  l’essere  e  c’è   la  borghesia,  monarchica,  conservatrice,  colta,  tradizionale  vivaio  dell’alta  burocrazia,  della  magistratura,  e  dell’apparato  universitario  che  sta  alla  finestra  e  aspetta.  I  reduci,  senza  lavoro,  umiliati,  emarginati,  scalpitano.  I  fascisti,  con  nomi  e  divise  pittoresche,  sembrano  tanti  grazie  alla  loro  violenza  verbale  e  alla  loro  natura  manesca. I  quaranta  milioni  d’italiani  sono  campanilisti,  hanno  il  senso  della  famiglia  dove  domina  la  figura  della  madre, e  della  religione  (  vista  attraverso  il  parroco).  In  questa  società  posto  per  le  femministe c’è  n’è  poco.  Le  donne,  o  sono  di  casa   o  sono  di  quelle.  Non  esiste  alternativa  a  scelta.  La  poetessa  Rossana  Zezzos  ,calata  a  Milano  in  abiti  maschili,  viene  condotta  a  San  Vittore,  trattenuta  un’intera  notte,  e  rilasciata  soltanto  in  presenza  del  fratello.  Ada  Negri  rifiuta  persino  di  vederla.  E’  sintomatico  che  Guido  da  Verona  parli  di  Landru  appena  ghigliottinato,  come  di  un  sedotto.  Le  donne  devono  tornare  tra  le  pareti  domestiche.  Siccome  non  obbediscono  prontamente  si  ricorre  all’intimidazione.  A  Firenze  e  a  Torino,  per  allontanare  dai  pubblici  uffici  le  impiegate,  i  reduci  li  occupano  con  forza.  Si  salvano  a  stento  le  vedove  con  figli  a  carico.  Nelle  fabbriche  si  proibisce  alle  donne  il  turno  di  notte,  si  accorcia  l’orario  di  lavoro,  si  riduce  lo  stipendio.  Poche  le  carriere  concesse:  maestre,  ostetriche, sarte,  telefoniste,  segretarie.  Oltre,  quelle  di  balie, attrici,  bidelle,  prostitute.  Sul  lavoro  devono  portare  austeri  grembiuli  neri,  non  truccarsi (  hai  capito  MarisaMole’s ? ) non  fumare,  non  soffrire  di  dolori  mestruali. Le  ragazze  madri  perdono  il  posto.   Nel  regime  maschilista  timidamente  la  stampa  femminile  continua  le  sue  pubblicazioni.  Resiste  la  pubblicità  dei  prodotti  di  bellezza,  anche  se  è  un  genere  di  lusso  non  alla  portata  di  tutte  le  donne.  La  Germania  sospende  l’invio  di  carbone  stabilito  dal  trattato  di  pace,  e  subito  si  fermano  i  treni,  ma  non  le  industrie.  Negli  uffici  dei  dirigenti  si  assumono  le  segretarie,  fanno  la  loro  comparsa  le  prime  macchine  calcolatrici,  si  cominciano  a  spedire  lettere  di  licenziamento  per  scarso  rendimento.  Si  aggravano  le  leggi  contro  le  frodi  alimentari:  il  latte  arriva  al  cliente  annacquato  fino  al  22  per  cento.  I  francobolli  salgono  a  cinquanta  centesimi,  ma  le  regie  poste  non  funzionano  nè  basta   a  migliorarle  il  francobollo  commemorativo  della  marcia  su  Roma.  La  pubblicità  invita  a  dimagrire,  finanzia  concorsi tipo  ”Bimbi  belli  d’Italia”.  Fra  i  giocattoli,  la  novità  più  sensazionale  sono  i  modelli  Fiat,  a  lire  dieci  e  novanta.  Il  maggior  disastro  nazionale  è  la  rottura  della  diga  del  Gleno,  nell’alto  bergamasco  che  contiene  un  bacino  artificiale.  La  massa  d’acqua  distrugge  tutti  i  villaggi  della  vallata,  poco  prima  di  Natale,  e  i  morti  non  si  contano.  Nei  tabarin  arriva  il  charleston  e  Isa  Bluette  lo  lancia  con  la  canzone  Lola.

Fonte  ”Parlami  d’amore  Mariù”

Vita , costume  e  storia  d’Italia  tra  gli  anni  venti  e  quaranta

A  cura  di  Roberto  Gervaso