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In agonia
urla il silenzio.
Non sta zitto .
E sale
il mio turbamento.
E’ follia
che si comporti
così.
Chiedo solo pace,
solo quiete.
Non frastuono,
non urla.
Vorrei che
il silenzio
fosse muto
come dovrebbe essere.
Pensavo
che
mi avrebbe
confortato,
che mi avrebbe
fatto compagnia
Non sapevo
che il suo urlo
sarebbe stato
come quello
di Munch.
Continua ora
a salire
in me
un ‘ angoscia
senza fine,
una pena
straziante
che mi lacera
il cuore
Isabella Scotti marzo 2021
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Incipit in neretto dalla silloge di Marco Corsi ” E ancora leggera la brezza ”
Un libro che vi consiglio vivamente . Rimarrete stupiti dalla sua bravura . Oltre che un amico a cui va tutta la mia stima, è una persona colta, profondamente preparato e competente. Vive e lavora a Roma dove dopo il liceo è subito entrato in servizio in qualità di Responsabile della comunicazione presso la Biblioteca Angelica di Roma. Studia presso il Master Officina della Poesia il Teatro e le Arti del Teatro Quirino. Le sue poesie sono intime, spirituali, molto ricercate.
Carissimi amici perdonate le mie non visite ai vostri blog, ma sto attraversando un periodo non facile.
Mi trovo a dover affrontare varie cosette che mi levano molto tempo. Quando a sera vengo al pc, gli occhi mi danno fastidio e resisto poco. Scusatemi. Spero di superare il tutto con leggerezza e coraggio allo stesso tempo. Farò il possibile per passare da voi. Anche uno per volta ma verrò a salutarvi. Siete tutti nel mio cuore. Vi abbraccio
La vostra Isabella
”Guillotin, medico e politico, si sogna un bel giorno che impiccare è disumano e poco patriottico. Vuole un supplizio senza corda nè palo… e costruisce una macchina che umanamente ucciderà e che si chiamerà ghigliottina”; così viene descritta, in una canzone popolare del 1793, la nascita di quel terribile strumento che i francesi ribattezzeranno ”rasoio nazionale”. In verità, il dottor Joseph Guillotin ( 1738 – 1814 ) non è affatto l’inventore della ghigliottina, e quando sente che la gente dà il suo nome al congegno protesta vigorosamente: lui è solo il propugnatore di un sistema di esecuzione più umano di quello esistente, rapido, senza inutili sofferenze e senza la solita seduta di tortura che per il vecchio codice penale doveva precedere sempre le esecuzioni capitali. La legge da lui presentata in questo senso all’Assemblea Nazionale il 10 ottobre 1789, e approvata il 3 giugno 1791, stabilisce che ” ogni persona condannata alla pena di morte, avrà la testa spiccata”. Nove mesi dopo, viene affidato al chirurgo Antoine Louis il compito di presentare una relazione sulle possibilità di costruire una macchina che assicuri ”esecuzioni perfette”. Louis compila un ”Promemoria intorno ai modi della decollazione” ( congegni del genere esistono in realtà già da secoli : il gibetto in Inghilterra; la zitella in Scozia; la mannaia in Italia e Germania), e presenta un progetto di ”macchina” la cui costruzione viene appaltata al tedesco Tobias Schmidt, fabbricante di clavicembali, per la modica cifra di 960 franchi ( l’abituale fornitore della Giustizia , Guèdon, aveva presentato un esoso preventivo.) Il nuovo congegno viene provato la prima volta su alcuni montoni, poi su tre cadaveri del carcere – ospizio di Bicetre. Funziona perfettamente. Finalmente, arriva il giorno dell’inaugurazione ufficiale; il 25 ottobre 1792, nella gremitissima place de Grève , il brigante Nicolas Jacques Pelletier offre gentilmente la sua testa, e la louisette ( o louison come viene definita in onore del vero ideatore ) gliela taglia ”pulitamente”. Dopodichè la louisette, ribattezzata ghigliottina dalla voce popolare, può cominciare il suo lavoro contro i nemici della Rivoluzione. Una curiosità: nella Lista delle vittime del tribunale rivoluzionario si leggono i nomi di
Luigi Capeto porta il numero 1 ;
Corday ( Marie Anne- Charlotte ) colei che uccise nel bagno Marat, il 48
Lorena D’Austria ( Maria Antonietta), vedova Capeto, di 38 anni, è registrata al numero 102.
Breve dizionarietto della ghigliottina:
Chapeau : sbarra orizzontale che sormonta i due legni verticali;
Mouton : grosso pezzo di piombo nel quale è incastrato il couperet, la lama, che scorre nella scanalatura dei legni;
La bascule : asse mobile sulla quale viene disteso il condannato;
La lunette : il ”collare” che tiene ferma la testa;
Panier : cesta piena di segatura nella quale cade la testa del decapitato.
decollazione: termine poco usato per indicare la decapitazione ( vedi ad esempio in arte ”La decollazione del Giovanni Battista” di Caravaggio)
fonte :I grandi della storia – Robespierre Arnoldo Mondadori editore