Beethoven si trovava molto bene a Bonn, stimato e benvoluto dallo stesso principe Massimiliano Francesco, protettore entusiasta della cultura. Ma aveva un sogno : andare a Vienna ed incontrare Mozart ormai diventato un grande, per farsi da lui ascoltare al pianoforte. Così nel febbraio del 1787 a 17 anni dopo aver ottenuto il consenso per il viaggio, partì. Quell’inverno era particolarmente rigido e Beethoven imbacuccato in una pelliccia, viaggiava in una diligenza, facendo tappa in fumose locande. Fu un viaggio lunghissimo, che durò quasi un mese attraverso un paesaggio di guerra: le armate della nuova Repubblica di Francia si battevano alla conquista dell’Europa un pò dovunque. Ma Vienna in quel periodo era una città straordinariamente affascinante, ed era una tangibile espressione della civiltà del Centro Europa di quel periodo. Vi si coltivavano tutte le arti ma la musica, specialmente quella italiana, teneva il primo posto ed infatti da qualche decennio la capitale austriaca era uno dei centri principali della vita musicale europea. L’imperatore aveva fondato il Teatro Nazionale, la corte imperiale aveva la sua orchestra e nelle case patrizie vivevano artisti a stipendio fisso. Per le strade si suonavano persino gli organini. Insomma si respirava un’aria festosa e civile. Sul finire del Settecento Vienna aperta alle correnti culturali d’Europa, aveva però perso la propria personalità artistica . La musica italiana predominava, e gli stessi Haendel, Haydn, Mozart erano scesi in Italia per perfezionarsi e portare lo stile italiano a Vienna. Ma quest’ultima con la costanza dei mecenati e la genialità di vari artisti cercava di riacquistare le posizioni perdute. Si deve quindi proprio a Beethoven se la musica tedesca tornò ad essere se stessa, originale e drammatica. Alla fine del Settecento la musica non era più patrimonio esclusivo delle potenti case aristocratiche, digradando verso gli strati sociali inferiori. Si faceva musica nelle pubbliche accademie, nei teatri gremiti di popolo. E Beethoven era ben contento di fare musica per tutti. Prima che per lui però i viennesi erano interessati alla musica e ancor più alla tecnica di pianisti quale Wolfl e Hummel, con i quali il nostro si misurerà in gara per vedere tra i tre chi fosse il migliore. Comunque la prima vittoria di Beethoven avverrà il 29 maggio 1795 quando suonerà al Burgtheater, a favore delle vedove della Società degli Artisti, il suo Concerto n.2 per piano e orchestra. Era una musica nuova, profonda, una musica di ”rottura” diremmo oggi. I viennesi applaudirono soddisfatti preparando così l’ascesa al grande compositore. Tornando però all’epoca in cui diciassettenne arrivò in città , Beethoven riuscì ad essere ricevuto da Wolfang Amadeus Mozart, realizzando finalmente il suo sogno. Mozart aveva allora trentuno anni ( morirà nel 1791 trentacinquenne) ed era l’idolo d’Europa. Nonostante l’emozione il nostro improvvisò con maestria, ma Mozart ebbe il sospetto che quel tedeschino avesse imparato il pezzo a memoria. Beethoven s’ accorse della sua diffidenza, e ottenuta una seconda audizione chiese che fosse lo stesso Maestro ad affidargli un tema da sviluppare. Così avvenne. Improvvisò con magnifica bravura una serie di variazioni al tema tanto che Mozart, sinceramente ammirato, disse ai presenti : ” Questo ragazzo farà parlare il mondo di sè”. E lo accettò come allievo pur non suonando mai in sua presenza, com’ebbe a dire lo stesso Beethoven.
fonte: ”I grandi di tutti i tempi” Beethoven periodici Mondadori http://www.viaggio-in-austria.it/vienna-bernardo-bellotto.htm
Aprendo questo link troverete immagini di Vienna nel Settecento riprese e dipinte da Bernardo Bellotto pittore italiano.