Sandrone era un personaggio. Uno di quei tipi un pò strani ma in definitiva innocui , che popolano spesso i paesi, e che proprio per questo sono conosciuti da tutti. Alto sul metro e ottanta o qualcosina in più ( non sono molto brava con le altezze ), prestante, col fisico di un atleta, Sandrone amava fare il vigile. Ma non lo era realmente, e neanche lo interpretava vestendosi in maniera adeguata usando una divisa, come tutti possono immaginare vestito un vigile, come Alberto Sordi nell’omonimo film. No, la sua particolarità risiedeva nel fatto di utilizzare gli abbigliamenti più stravaganti assieme alle pose che lo rendevano unico. Lo si poteva incontrare, all’improvviso, in mezzo alla strada con indosso un lungo pastrano dai bottoni dorati, lungo fino ai piedi. A gambe larghe, usando le mani a mò di paletta, fermava le macchine per farne passare altre. e chi non lo conosceva poteva anche pensare che fosse lì appositamente. A volte, si vestiva tutto elegante, camicia bianca e vestito scuro. Oppure solo con i pantaloni e a torso nudo quando era caldo o a volte, anche sotto la pioggia. Non si metteva mai allo stesso posto, anzi amava spostarsi continuamente tanto che lo si poteva incontrare nei luoghi più disparati quando meno te lo aspettavi. Aveva occhi grandi e magnetici. Non l’ho mai visto ridere, sempre serio camminava con un’andatura pesante, forse per la sua stazza chissà, ma sicuramente per quello era chiamato Sandrone e non con il suo vero nome Alessandro.
Bè, se n’è andato all’improvviso, pare per un’infezione, a soli 46 anni. Mancherà a tutti, ne sono sicura. Quei suoi occhi, i capelli lunghi, un pò riccioluti, la sua serietà. Un gigante buono.
Ciao Sandrone, ci rivedremo.