Era
un giardino
fiorito
la mia vita.
Ogni giorno
passeggiavo
felice
tra i fiori,
schivando
la tristezza.
Tutto
era luce,
non c’erano
ombre.
Ma
poi arrivò
la neve,
tutta insieme,
che mentre
scende
non fa paura,
anzi ,
è così bella.
Si allunga
la mano,
aspettando
che i candidi
fiocchi
vi si posino,
lievi
come batuffoli.
Arrivò
la neve
sì,
ma non
da sola.
Si portò dietro ,
anche
un gelo
antico ,
che mi pervase
tutta.
Ogni fiore
sparì
sotto quel
bianco manto.
Nulla
restò
del profumo
di quel giardino.
Ora ,
sto aspettando
il disgelo,
ma c’ è
una così
vaga
tristezza
nel mio
cuore ,
che quel vento
gelido
ha portato,
che mai più ,
ne sono sicura ,
camminerò
tra i fiori
felice.
Una parentesi
quella,
inevitabilmente
chiusa
per sempre.
Isabella Scotti febbraio 2021
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Oggi son già sei mesi che Ricky non c’è più. Il tempo corre veloce , il dolore rimane e fa male
artgeist.it
Brilla la luna tra il vento d’ autunno,
nel cielo risplendendo come pena lungamente sofferta.
Ma non sarà il poeta a rivelare
le ragioni segrete, il segno indecifrabile
di un cielo liquido di ardente fuoco
che annegherebbe le anime,
se sapessero il loro destino sulla terra.
La luna quasi mano
divide ingiustamente, come bellezza usa,
i suoi doni sul mondo.
Guardo pallidi volti.
Guardo fattezze amate.
Non sarò io a baciare il dolore che nei volti si mostra.
Solo la luna può chiudere, baciando,
quelle palpebre dolci che la vita ha stancate.
Quelle labbra lucenti, labbra di luna pallida,
labbra sorelle per i tristi uomini,
sono un segno d’ amore nella vita deserta,
sono il concavo spazio dove l’ uomo respira
e vola sulla terra ciecamente girando.
Il segno dell’ amore nei volti amati a volte
è solo la bianchezza brillante,
la dischiusa bianchezza di quei denti che ridono.
Allora si che in alto la luna si fa pallida,
si estinguono le stelle
e c’è un’ eco remota, uno splendore ad oriente,
vago suono di soli che anelano ad irrompere.
Quale gioia, che giubilo quando il riso rifulge !
Quando un corpo adorato,
eretto nel suo nudo, brilla come la pietra,
come la dura pietra infiammata dai baci.
Guarda la bocca. In alto diurno un lampeggiare
attraversa un bel volto, un cielo dove gli occhi
non sono ombra, ciglia, inganni rumorosi,
ma la brezza di un’ aria che percorre il mio corpo
come un’ eco di giunchi che cantano levati
contro le acque vive, fatte azzurre dai baci.
Il puro cuore amato, la verità, la vita,
la certezza di un amore irraggiante,
la sua luce sui fiumi, il suo nudo stillante,
tutto vive, resiste , sopravvive ed ascende
come brace lucente di desiderio ai cieli.
Ormai è soltanto il nudo. Solo il riso nei denti.
La luce, la sua gemma folgorante : le labbra.
E’ l’ acqua che piedi adorati bacia,
come occulto mistero bacia la notte vinta.
Ah meraviglia lucida di stringer nelle braccia
un odoroso nudo, circondato da boschi !
Ah mondo solitario che sotto i piedi gira,
ciecamente cercando la sua sorte di baci !
Io so chi ama e vive, chi muore e gira e vola.
So che lune si estinguono, nascono, vivon, piangono.
So che due corpi amano, due anime si fondono.
trad. di M. Vazquez Lopez
Vicente Aleixandre
poeta spagnolo (Siviglia 1898-Madrid 1984). Come gli altri scrittori appartenenti alla “Generazione del ’27”, fu sensibile alle correnti estetiche di avanguardia e per molti aspetti la sua poesia può definirsi surrealista, sebbene l’entroterra culturale su cui si modella a sua esperienza sia la grande tradizione poetica di lingua spagnola, e in particolare Góngora e Rubén Darío. Nella sua ricerca Aleixandre tenta di trascendere il piano della coscienza per far emergere le possibilità espressive dell’inconscio, che si configura in una visione del mondo quasi panteistica, in cui la metafora accosta, attraverso immagini e contrasti, aspetti diversi della natura e dell’uomo: spesso le sue metafore alternano visioni fortemente pessimistiche ad analisi più tendenti alla fiducia nel progresso. Uno dei temi ricorrenti della sua poesia è il rifiuto ostile della città e la ricerca di un paradiso che è proiezione dell’infanzia. Fra le sue opere principali sono da ricordare: Ámbito (1928), Espadas como labios (1932; Spade come labbra), Pasión de la tierra (1935; Passione della terra), La destrucción o el amor (1935; La distruzione e l’amore), Sombra del Paraíso (1944; Ombra del Paradiso), Nacimiento último (1953), Historia del corazón (1954; Storia del cuore), En un vasto dominio (1962; In un vasto dominio), Poemas de la consumación (1968; Poemi della consunzione), Sonido de la guerra (1972), Poesía superrealista (1971), Diálogos del conocimiento (1974 e 1976; Dialoghi del conoscere), opera nella quale la poesia approda nell’ambito della riflessione filosofica intorno al tema della morte. Nel 1977 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura. Pubblicazioni postume: Epistolario (1986), a cura di J. L. Cano e Nuevos poemas varios (1987; Nuove poesie).
da Sapere.it
Miei cari , vi ho lasciato con la promessa del mio nuovo post , sul proseguimento del mio viaggio in Veneto. Giusto, non l’ho dimenticato. Ma non è ancora pronto. Nell’ attesa ho perciò pensato di proporvi qualche poesia abbinata a delle foto. Spero gradirete il pensiero. Augurandovi un buon week end eccovi poesie e foto. Baci a tutti
La vostra Isabella
COME UNA CARTOLINA
Come una cartolina.
Di prima mattina
la spiaggia
è solo per pochi.
Si può sentire
l’ odore del mare,
cercare conchiglie
senza fretta,
e stendere
un asciugamano
per lasciarsi accarezzare
dai primi raggi
del sole.
Come una cartolina
è
il mare,
senza confusione.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Jane
SOTTO UN CIELO CUPO
Sotto un cielo
cupo
si è svegliato
arrabbiato
il mare.
Sbuffa,
schiumeggia.
Potenza dei flutti
che tutto travolge.
Poi,
dopo essersi sfogato
rabbioso,
eccolo giungere
e lambire
la riva.
Rami abbandonati,
odore di salsedine,
e
ciuffi d’alghe che
coprono ormai
l’umida sabbia.
Piano ,
tornerà il sole,
e sarà
dolcemente,
solo quiete.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Jane
LA CANZONE DEL FIUME
Canta
la sua canzone
il fiume.
Intonata,
unica,
passionale.
” Fresche ” note
accompagnano
passi incerti
alla ricerca
di stabilità.
Un andare
soli,
con i propri pensieri,
lasciando
a casa
le turbolenze
del cuore.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Jane
UNA VERA AMICIZIA
Folta è la tua criniera.
Mi piacerebbe
spazzolarla sai ?
Ma per ora
mi basta accarezzarti,
scivolare con la mano,
sul tuo muso
di velluto,
e credere
che insieme
potremo fare
un sacco di cose.
Sì, ne sono certa:
la nostra,
sarà una vera
amicizia,
di quelle,
che si ricorderanno
per sempre.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
NEL GIARDINO
C’ è un profumo
di limoni
che invade tutto
il giardino.
E’ odore
d’ estate ,
è il giallo ,
che richiama
alla mente
il colore del sole,
che mi fa sentir
viva,
che mi fa gioire.
Colori osservati
e profumi annusati
dopo la pausa
di un buon caffè.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
STO CON TE
Sto con te,
qui passeggiando,
mano nella mano,
dimenticando il mondo ,
lasciando ,
che la brezza marina ,
ci accarezzi
il volto.
Che strano,
pensavamo
che quassù
non passasse nessuno,
e invece,
quanti innamorati
prima di noi ,
hanno voluto
lasciare un segno
del loro passaggio,
quanti lucchetti
su quella catena.
Una testimonianza
d’ amore
che arriva diretta
e mi colpisce
il cuore.
Ah l’amore,
come sa
travalicare confini
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
I MIEI OCCHI
Come poggia
tenera
la tua mano
sul mio muso.
Ne avverto
il tocco leggero,
la delicatezza.
Ti sento vicina,
te lo confermano
i miei occhi ,
che c’è del feeling
tra noi.
Isabella Scotti maggio ( si fa per dire, visto il tempo ) 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Zivago42
Di nuovo
un tuonar di bombe.
Qui nel rifugio
ne avvertiamo
il sibilo
e trasaliamo
nel momento in cui
avvertiamo
il loro contatto
al suolo.
Immaginiamo
fuori,
la polvere,
le case distrutte,
i morti
disseminati,
tutti coloro
che non hanno
raggiunto in tempo
questo riparo
nascosto.
La paura
è nei nostri volti,
e l’angoscia
per il futuro
che non sappiamo vedere
è di tutti.
Cosa sarà di noi?
Dei nostri sogni rubati,
delle nostre speranze,
dei nostri amori
appena nati?
Tutto ci è strappato e negato.
Potrà il nostro cuore
in frantumi
essere
come un puzzle ricostruito?
Ascolta amico…
ora tacciono,
possiamo uscire.
Avremo il coraggio
di guardarci intorno?
Dammi la mano,
fammi forza.
Io brancolo nel buio.
Isabella Scotti
Poesia scritta dopo essere stata al cinema e aver visto il film ”Storia di una ladra di libri”. Non è certo il primo film visto sulla guerra con scene girate all’interno di un rifugio. Qui però, non so, vedendo alcune cose, mi sono forse sentita molto coinvolta, mah, tant’è che ho scritto questo pezzo e lo condivido con voi.
Come vi avevo promesso in un altro post, ecco la frase, che ho messo sul titolo, ripresa dalla canzone di Vecchioni ”Sogna, ragazzo sogna”. Vi raccontavo in quel post, che ad un incontro di poesia ci avevano suggerito di scrivere qualcosa lasciandosi guidare da frasi, parole, di poesie o canzoni, come in questo caso, che ci avevano colpito e ” ricamare” intorno a quello da noi scelto, qualcosa. Ecco, cosa a me, ha suggerito questa frase.
Ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania.
Potrai riempirlo di parole,
quelle che vorrai.
Sarai libero di volare
e il tuo pensiero
vivrà per sempre.
Sarà una sensazione nuova
e meravigliosa.
Vedrai la tua mano
prendere una penna
e quasi scivolare
su quel foglio.
Ogni parola
sarà parte di te.
Prova a volare
lascia un segno,
che anche gli altri
possano ascoltare la tua voce.
Isabella Scotti marzo 2014
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Non ci sono pretese particolari o pensieri costruiti, solo d’impeto ciò che è venuto dal cuore.
Schiaffo duro, potente
si abbatte come sferzata
sul volto della donna,
offesa,
umiliata.
Lacrime silenziose
scendono
come rivoli d’acqua
a rinfrescare quel bruciore
che una mano possente
ha provocato.
Mano di uomo ubriaco,
violento,
cieco
ad ogni gesto d’amore
verso quella donna,
un tempo amata
e trasformata ora
in vittima sofferente,
indifesa
e atrocemente sola !
Isabella Scotti
Questa poesia fa parte della mia raccolta ”Vuoto dell’anima” ed è stata da me scritta dopo una notizia di violenza nuovamente a danno di una donna molto tempo fa. Ci sono violenze di ogni genere che mi indispettiscono, mi indignano talvolta fino a farmi piangere, colpevole anche la mia forte emotività. Ma il maltrattamento di donne , soprattutto in ambito domestico mi fa stare male. Ho ascoltato il consiglio dell’amica fulvialuna che mi diceva di pubblicarla ed eccola qui per voi.