Grazie al carbone, al ferro, e alle macchine a vapore, la produzione industriale fu, durante la prima metà dell’ottocento, rilevante e straordinaria. Per sottolineare i risultati ottenuti e celebrare la potenza degli stati, parve opportuno organizzare grandi esposizioni secondo il modello sperimentato nel secolo precedente. Manifestazioni simili , caratterizzate dallo spirito della gara tecnica, si erano svolte a Londra nel 1756 e nel 1761, organizzate dalla Society of Arts, e successivamente a Ginevra nel 1789, ad Amburgo nel 1790, e a Praga nel 1791. L’idea venne ripresa da Henry Cole, un alto funzionario inglese che godeva del sostegno del principe Alberto, consorte della regina Vittoria. Proprio quest’ultimo propose di non limitare la manifestazione alla sola Inghilterra, ma di aprirla a tutte le nazioni. In questo modo, sosteneva il principe, essa avrebbe rappresentato ”un quadro vivente del grado di sviluppo raggiunto dall’intera umanità…e un nuovo punto di partenza per gli sforzi futuri di tutte le nazioni”. Fu costituito rapidamente un comitato organizzatore, si richiesero così contributi e partecipazioni di espositori e fu scelto il luogo della manifestazione : il lato sud di Hyde Park, a Londra. Tuttavia, a meno di un anno dal giorno fissato per l’inaugurazione e nonostante i 250 progetti presentati ( e scartati), non si era ancora provveduto a costruire l’edificio che avrebbe dovuto ospitare l’esposizione. Fortunatamente si trovò l’uomo giusto al momento giusto: Joseph Paxton, architetto di giardini, amico intimo e socio in affari del duca di Devonshire, presentò un progetto che ricalcava quello della serra del duca a Chatsworth, prospettando il salone d’esposizione come un’aerea costruzione di ferro e vetro. Essendo prefabbricato, l’edificio sarebbe stato facile da montare e smontare e sarebbe stato anche una straordinaria attrazione. Fu la rivista ” Punch” a soprannominare il complesso espositivo ”Cristal Palace” già molto prima che venisse ultimato, destinando all’oblio il nome ufficiale della manifestazione, ”Grande Esposizione delle Opere dell’Industria di tutte le Nazioni”. La costruzione, lunga 563 metri e larga 137, copriva 70.000 mq. File su file di slanciate colonne di ferro racchiudevano 7,6 ettari di Hyde Park, sostenendo una struttura che utilizzava 293.655 lastre di vetro. Il transetto si elevava a 33 m per racchiudere tre antichi olmi. Il primo maggio del 1851 la regina potè inaugurare la Grande Esposizione alla presenza di numerosi ospiti stranieri e decine di migliaia di suoi sudditi. Da maggio a ottobre folle entusiaste ammirarono i prodotti provenienti da ogni parte del mondo e raggruppati secondo categorie merceologiche: materiali grezzi , macchinari, manufatti, oggetti d’arte. Ogni giorno arrivavano al Crystal Palace migliaia di visitatori, grazie ad un accordo stipulato tra una società ferroviaria inglese e una francese, le quali organizzarono un servizio in grado di trasportare i passeggeri da Parigi a Londra in 11 ore. Treni speciali portavano agricoltori e operai che mai prima di allora avevano lasciato la loro regione. Tra gli oggetti che ottennero il maggior successo di pubblico vi fu il famoso diamante indiano Koh- i- noor, una fontana di cristallo che zampillava al centro del palazzo e un telescopio astronomico. Grande interesse suscitarono anche le locomotive, i motori marini e le macchine agricole a vapore, tutti prodotti rappresentativi dello sviluppo tecnologico. Altre meraviglie in campo industriale furono il maglio a vapore Nasmyth, regolabile a tal punto da poter vibrare un colpo della potenza di 500 tonnellate, o dare un tocco così leggero da screpolare appena un guscio d’uovo. Una pressa tipografica verticale capace di stampare 10.000 pagine all’ora, una macchina che produceva 80 sigarette al minuto e un’apparecchiatura telegrafica in grado di rilasciare all’altro capo della linea il facsimile di un testo trasmesso. La Goodyear esponeva una vasta gamma di articoli prodotti con la nuova gomma vulcanizzata e dello stesso materiale erano gli indumenti impermeabili Mackintosh. Molto interesse suscitarono tra i militari un grande cannone della Krupp e la pistola americana Colt. Quando il 15 ottobre l’Esposizione chiuse i battenti, si calcolò che fosse stata visitata da oltre 6 milioni di persone. Con grande soddisfazione degli organizzatori il pubblico aveva acquistato 1.092.337 bibite, 934.691 dolci di Bath, 6.486 kg di sottaceti, gelatine e prosciutto, e 870.027 facaccine. La manifestazione era stata un grande successo internazionale e aveva procurato un guadagno pari al 50 per cento del suo costo. Simili iniziative saranno ripetute a Melbourne e Mosca nel 1954, a Dublino e New York nel 1863, ma la vera sfida all’Esposizione londinese fu raccolta da Parigi che nel 1855 ospitò 23.954 espositori e 5 milioni di visitatori nell’area tra il Palais dell’Industrie, Place de la Concorde e il Pont de l’Alma . La competizione era stata attivata e continuerà nella seconda metà dell’Ottocento, senza peraltro coinvolgere direttamente le città italiane. Esse realizzeranno esposizioni settoriali, come quella della marina a Napoli nel 1871, o nazionali come a Milano nel 1881. Nel 1936 il 30 novembre il Crystal Palace sparì definitivamente distrutto in un rogo. Di notte, luce e fumo potevano essere visti a chilometri di distanza. In un discorso alla Camera dei Comuni , sempre nello stesso anno, Winston Churchill commentò l’evento parlando della fine di un’epoca. Ora noi italiani aspettiamo con ansia l’Expò di Milano nel 2015.
fonte: ”La vita quotidiana nei secoli” Selezione dal Reader’s Digest