Cari amici vi regalo nell’ attesa di volare in Veneto, qualche poesia. Baci a tutti e buona primavera.
Ops , mi sono confusa, è ancora inverno.
TRA I FIORI DI MAGGIO
lemiepiante.it
Nei giardini
di maggio
mi perdo
tra fiori,
che si svegliano
piano
al sorriso
del sole,
lasciandomi
dal loro profumo
inebriare.
E’
nei giardini
di maggio,
che vedo
fiorire
le rose.
Ma come mi son cari
i fiori di ginestra
che s’ aprono lucenti
come vena d’oro,
quasi gemme di luce.
Amo
sostare pensierosa
nei giardini
di maggio,
perdermi
per poi ritrovarmi.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
NON MI PIACE LEGGERE LETTERE
“Quasi non oso leggere le lettere,
posso leggerle soltanto a intervalli,
non resisto al dolore della lettura”
Franz Kafka
Sì,
in effetti
esse
sono qualcosa
di molto strano.
Si scrivono
parole
senza poter
guardarsi
in volto.
Siamo lontani,
io che scrivo,
tu che ricevi
ciò che ti invio.
Parole che
scritte
possono
anche perdersi ,
non solo
per quanta strada
a volte
si trovano a fare,
per giungere a destinazione.
Ma anche
perdere di significato,
al contrario
di quelle dette,
che si possono spiegare,
a lungo discutere .
Ecco perchè
“quasi non oso leggere le lettere,
posso leggerle soltanto a intervalli,
non resisto al dolore della lettura”.
Ecco perchè
preferisco aspettare,
piuttosto che una lettera
con parole
che mi metterebbero
in ansia,
ne sono sicura,
semplicemente
il tuo ritorno.
E sperare che
tu mi stia pensando
con la stessa intensità
con la quale
io ti penso.
Non voglio leggere
su di un foglio
” ti amo ”
te lo voglio sentir dire.
Solo questo conta
per me.
Ti aspetto.
Tutto qui.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Ispirata dall’incipit in neretto di Kafka
RICORDI D’ ESTATE
Ricordi
quando con la bici
si andava
spensierati
su strade sterrate,
facendo a gara
per arrivare primi
al fienile?
Erano i tempi
in cui noi,
tanti cugini,
ci si rincontrava
d’estate.
Eravamo sempre
felici quei giorni,
ci sentivamo
liberi.
Il fienile
era la nostra
tappa finale,
e il nostro rifugio
dove attendere
la fine della pioggia.
Ancora è lì sai ?
L’ ho rivisto da poco
e mi ha fatto
commuovere.
Sì, ho versato
una lacrimuccia,
quando guardandolo
ho rivisto noi
tutti insieme.
Come fugge via
il tempo,
portandosi via
anche chi
sarebbe bello,
fosse ancora qui.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Simona
INUTILMENTE
buttati come l’edera a nascondere un pozzo,
quando tutti sapevamo di che pozzo si trattava?”
Cesare Pavese
Parole,
troppe,
inconcludenti.
Buttate lì,
come l’edera
a coprire un pozzo.
Che delusione
questo vuoto
tra noi.
Eppure,
pur sapendo,
abbiamo cercato
parole
che riempissero
quel vuoto.
Dialoghi ripetuti,
fino alla nausea
cercando un contatto.
Che sciocchezza
crederci .
Quanta ambiguità
nel nostro
nonrapporto .
Isabella Scotti maggio 2019
testo . Copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Ispirata ai versi di Pavese
TRISTEMENTE
scatto di Andrea
Tristemente
lascia piano
che cadano
i suoi petali.
Si è accorto
con rammarico ,
che ancora
non soffia ,
col suo tiepido alito,
Primavera .
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
NESSUN ALTRO
” La malinconia
culla con dolci canti
il mio cuore in oblìo ”
Paul Verlaine
panoramio.com
Il mio cuore è in oblio.
Ti ha dimenticato.
Ha dimenticato
molte cose
del nostro amore.
Più non vuole
ricordare.
E’ rimasta
solo
una dolce
malinconia
ad allietare
le mie sere.
E’ quasi un canto,
una melodia
sussurrata
dalla quale
mi faccio cullare,
quando fuori
le fronde
son sferzate
dal vento,
quando le gocce
di pioggia
battono i vetri.
Quando il freddo
mi fa tremare.
Solo lei
è rimasta
a farmi compagnia.
Nessun altro.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 ottobre 1941 n° 633
Ispirata dai versi di Paul Verlaine
… l’Italia entra in guerra. Comincia il periodo più brutto per tanti giovani che ignari dovranno partire per affrontare un nemico di cui non conoscono nulla. Il poeta Giuseppe Ungaretti fervente interventista, parte all’inizio della guerra come volontario. Al fronte cambierà parere, rimanendo invece sconvolto dalle brutture della guerra, dal vivere in solitudine, soffrendo il freddo e la fame, osservando da vicino la morte, e prenderà allora coscienza dell’utilità dello scrittore quale testimone di un conflitto spietato dove l’uomo, persa ogni dignità affida la propria vita al caso sperando comunque di poterne uscire indenne. Nascono così, quasi come un intimo diario , alcune delle sue più belle liriche.
S. Martino del Carso
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro.
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto.
Ma nel cuore
nessuna croce manca.
E’ il mio cuore
il paese più straziato.
Cima Quattro, 23 dicembre 1915 ( Primo Natale al fronte del poeta )
Veglia
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrate
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
Soldati
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
Ed ora dopo l’angolo della poesia ecco la canzone
e dopo la canzone un’interpretazione originale della stessa in un film moolto particolare…
Non è semplice mettersi a parlare di un pittore straordinario come fu Vincent van Gogh; è un compito decisamente arduo di cui sono perfettamente conscia. Ma dal momento che la sua arte mi ha sempre colpito visivamente in maniera coinvolgente, ho deciso di affrontare lo stesso l’argomento parlando non solo dell’artista a grandi linee, ma soprattutto facendo parlare lui stesso, attraverso la corrispondenza ch’egli tenne con suo fratello Theo maggiormente , ma anche con sua sorella e qualche amico pittore. Nelle parole che leggerete, vedrete delinearsi con netta evidenza il suo carattere di persona intensamente interessata al colore, ad una natura dove trovava piacere identificarsi, molto sensibile e travagliato interiormente. E’ un modo per conoscerlo più da vicino che ce lo rende a volte, più uomo che artista e che rispecchia la sua visione della vita. Un percorso che vorrei fare con voi per scoprire ancor più questo pittore che ho sempre trovato nel suo esprimersi, affascinante e talvolta misterioso. Le lettere che scrisse sono circa 750. Alcune sono anche molto lunghe, dalle sei alle otto pagine, e accuratamente dettagliate. Si può dire che con le sue lettere Van Gogh abbia tracciato un itinerario biografico e stilistico completo, descrivendoci inoltre la maggior parte delle sue opere e corredando le lettere con disegni e schizzi riproducenti i quadri di cui parlava. A partire dal luglio 1880 ha scritto quasi esclusivamente in francese. Di nessun altro artista possediamo una documentazione così dettagliata e importante. Le lettere sono state pubblicate nel 1914 ( 3 volumi ) a cura della signora Johanna Bonger in Van Gogh, vedova di Theo Van Gogh, che vi appose una prefazione di sessanta pagine, prima traccia biografica completa sul pittore. Un’ edizione successiva ( 1953 , 4 volumi ) raccolse altre lettere ancora, o diede la versione integrale di lettere già pubblicate solo in parte. Questa edizione venne curata da Vincent Willem Van Gogh, figlio di Theo e quindi nipote del pittore.
Vincent non ebbe una vita semplice e serena. Una natura fragile la sua, tormentata capace però di grande commozione e incline alla generosità pur manifestando talvolta sentimenti disperati e violenti. Visse un’agghiacciante solitudine dell’anima, da solo a lottare con i colori, ( nel film ”Brama di vivere” del 1956 interpretato da Kirk Douglas nei panni del pittore, regia di Vincent Minnelli, c’è una scena che è sintomatica: Douglas che mangia i tubetti di colore, il che è veramente successo come è riportato in una lettera dell’artista indirizzata a Theo ) guidato unicamente da quel suo istinto animale e visionario che lo condannava a cercare la Verità attraverso la propria arte. E proprio quest’ultima riuscì a dare un preciso indirizzo di percorso alla sua vita confusa e inquieta. Era comunque una di quelle buone persone incomprese, talvolta derise per la propria sensibilità, e di questo soffrì terribilmente. Cercò sempre l’amore, lo sentiva come esigenza interiore, ma aveva una maniera goffa nel relazionarsi tale da portarlo all’isolamento. Solo il fratello Theo riuscì ad entrare in contatto con lui e grazie a Theo e ancor più, a sua moglie ( che si occupò dopo la morte del pittore di farne conoscere l’opera pittorica e il suo valore ) possiamo oggi ammirare le sue opere. Chiaramente ciò che vi proporrò saranno lettere in ordine sparso. Leggetele con interesse per entrare in contatto con il suo modo di sentire. Ascoltiamo ora le sue parole scritte al fratello nella lettera N. 227
”Caro Theo,
Uno studio che ho eseguito nel bosco è di alcuni tronchi di betulla su di una distesa di terreno ricoperta da rami secchi, ed una figuretta di una ragazza vestita di bianco. C’era la gran difficoltà di mantenerlo chiaro e di far entrare spazio tra i tronchi posti a distanza diversa— e la posizione ed il volume relativo di quei tronchi varia con la prospettiva—per far sì che si potesse respirare e camminarci attorno e per far sentire la fragranza del bosco.
E’ stato con estremo piacere che ho eseguito quei due studi.
Questa settimana ho dipinto degli studi piuttosto grandi, nel bosco, che ho cercato di svolgere in maniera più completa e con maggiore vigore dei primi.
Dopo esser restato seduto a disegnare , ci fu un temporale violento che durò per almeno un’ora. Ero tanto ansioso di continuare che me ne restai lì, e mi riparai come meglio potevo dietro un grande albero. Quando infine terminò e i corvi ripresero a volare, non rimpiansi di aver aspettato, per via della meravigliosa tonalità profonda che la pioggia aveva impartito al terreno.”
Vi aspetto alla prossima.
Fanciulla tra gli alberi —L’Aia, agosto 1882
Immagine da Wikipendia
Fonte ” La vita e l’arte di Van Gogh” Mondadori
Ringrazio con tutto il mio cuore tutti gli amici che con il loro pensiero si sono fatti sentire per gli auguri nel giorno del mio compleanno. Siete tutti splendidi. Vi voglio bene. Isabella