Nell’ antico calendario romano, Giugno era il quarto mese. Ovidio afferma che a questo mese è stato dato il nome in onore di Giunone, altri scrittori collegano il termine col consolato di Giunio Bruto. Tuttavia si tratta probabilmente di un riferimento all’agricoltura e in origine indicava il mese in cui crescono e maturano le messi. Gli Anglosassoni lo chiamavano ”il mese asciutto”, ma anche il ”mese di mezza estate”, per contraddistinguerlo da Luglio, ”il primo mese caldo”. In giugno cade il solstizio d’estate.
Enciclopedia britannica
Detti del mese
”Giugno piovoso porta messe copiosa”
” Giugno umido e piuttosto caldo al contadino non porta danno”
”Foschia in maggio e caldo in giugno di preoccuparsi non c’è bisogno”
”L’11 giugno San Barnaba porta giorno lungo e notte corta”
”A San Barnaba è bene cominciare il primo fieno a falciare”
”Di giugno, falce in pugno” ( suggerito da Gina http://sonoqui.wordpress.com )
L’angolo della poesia
Fugge maggio,
per far posto
al regale Giugno.
Ed eccolo alfine.
Pieno
della sua luce
dorata,
a portar letizia
e gioia.
I raggi del sole
si fan strada
tra le fronde.
Spighe di grano
ondeggiano
al vento e
lucciole di sera
s’illuminano d’incanto.
Eccolo Giugno,
arriva tionfante
accompagnato
dal canto degli uccelli
e si siede
sul suo trono,
tramutando
in oro lucente
le spente messi
della nostra terra.
Isabella Scotti
Poi i giunchi verdi, così smaltati e verdi,
I giunchi sussurreranno, frusceranno, fremeranno,
E sulla fluttuante foschia giungerà, ingioiellata,
E ricca più d’una regina, la libellula dagli occhi di giada
E si librerà sui fiori…aerea creatura;
Piccoli arcobaleni si rifletteranno sulle sue ali.
Jean Ingelow
Scintillante per lo splendore della rugiada
L’erica si perde nel mare di verde
Scott