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In agonia
urla il silenzio.
Non sta zitto .
E sale
il mio turbamento.
E’ follia
che si comporti
così.
Chiedo solo pace,
solo quiete.
Non frastuono,
non urla.
Vorrei che
il silenzio
fosse muto
come dovrebbe essere.
Pensavo
che
mi avrebbe
confortato,
che mi avrebbe
fatto compagnia
Non sapevo
che il suo urlo
sarebbe stato
come quello
di Munch.
Continua ora
a salire
in me
un ‘ angoscia
senza fine,
una pena
straziante
che mi lacera
il cuore
Isabella Scotti marzo 2021
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Incipit in neretto dalla silloge di Marco Corsi ” E ancora leggera la brezza ”
Un libro che vi consiglio vivamente . Rimarrete stupiti dalla sua bravura . Oltre che un amico a cui va tutta la mia stima, è una persona colta, profondamente preparato e competente. Vive e lavora a Roma dove dopo il liceo è subito entrato in servizio in qualità di Responsabile della comunicazione presso la Biblioteca Angelica di Roma. Studia presso il Master Officina della Poesia il Teatro e le Arti del Teatro Quirino. Le sue poesie sono intime, spirituali, molto ricercate.
Carissimi amici perdonate le mie non visite ai vostri blog, ma sto attraversando un periodo non facile.
Mi trovo a dover affrontare varie cosette che mi levano molto tempo. Quando a sera vengo al pc, gli occhi mi danno fastidio e resisto poco. Scusatemi. Spero di superare il tutto con leggerezza e coraggio allo stesso tempo. Farò il possibile per passare da voi. Anche uno per volta ma verrò a salutarvi. Siete tutti nel mio cuore. Vi abbraccio
La vostra Isabella
TOTO’ MAESTRO
L’ODISSEA
Ulisse non era un astuto e valoroso eroe, era un porco.
Finiamola una buona volta e diamo il porco a chi è porco, porca miseria!
Me lo dite chi glielo aveva detto al signor Ulisse delle mie ciabatte di fare il navigatore, lasciando la moglie e il figlio e restando lontano da casa per tanti anni?
E mentre quella poveretta di Penelope, rimasta sola, doveva lottare e soffrire per difendersi dalle insidie dei mille Proci, che cosa faceva il signor Ulisse?
Navigava, oh Dio, mi diverte sapere quel che faceva il signor Ulisse…navigava, ma figuriamoci !
Tutti siamo capaci di navigare nei frangenti coniugali extra.
Dal film : L’uomo, la bestia e la virtù
La lezione di latino
Cornus, cornu, plurale de cornibus, cornorum. A estremum malis estremis remediarum.
Ragazzi miei, benchè alunni, siete cretini.
ELOGIO DELLA FOLLIA
Lo psichiatra quando sceglie un pazzo, sa cosa sceglie
Dal film ”Il medico dei pazzi”
Saranno pazzi tranquilli, saranno anche pazzi di fiducia, ma sempre pazzi sò.
Io non sono matto… ma se l’infermiera del manicomio è bona si può provare.
Dal film : ‘‘Siamo uomini o caporali”
Tutto ripreso dal libro Totò – Parli Come Badi
Mi hanno nominata per dei premi che a più riprese circolano tra blogger. Catene sempre più lunghe che mi portano ahimè a dover dire, pur nella gioia immensa per averli ricevuti, stop. Non perchè non mi piaccia essere nominata, voi sapete bene che sono superfelice quando ricevo dei premi- Ma rispondere alle domande, scrivere domande e risposte, mi manda davvero in crisi. Sapete che il mio tempo è in questo periodo prezioso, sono impegnata all’inverosimile, corro e scappo come una forsennata e ai primi di maggio sarà ancora peggio ( mio marito si deve operare ( niente di che per fortuna ) ) ma tant’è. Il mio cruccio è quindi quello di non poter dedicarmi a post di ringraziamento rispettando le regole del gioco che altrimenti sarebbe anche divertente. Il tempo è per me in questo periodo contato davvero, già scrivere è un notevole impegno come parlare con voi che per me rimane una cosa importante. Non è presunzione la mia, credetemi, in altre circostanze racconterei di me con tranquillità, quella che ora mi manca un pò. Se proprio ci tenete risponderò a caso a qualche domanda, soprattutto per far contente Rosa, Lucia, Sofia e Maria che gentilmente hanno pensato a me. Per il resto mi tiro fuori dal gioco delle catene, con mio grande rammarico ma non posso fare diversamente. La soddisfazione per aver ricevuto tutte queste nomine è comunque grande e ringrazio di cuore tutti coloro che mi vogliono bene. Non pensate a me come ad una presuntuosa vi prego. Se le cose dovessero cambiare ( cosa di cui dubito ) vi farò sapere. Per ora cari amici accontentatevi di quello che scriverò ora.
Ringrazio Rosa ( http:// calogero bonura.wordpress.com// ) e Lucia ( http:// Tra Sogno E Realta’.wordpress.com// ) per il premio LIEBSTER AWARDS 4.0
1) Hai mai pensato di aver vissuto un’altra vita?
Sinceramente no, anche se, penso come molti di voi, immaginare un’altra vita diversa dall’attuale sia comunque probabile almeno una volta.
2) Qual’è il tuo ultimo pensiero prima di addormentarti?
Prima di chiudere gli occhi faccio sempre il segno della croce e prego( tranne quando casco dal sonno, ma il segno della croce sempre prima di addormentarmi, è tassativo)
3) Con chi divideresti l’ultima caramella rimasta?
Non mi piacciono le caramelle
4) Ami fare regali?
Un tempo sì, soprattutto per familiari ( marito, figli, nipoti, ). Col passare del tempo i gusti cambiano e tutti crescono per cui, tranne il marito e i figli che anche se cresciuti sono n’pezzo e’core , ho smesso di fare regali. Ora sono più orientata a farli ad Arianna, la famosa nipotina.
Ringrazio Sofia ( http://Volando Con I Libri.wordpress.com// ) per il LIEBSTER AWARD
1) Dove compri i libri: in libreria o online?
In libreria mi piace sempre entrare per curiosare e leggere qualche trama di libri che stimolano il mio interesse colpita visivamente dalla copertina e maggiormente dal titolo. Ma ultimamente se vengo a conoscenza di un libro che mi può interessare, non disdegno comprarlo online.
2)Quale libro ti è piaciuto di più?
Ce ne sono tanti in realtà. Uno al quale sono molto affezionata è ”Dove le lacrime sono proibite”. Un libro che lessi da ragazza e che mi fece leggere mio padre, al quale era stato regalato. Una storia d’amore di un soldato giapponese ambientata durante la seconda guerra mondiale. Prestato ad un’amica il libro si perse. Ma proprio online rivolgendomi ad una libreria particolare ”La libreria dei passi perduti” l’ho con tanta gioia ritrovato. L’altro libro che mi commosse molto, forse perchè sono madre, è ”Paula” di Isabel Allende. Ce l’ho nel cuore per la storia drammatica di questa figlia malata, narrata con partecipazione e raccontata anche attraverso la storia della famiglia Allende. Bellissimo e coinvolgente.
Ringrazio Maria ( http://Non solo parole.wordpress.com// ) per il ” Leggi e Vivi tag di 25 Domande sui Libri.”
1) Quando è iniziata la tua passione per i libri?
Mio padre era un accanito lettore. Si addormentava tutte le sere molto tardi perchè immancabilmente leggeva un libro. Con un genitore simile non avrei potuto non amare la lettura. E così fin da ” ragazza giovane” ( vi piace questa dicitura? ) ho avuto tra le mani qualcosa da leggere. Ricordo la raccolta ad esempio di ”Bimbo e Bimba”, ”Il Corriere dei piccoli”, per arrivare poi allo splendido ”Topolino”. E ancora, crescendo, passai ai tanto amati fumetti. Il mio preferito era ” Mandrake”, immancabilmente seguito nelle sue avventure dal simpatico ”Lotar”, che mi piaceva molto per la sua eleganza e quel mantello nero sulle spalle … poi arrivarono i libri ”Pel di carota”, ”Pattini d’argento,” ”Le avventure di Tom Soyer”, ”La capanna dello zio Tom” e così via. Storie infinite che mi hanno fatto sognare.
2) Che genere preferisci?
A dire il vero non ho un genere preferito, anche se poi mi appassionano i trhiller anche con risvolti psicologici. Ad esempio ho molto amato ”Io uccido” del povero Faletti e ” Follia” di Patrick Mcgrath di cui fecero anche il film con Natasha Richardson che mi piacque molto.
PS Vorrei scusarmi con tutti gli amici ai quali debbo una visita al loro blog. Vi assicuro che prima o poi passerò, siete tanti, abbiate pazienza che arrivo. Non vi ho dimenticati.
Mondo sbagliato
è codesto
ove violenza
detiene il potere.
Sangue,
orrore,
morte.
Lupi solitari,
bestie senza anima
si aggirano furtive,
mescolandosi
tra la folla
che non sa.
E di colpo
è per molti, troppi
la notte eterna.
Pura follia
di menti sbagliate.
Intanto,
per chi rimane
solo,
è il pianto,
l’angoscia,
il tormento.
Isabella Scotti
Di nuovo stupita, debbo ringraziare per tre nomination.
Franca (http://lemieemozioniinimmagini.wordpress.com// ), Maria ( http://nonsoloparole.wordpress.com//) e Federica ( http://ninjalaspia.wordpress.com// mi hanno nominata per il BOOK NOMINATION, premio che a dire il vero accetto volentieri perchè mi fa sentire importante anche se poi effettivamente non lo sono mica, ricordatevelo. Comunque tornando a noi è un premio che non ha domande a cui rispondere( meno male dico io). L’unica cosa nominare altri cinque blogger e riportare la pagina di un libro letto. Voglio dire una cosa a riguardo. Il libro da me scelto è un libro letto molto tempo fa, verso la fine degli anni 80 ed è un libro di Mario Tobino ( 1910 – 1991) che oltre che essere stato scrittore, poeta, era anche un famoso psichiatra. Scrisse questo libro quando ormai era prossimo alla pensione. Il titolo è ”Gli ultimi giorni di Magliano”. Un libro dove racconta la sua esperienza di medico vicino ai malati di mente nel manicomio di Lucca e dove parla anche molto della legge 180 sulla chiusura dei manicomi. E’ proprio a testimonianza di ciò che riporto un brano che ritengo, almeno dal mio punto di vista, importante e indicativo se rapportato alle tante situazioni che quotidianamente ci vengono offerte dai media. Con ciò, anche se a malincuore, consapevole di fare torto a qualcuno, nomino oggi cinque blogger ai quali dedico questo premio.
http://Signorasinasce.wordpress.com//
http://Tra Sottosuolo E Sole. wordpress.com//
http://Vivere per Amare.wordpress.com//
http://Tuttolandia.wordpress.com//
http://viaggioperviandantipazienti.wordpress.com//
Ecco ora il brano da cui prendo gli stralci più, a mio giudizio, importanti :
”…La legge ha già un numero : 180, una data: 13 – 5 -1978.
In sostanza stabilisce, impone che i manicomi siano aboliti, come il dionisiaco e il diavolesco della follia non esistesse. La follia è una malattia qualsiasi, come il morbillo, la difterite.
Se qualcuno, occasionalmente, ha manifestazioni ”diverse” prima deve essere curato fuori, lontano dall’ospedale psichiatrico, che è infetto, curato in ambulatori di Igiene Mentale che saranno situati sparsi nei diversi punti del territorio. Se poi capita che un diverso, un matto, diventa acuto,è pericoloso, necessita che sia ricoverato,allora sorgono due casi. Il diverso rifiuta il ricovero, grida che non è matto, non vuole entrare in nessun reparto. Invece il medico certifica che è un acuto e necessita che sia ricoverato. A questo punto il sindaco, dopo aver preso conoscenza del o dei certificati , dispone il ricovero ”obbligatorio”, che non dovrà durare più di sette giorni, salvo proroga. E dove sarà curato questo diverso che rifiuta le cure? Mai più in un manicomio, ma in un servizio psichiatrico, in un piccolo reparto che sarà istituito,- e sembra che la legge sia decisa su questo punto- lontanissimo dal manicomio, e distante anche da quel reparto neurologico che può esserci in un ospedale civile. Ed ora viene il bello.
Questo nuovo reparto, chiamato Servizio Psichiatrico, non può avere più di 15 letti. E se arriva un sedicesimo matto? Impossibile, la legge lo vieta, solo 15.
Ed ecco il secondo caso.
Un diverso è divenuto acuto e necessita di ricovero ma questo, all’opposto dell’altro che lo rifiutava, accetta il ricovero, è volontario, è lui stesso a domandare di essere curato. Allora, in questo secondo caso, il diverso sarà accolto – anche questa è buona! – nelle normali corsie di un ospedale civile, in uno dei tanti reparti di medicina interna, ortopedia, chirurgia, otorinolaringoiatria, eccetera.
Infatti la follia non c’è , non esiste l’aggressività il furore e tutto l’altro corteo di sintomi. Quella diversità è come un mal di gola, meno di un’appendicite, una cura di sette giorni o poco più. Il diverso ritorni in società, si riinserisca, insomma ritorni a casa sua, in famiglia, tra i fratellini, il nonno, la nonna. Incredibile! Oggi non esistono più le famiglie patriarcali, le grandi case, i domestici, i vicini che volentieri danno una mano. Lo stragrande numero di persone vive negli alveari delle grandi città; l’inquilino di sotto è svegliato di notte dallo sciacquone dell’inquilino soprastante; l’inquilino di destra deve sorbirsi tutta la lite che tra marito e moglie spesso si sdipana nell’appartamento contiguo. Ed è qui che si immette, si inserisce uno schizofrenico,il quale può agitarsi, spaccare tutto, urlare oppure serrarsi in un mutismo minaccioso di qualsiasi imprevedibile azione. Come possibile uno schizofrenico, di quelli schietti,, in una cella di alveare dalla quale inoltre gli è facile fuggire? E se, con un gelido sorriso, si esibirà in splendide oscenità, in estreme impudicizie? E i malinconici, che adorano la morte? che d’improvviso si precipitano nel suo pozzo? mentre nelle stanze accanto respirano gli ignari genitori e la giovane sorella sogna? Ma la legge sottointende: in questi casi interviene il servizio psichiatrico esterno, gli infermieri sparsi nel territorio. Dunque nelle case entrano degli estranei, degli sconosciuti; e già le case sono strette. E questi sconosciuti che fanno, come operano? Se usano in dosi massicce gli psicofarmaci, non è un’altra violenza? oppure, se si asserragliano intorno al letto del malato, lo contengono, non riproducono in piccolo un altro manicomio? In una metropoli, quanti di questi microscopici manicomi dovranno nascere? Quanto costeranno? Che cifre spropositate i cittadini dovranno versare per questa nuova cura della follia?…”
Sicuramente a distanza di anni qualcosa sarà cambiato, ci saranno state delle migliorie, ma secondo me il problema di fondo rimane e la cronaca spesso ce lo testimonia.
Ed ora una menzione speciale.
Questo premio è una rivalsa di alcuni ragazzi che hanno sfidato le nomination alcoliche con quelle letterarie, dimostrando di non essere prede della debolezza, ma protagonisti dell’altra faccia della medaglia, quella che non si lascia bruciare a nessun costo.
Di fronte ad episodi di pura follia rimango esterrefatta. Ho sempre pensato che l’arte , in questo caso parliamo di pittura, riuscisse o perlomeno avesse il potere di riuscire a sensibilizzare anche i cuori più duri. Davanti ad un quadro non puoi rimanere di ghiaccio. L’occhio che osserva con interesse ciò che ha davanti, vede nel suo insieme l’opera, colpito prima di tutto dal soggetto trattato, sia esso ritratto , paesaggio o figure emblematiche, per poi passare, visivamente attratto dal colore, ad analizzare ogni dettaglio di ciò che ivi è rappresentato. Personalmente sono sempre rimasta affascinata di fronte un quadro di Monet, di Matisse, di Picasso. La pittura impressionista ( anche se ovviamente è un discorso soggettivo, perchè ciascuno, guardando un quadro, reagisce con la propria sensibilità) è probabilmente la più immediata, forse più di quella di Picasso, per il suo attenersi ad una vita reale fatta di colori e luce, che dovrebbe, ipoteticamente,risvegliare almeno un minimo interesse. Dico ipoteticamente, in quanto il caso che riporta alla follia di cui sopra, smentisce ogni mia convinzione. Può una madre amare così tanto un figlio ladro, autore di un furto al museo di Rotterdam di opere di artisti qui sopra menzionati, capolavori che sono di tutti, per poi, convinta di cancellarne le prove, dare fuoco e ridurre in cenere tali realizzazioni? Questo è avvenuto. Non c’è stato colore, luce ,paesaggio,volto che abbia in lei stimolato una benchè minima reazione positiva, quella che non può non risvegliare la vista di un bel quadro. Mi domando cosa avrà provato nel fare una cosa del genere o se avrà potuto versare una lacrima vedendo svanire nel nulla simili capolavori. Non sapremo mai se questa donna sia stata, nel suo gesto, mossa più dall’amore per suo figlio o dall’insensibilità e ignoranza, resta il fatto che il mondo è stato defraudato da ciò che un’opera d’arte può regalarci ogni volta che ci poniamo di fronte ad essa: il bello e l’armonia.