A TUTTI GLI AMICI CHE SI CHIAMANO PAOLO E PAOLA E ANCHE AGLI AMICI CHE HANNO NOMI DOPPI DOVE RISULTI IL SUDDETTO NOME, O MASCHIETTO O FEMMINUCCIA, E PER CHI SI CHIAMA PIETRO IL MIO AUGURIO PIU’ SINCERO PER IL LORO ONOMASTICO. UN ABBRACCIO
ISABELLA
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:
Articolo 1
Il sacramento del Battesimo
1213 Il Santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d’ingresso alla vita dello Spirito e la porta che apre l’accesso agli altri sacramenti. Col Battesimo veniamo liberati dal peccato e diventiamo membra di Cristo.
”Baptismus est sacramentum regenerationis per aquam in verbo ( Il Battesimo può definirsi il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l’acqua e la parola )”
Il Battesimo ”è il più bello e magnifico dei doni di Dio…
Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d’immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo e tutto ciò che vi è di più prezioso.
Dono, perchè è dato a coloro che non portano nulla;
Grazia, perchè viene elargito anche ai colpevoli;
Battesimo, perchè il peccato viene seppellito nell’acqua;
Unzione, perchè è sacro e regale ( tali sono coloro che vengono unti );
Illuminazione , perchè è luce sfolgorante;
Veste, perchè copre la nostra vergogna;
Lavacro, perchè ci lava;
Sigillo, perchè ci custodisce ed è il segno della signoria di Dio.”
Ieri , giornata della vita, abbiamo avuto la gioia di festeggiare il battesimo di Arianna. Bella festa, intima , condivisa con parenti e amici nel ristopub dove lavora anche mio genero. Eravamo solo noi, proprio in famiglia. E la piccola Arianna è stata bravissima. Un angelo, sempre pronta ad elargire sorrisi. Il tempo, iniziato la mattina presto con tuoni promettenti tempesta, si è ristabilito per permetterci di entrare in chiesa addirittura, pur con un grande freddo, col sole. Che dire di più? Che mi sono commossa ? Ebbene sì cari amici. Quando il prete l’ha sollevata, come gli altri bimbi, sotto la statua della Vergine Maria, ha girato la testina come per dire: ”che ci faccio quassù ?” ed una lacrimuccia allora è scesa. Ecco, questo è vivere un momento di gioia vera. Un abbraccio a tutti
Oh, bongiorno!…Leverissi…
Hinn content che son rivaa?
( Vaa che bestia!…mi i stremissi…)
Sì, son mì quell che ha parlaa!…
Mì!…chi’ dent al scatolon…
Son mì, sciori!…El panatton!
Cià…sù…sveglia…descartèmm…
che’n poss pù de vess saraa…
Su…fèmm festa…saludemm
Domandemm come ho viaggiaa!…
Ma sì…cert…l’è educazion,
se saluda el panatton!
Panatton l’è quell amis
che, s’el riva in d’ona cà,
se anca el riva a l’improvis,
al va accolt come on pascià!
Perchè lù l’è bell, l’è bon,
perchè lù l’è ‘l panatton.
Lù l’è ‘l re de l’alegria,
lù l’è ‘ldolz de circostanza,
l’è on bombon de compagnia
che ten viscor l’adunanza:
sempr’alegher, mon passion
in doa arriva on panatton!
Senza mi, non gh’è Natal…
mi troo insemma la famiglia!
Quanti guai e quanti mal,
col suggell d’ona bottiglia,
l’ha giustaa in del moment bon,
on fettin de panatton!
Perchè mi son ben levaa…
Sott’sta scorza on poo ruspanna,
color tonega de fraa,
mi gh’hoo l’anima ambrosiana
che de foeura l’è a la bonna,
ma de dent l’è panattona!
Pari sgnuzz…e son legger…
i mè ughett, foeura hinn brusaa,
ma de dent hinn butter
e indolsissen, col cedraa
ch’el profuma de limon
tutt el moll del panatton!
Son de pasta prelibada,
la mia crosta l’è on portent!
Se anca l’è on ciccin brusada,
la dà nòn fastidi ai dent!
Tutt de god…ven finna bon
i fregui del panatton!
E adess basta…hoo ditt assee!
‘dess ch’em faa la conoscenza,
tirèmm foeura del palpee
che ve foo la riverenza,
Eccom…chi…in esposizion,
Sott…chi taja el panatton?
Sù…coragg…tocca a lee, sciora,
damm la prima cortellada…
Tocca a lee, come resgiora…!
‘Na mannina delicada,
la rend dolz e la fa bon
fin la fin d’on panatton!
E, intant mi, travers i ughett,
guardand tutt la compagnia,
faroo el cunt in quanti fett
spartirii l’anima mia..
Sù…coragg! che mena bon
tajà a fett el panatton!
Son squisito? El soo anca mi!
Mai mangiato de insci bon?
E, savii perchè l’è insci?
Perchè sont el panatton,
on bombon de cà, a la man,
che l’è bon ‘me ‘l sò Milan.
Giovanni Barrella
Da Poesie milanesi , Milano 1962
dedicato a tutti gli amici blogger milanesi.
Termini forse non molto comprensibili:
Palpee cartoccio
Sgnuzz pesante
Viscor vivace, sveglio
Fregui briciole
Moll mollica
Indolsissen addolciscono
Resgiora padrona di casa
Tonega de fraa tonaca del frate
De god da godere
Insci così
Ruspanna rustica
Ughett uvetta
Giovanni Barrella ( Milano 30 novembre 1884 – Erba 23 settembre 1967) è stato uno scrittore, commediografo e pittore italiano, considerato un punto di riferimento della letteratura milanese del Novecento . Figlio di un maggiore di fanteria napoletano e di madre milanese. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, esordisce sulla scene con Carlo Rota e successivamente con Edoardo Ferravilla in commedie dialettali ; quindi viene scritturato dallo Stabile del Teatro Argentina di Roma dove recita in lingua. Poi è la volta del teatro di varietà, prima di entrare a far parte della Compagnia Lombarda di Alberto Colantuoni, accanto a Luigi Zoncada. Nel 1927 scioltasi la compagnia, Barrella ne costituisce un’altra sempre dialettale distinguendosi nel famoso ”El Nost Milan” di Carlo Bortolazzi. Recitò anche in ”Felicita Colombo” con l’altrettanta famosa Dina Galli dove la sua interpretazione caratterizzò molto bene ” l’uomo milanese”. Nel 1931 crea una nuova compagnia che agisce prevalentemente ai Filodrammatici recitando accanto ad un altro attore dialettale : Paolo Bonecchi. Morirà malato di diabete ad Erba nel 1967.
Fonte dal web
Ecco,
il toro
entra nell’arena.
Guardingo,
furtivo,
si aggira
fiutando nell’aria
qualcosa di strano.
Non sa
di preciso
cosa sia
ma è nervoso,
infastidito.
Sbuffa
con le grosse narici
aspettando…
Improvvisamente
i cancelli
si aprono
e il torero
fa il suo ingresso
nell’arena.
Ora sono soli,
lui e l’uomo
in quell’ampio spazio
polveroso.
L’uno
davanti
all’altro.
Il toro
avverte
lo sconosciuto,
tutto bardato
in un costume
scintillante,
quasi fosse
una festa,
come nemico,
e lo guarda ormai
con diffidenza.
Gli gira intorno,
lo scruta,
lo annusa.
Ora,
sa
cosa lo attende
e come deve difendersi.
Non ci sono
alternative.
Ora
sa
che
o lui
o il torero
non avrà scampo,
e
rimarrà lì,
steso
immobile
nella polvere.
Isabella Scotti dalla mia raccolta ”All’improvviso”
Per l’amico Osvaldo http://profumodidonna.wordpress.com//