Altra nomina cari amici. Per questo ringrazio la cara amica Paola del blog http://Tuttolandia.wordpress.com// un blog molto vario, di quelli che piacciono a me, dove potrete trovare recensioni che spaziano dal cinema ai libri a notizie interessanti di storia, o vita quotidiana. Insomma avrete capito che vale la pena una sbirciatina.
Le regole:
ringraziare chi ti ha menzionato ( fatto )
raccontare un pò di sè
nominare altri blogger ( cosa che non farò e voi lo sapete bene)
Quello che vi concedo è parlare un pò di me
Fin da ragazza in tutto ciò che mi circondava ho sempre trovato il meglio. E a dire il vero non sono stata mai un tipo pretenzioso , so cos’è il sacrificio , penso che aiuti molto nella vita. Soprattutto ti dà una forza notevole e ti tempra, anche se la fede aiuta ancor di più. Non ho mai preteso nulla nella mia vita, pur cercando con tutte le mie forze di realizzare ciò in cui ho sempre creduto. Ed ecco allora che la più grande realizzazione è stata la mia famiglia. E l’aver saputo creare attorno a me quel mondo d’amore al quale ogni uomo dovrebbe aspirare. Sono serena e soddisfatta se guardo al mio passato di ragazza gioiosa ma lo sono ancor di più guardandomi ora allo specchio diventata ormai donna matura. Prendere la vita come viene passando tra dolori profondi e gioie inattese è tutto ciò che sono, è quella Isabella che è arrivata sin qui e che voi tutti avete conosciuto. Vi abbraccio.
V’è un angelo nella famiglia che rende, con una misteriosa influenza di grazie, di dolcezze e d’amore, il compimento dei doveri meno amari. Le sole gioie pure e non miste di tristezza, che sia dato all’uomo di godere sulla terra, sono, mercè quell’angelo, le gioie della famiglia.
Chi non ha potuto per fatalità di circostanze, vivere sotto l’ali di tale angelo la vita serena della famiglia, ha un’ombra di mestizia stesa sull’anima, un vuoto che nulla riempie nel cuore.
Benedite Iddio che creava quest’angelo, o voi che avete le gioie e la consolazione della famiglia. Non tenete in poco conto, perchè vi sembri di poter trovare altrove gioie più fervide e consolazioni più rapide ai vostri dolori. L’angelo della famiglia è la donna, la madre.
GIUSEPPE MAZZINI
L’angolo della poesia.
Tenerezza
Caldo abbraccio di madre.
Il bimbo,
dall’aria innocente,
si affida a lei.
La stringe affettuosamente
cingendole il collo
con slancio,
e di rimando,
la madre,
lo abbraccia
con tenerezza.
Nessun’altra scena
è così carica d’amore
come questa,
dolce,
dell’incontro
tra madre e figlio,
nel dipinto
che osservo
qui, ora
davanti a me.
Un momento intimo,
delicato
e tenero,
volto
a testimoniare
l’esistenza
di un legame
unico, profondo
indissolubile.
Isabella Scotti
BUONA FESTA A TUTTE LE MAMME DEL MONDO
Ringrazio per l’arrivo di un altro raggio di sole il caro amico Antonio http://Antonio Tomarchio wordpress.com//
e per la nomination del premio Friendship Award lo stesso Antonio e la cara amica Maria http://nonsoloparole.wordpress.com//
Ora, mostrato il logo, ringraziato gli amici che mi hanno nominata , rispondo alle cinque domande richieste senza nomine come da mia consuetudine:
1) Perchè il blog?
Perchè aperto dalla mia casa editrice e portato avanti con notevole impegno dalla sottoscritta.
2) Chi sei ?
Sono una donna serena, capace di commuoversi molto per una sensibilità troppo spiccata, ma capace di provare rabbia e indignazione per ingiustizie , violenze gratuite, ipocrisie, imbrogli, volgarità. Mi piace la buona musica che fa parte di me, non ne potrei fare a meno. Adoro i Qeen, i Pink Floyd, e Sting. La musica classica mi dà pace e serenità e tanta gioia ricordo, quando vedevo i saggi di danza di mia figlia. Mi piace passeggiare al chiaro di luna nelle sere d’estate. In realtà mi è capitato piuttosto raramente, alle Eolie fu splendido tanto da suggerirmi la poesia ”Ricordo di un momento” che ho pubblicato anche qui mi pare e che potete trovare, per chi vuole, nel mio libro ”Miscellanea”. Sono una donna molto disponibile e aperta agli altri, una parola e un sorriso anche quando sono in fila a fare la spesa o alla posta.
3)Cosa ti piace?
Mi piace la semplicità in tutto. Non mi piace rincorrere o aspirare a chissà che . Mi accontento delle piccole cose ( che poi tanto piccole non sono se ci danno serenità ). Ho dei valori radicati sui quali non transigo, per me la famiglia è tutto. Mi piace tutto ciò che è natura, anche il più piccolo insetto, ma odio le mosche e le zanzare. Mi piacciono per le loro forme strane e la loro staticità i sassi. Un amico da ragazza mi regalò un grosso sasso rosa ovale, con un buco fatto da lui in alto per farci passare una corda rustica che ben si addiceva alla pietra, e creare per me quindi un ciondolo particolare, vista la mia passione per i sassi . Ancora lo tengo come una reliquia. Tutti mi prendevano in giro perchè portavo una pietra, pure grossetta al collo, ma non ero forse originale?
4) Cosa non ti piace?
Detesto ogni forma di prevaricazione. Detesto il pressapochismo, i lavori fatti a metà, le strade piene di buche ad esempio rattoppate tanto per passarci sopra ed essere di nuovo da capo a dodici. Non sopporto la maleducazione a tavola. Non mi piacciono gli inchini perchè preferisco camminare a testa alta . Non mi piacciono i motorini che superano a destra, perchè non hanno giustificazioni . Non mi piacciono i film con troppi effetti speciali, sono una romanticona.Insomma la lista sarebbe ancora lunga ma mi fermo qui, sono un pò stanca di scrivere.
5) Sogno nel cassetto?
Bè più o meno li ho realizzati i miei sogni per fortuna, ma uno ancora ne avrei. Mi piacerebbe andare in Africa. Del resto sono o non sono del Leone?
Un abbraccio a tutti voi amici. Isabella
PS Più in là altri post per altri premi…Pensate un pò non ho ancora finito, povera me e poveri voi che ancora dovrete sopportare il mio nome circolare in mezzo a tutti questi premi. Non siete stanchi? Ma forse ho capito…vi piace il mio nome, non è così?…
Eh già, è così che funziona. Tra alti e bassi , tra un sorriso e un pianto. Capita tutto in questi termini, perchè questa è la vita. E noi viviamo senza renderci conto di come tutto ci sfugga di mano. I giorni, le ore, i minuti. Il voler fare una cosa e subito dopo, dimenticarsene. Ma non per cattiveria, ma perchè presi da mille altre cose. E quello che avrebbe dovuto essere ben ancorato nella nostra testa come qualcosa di giusto da dover fare, ecco che invece si procastina nel tempo, dicendo ”Sì, la debbo chiamare, lo farò…” E poi quel tempo di colpo non c’è più. E allora rimani con quel senso di colpa, con quel rimorso per non esserti sforzata a realizzare la tua iniziale volontà di andarla a trovare, per aver forse sottovalutato una situazione che era ben più grave di quello che si sapeva. Ora sono qui che piango la mia amica Ada, la notizia della cui morte mi ha raggiunta subito dopo aver pubblicato il post sulla ”rosa dell’amicizia”. Bella coincidenza. Oggi alle tre il funerale. Sto male ma debbo andare. Una vita la sua veramente sfortunata, che non meritava, lei che era una persona dolce e buona. Prima un lungo periodo dedicato alla mamma diventata cieca e quindi bisognosa d’aiuto fino alla sua morte. Poi quest’ultima le porta via improvvisamente il primo marito per infarto. E allora va avanti, se ne fa una ragione, tanto ha un fratello, sposato anche lui con un figlio. Si dedica al volontariato , lavora in una farmacia. Ora ha di nuovo un sorriso ed è tornata l’Ada di sempre. E poi conosce un uomo , si risposa è felice, fino al giorno in cui una maledetta sera, mentre prepara la cena, lui le dice che ha dimenticato il cellulare in macchina e che lo va a riprendere…E lei aspetta… Finchè qualcuno le viene a dire che è stato investito. Morirà così Stefano, il secondo marito. E via, comincia nuovamente la risalita, per non affogare. Del resto ha sempre un fratello, un nipote, una cognata, insomma una famiglia, non è sola. Almeno ci crede. E poi anche questa certezza finisce. E si sveglia un giorno con la notizia che il suo amato fratello dovrà morire per un tumore al pancreas. Tutto troppo presto, tutto troppo in fretta. E così la mia amica Ada perde coraggio, si ammala e se ne va senza più la voglia di reagire. Ed io rimango a pensare: tanto la vita è questa, un’altalena tra un sorriso e un pianto. Di una cosa sono però certa: la rivedrò assieme a tanti amici lassù, a mio padre, ai miei nonni, ai miei suoceri, un giorno che non so, ma che sarà. E la rivedrò venirmi incontro con quel sorriso aperto e gioviale che era la cosa più bella di lei. Ti voglio bene cara amica, e sarai sempre con me, non ti preoccupare. Un bacio. PS Avrei voluto dirvelo in un’altro modo ma ora lo vedo come una cosa giusta : accanto ad una notizia triste una meravigliosa, quella che una nuova vita si sta sviluppando per affacciarsi su questa terra a settembre. Mia figlia ci renderà nonni e proprio stasera farà l’ecografia morfologica. Morte e vita che ancora una volta s’intrecciano
Sono rientrata ora : sarà una femmina.
La società italiana era molto variegata come in realtà tutte le società del mondo. Al vertice della piramide troviamo i Savoia, dove probabilmente contano più degli uomini le donne. L’energica regina Margherita, Elena la bellissima slava . I grandi capitani d’industria ( Volpi di Misurata, Treccani, Pirelli, Agnelli ) fautori della guerra, prendono il posto degli aristocratici nei loro palazzi, nei loro castelli, nelle loro belle ville sui laghi, da dove dirigono l’economia del nostro bel Paese, che la guerra anche se vinta ha gettato nel caos. Ci sono i pescecani, volgari profittatori delle difficoltà quotidiane, arricchiti e insolenti, che oscillano tra il vivere e l’essere e c’è la borghesia, monarchica, conservatrice, colta, tradizionale vivaio dell’alta burocrazia, della magistratura, e dell’apparato universitario che sta alla finestra e aspetta. I reduci, senza lavoro, umiliati, emarginati, scalpitano. I fascisti, con nomi e divise pittoresche, sembrano tanti grazie alla loro violenza verbale e alla loro natura manesca. I quaranta milioni d’italiani sono campanilisti, hanno il senso della famiglia dove domina la figura della madre, e della religione ( vista attraverso il parroco). In questa società posto per le femministe c’è n’è poco. Le donne, o sono di casa o sono di quelle. Non esiste alternativa a scelta. La poetessa Rossana Zezzos ,calata a Milano in abiti maschili, viene condotta a San Vittore, trattenuta un’intera notte, e rilasciata soltanto in presenza del fratello. Ada Negri rifiuta persino di vederla. E’ sintomatico che Guido da Verona parli di Landru appena ghigliottinato, come di un sedotto. Le donne devono tornare tra le pareti domestiche. Siccome non obbediscono prontamente si ricorre all’intimidazione. A Firenze e a Torino, per allontanare dai pubblici uffici le impiegate, i reduci li occupano con forza. Si salvano a stento le vedove con figli a carico. Nelle fabbriche si proibisce alle donne il turno di notte, si accorcia l’orario di lavoro, si riduce lo stipendio. Poche le carriere concesse: maestre, ostetriche, sarte, telefoniste, segretarie. Oltre, quelle di balie, attrici, bidelle, prostitute. Sul lavoro devono portare austeri grembiuli neri, non truccarsi ( hai capito MarisaMole’s ? ) non fumare, non soffrire di dolori mestruali. Le ragazze madri perdono il posto. Nel regime maschilista timidamente la stampa femminile continua le sue pubblicazioni. Resiste la pubblicità dei prodotti di bellezza, anche se è un genere di lusso non alla portata di tutte le donne. La Germania sospende l’invio di carbone stabilito dal trattato di pace, e subito si fermano i treni, ma non le industrie. Negli uffici dei dirigenti si assumono le segretarie, fanno la loro comparsa le prime macchine calcolatrici, si cominciano a spedire lettere di licenziamento per scarso rendimento. Si aggravano le leggi contro le frodi alimentari: il latte arriva al cliente annacquato fino al 22 per cento. I francobolli salgono a cinquanta centesimi, ma le regie poste non funzionano nè basta a migliorarle il francobollo commemorativo della marcia su Roma. La pubblicità invita a dimagrire, finanzia concorsi tipo ”Bimbi belli d’Italia”. Fra i giocattoli, la novità più sensazionale sono i modelli Fiat, a lire dieci e novanta. Il maggior disastro nazionale è la rottura della diga del Gleno, nell’alto bergamasco che contiene un bacino artificiale. La massa d’acqua distrugge tutti i villaggi della vallata, poco prima di Natale, e i morti non si contano. Nei tabarin arriva il charleston e Isa Bluette lo lancia con la canzone Lola.
Fonte ”Parlami d’amore Mariù”
Vita , costume e storia d’Italia tra gli anni venti e quaranta
A cura di Roberto Gervaso