Anche se siamo già ad ottobre parliamo ancora d’ estate…
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Masseria Narducci – foto booking.com
Vorrei
di te
poter
raccontare
il colore
d’estate
che
ti tramuta
in perla rara.
Vorrei
di te
parlare,
regalando
l’immagine
perfetta
di quello
che sei.
Terra
di Puglia,
che con le mani
raccolgo,
quando
in campagna
tra secolari ulivi
m’ attardo.
Bisbiglii
di uccelli,
canti che
si perdono
sommessi
tra
rami
d’alberi
di antica
memoria.
Il vento
viene
dal mare,
smuove
cespugli,
gli oleandri
in fiore,
mentre
i muretti
a secco,
si fan bollenti,
quando
il sole
di mezzogiorno
raggiunge
il punto
più alto.
Intanto
d’ intorno
profumi
deliziosi
si perdono
nell’ aria.
Fiori
di mandorlo,
frutta odorosa,
fico selvatico,
miele d’ arancia.
E com’ è dolce
poter godere
dell’ aria salentina
al riparo
del bianco
porticato
della masseria,
mentre un cielo
pieno di stelle
illumina
la mia sera.
Isabella Scotti settembre 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Foto Andrea Romani
Umbria- foto Andrea Romani
L’afa assale la terra già all’alba.
Sembra che nasca anche dal suolo e bruci
l’aria e l’asfalto delle vie che si scioglie
come liquirizia, e manda odore d’arsura
dovunque e verso il cielo non più azzurro.
Intorno, a perdita d’occhio, è tutto secco,
e l’erba sulle scarpate e lungo i fossi
aspetta solo una scintilla dalla pietra
ustoria per incendiare la pianura.
Anche il rivo delle lavandaie
che d’inverno straripa e allaga gli orti,
ora è asciutto e mostra il greto nudo,
desolato e osceno come un vecchio sesso.
Così la canicola consuma
il cuore invisibile dei giorni
e il paesaggio fino all’orizzonte,
dove il sole accecante crea i suoi miraggi.
Nella distesa dei campi mietuti
resiste soltanto la gentiana verna, ( * )
il piccolo fiore azzurro delle stoppie.
Morirà nel suo mare d’oro con l’estate
sola con se stessa come visse,
sotto il cielo nuovo delle piogge.
Antonio Seccareccia (da ” La Memoria Ferita ” )
La genzianella di primavera o genziana primaticcia (Gentiana verna ) è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Gentianaceae diffusa in Eurasia e Nordafrica . Il nome del genere Gentiana , deriva da Gentius, re dell’ Illiria, a cui tale pianta è dedicata, essendo stato il primo ad utilizzarla a scopo medicinale. L’ aggettivo latino verna, significa ” primaverile ”
Wikipedia
Acrostico – Settembre
Foto Andrea Romani
Foto Andrea Romani – Fonti del Clitunno – Umbria
S on ricordi indelebili e tristi quelli che restano di una
E state passata
T ra speranze e
T anta angoscia
E ora che nonostante tutto , giunto è questo nuovo
M ese ricco di date per me importanti
B ramo che un po’ di quiete
R aggiunga il mio cuore
E ad essa mi possa abbandonare
Isabella Scotti settembre 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Foto Andrea Romani
Foto Andrea Romani
Cari amici vi regalo nell’ attesa di volare in Veneto, qualche poesia. Baci a tutti e buona primavera.
Ops , mi sono confusa, è ancora inverno.
TRA I FIORI DI MAGGIO
lemiepiante.it
Nei giardini
di maggio
mi perdo
tra fiori,
che si svegliano
piano
al sorriso
del sole,
lasciandomi
dal loro profumo
inebriare.
E’
nei giardini
di maggio,
che vedo
fiorire
le rose.
Ma come mi son cari
i fiori di ginestra
che s’ aprono lucenti
come vena d’oro,
quasi gemme di luce.
Amo
sostare pensierosa
nei giardini
di maggio,
perdermi
per poi ritrovarmi.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
NON MI PIACE LEGGERE LETTERE
“Quasi non oso leggere le lettere,
posso leggerle soltanto a intervalli,
non resisto al dolore della lettura”
Franz Kafka
Sì,
in effetti
esse
sono qualcosa
di molto strano.
Si scrivono
parole
senza poter
guardarsi
in volto.
Siamo lontani,
io che scrivo,
tu che ricevi
ciò che ti invio.
Parole che
scritte
possono
anche perdersi ,
non solo
per quanta strada
a volte
si trovano a fare,
per giungere a destinazione.
Ma anche
perdere di significato,
al contrario
di quelle dette,
che si possono spiegare,
a lungo discutere .
Ecco perchè
“quasi non oso leggere le lettere,
posso leggerle soltanto a intervalli,
non resisto al dolore della lettura”.
Ecco perchè
preferisco aspettare,
piuttosto che una lettera
con parole
che mi metterebbero
in ansia,
ne sono sicura,
semplicemente
il tuo ritorno.
E sperare che
tu mi stia pensando
con la stessa intensità
con la quale
io ti penso.
Non voglio leggere
su di un foglio
” ti amo ”
te lo voglio sentir dire.
Solo questo conta
per me.
Ti aspetto.
Tutto qui.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Ispirata dall’incipit in neretto di Kafka
RICORDI D’ ESTATE
Ricordi
quando con la bici
si andava
spensierati
su strade sterrate,
facendo a gara
per arrivare primi
al fienile?
Erano i tempi
in cui noi,
tanti cugini,
ci si rincontrava
d’estate.
Eravamo sempre
felici quei giorni,
ci sentivamo
liberi.
Il fienile
era la nostra
tappa finale,
e il nostro rifugio
dove attendere
la fine della pioggia.
Ancora è lì sai ?
L’ ho rivisto da poco
e mi ha fatto
commuovere.
Sì, ho versato
una lacrimuccia,
quando guardandolo
ho rivisto noi
tutti insieme.
Come fugge via
il tempo,
portandosi via
anche chi
sarebbe bello,
fosse ancora qui.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie Simona
INUTILMENTE
buttati come l’edera a nascondere un pozzo,
quando tutti sapevamo di che pozzo si trattava?”
Cesare Pavese
Parole,
troppe,
inconcludenti.
Buttate lì,
come l’edera
a coprire un pozzo.
Che delusione
questo vuoto
tra noi.
Eppure,
pur sapendo,
abbiamo cercato
parole
che riempissero
quel vuoto.
Dialoghi ripetuti,
fino alla nausea
cercando un contatto.
Che sciocchezza
crederci .
Quanta ambiguità
nel nostro
nonrapporto .
Isabella Scotti maggio 2019
testo . Copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Ispirata ai versi di Pavese
TRISTEMENTE
scatto di Andrea
Tristemente
lascia piano
che cadano
i suoi petali.
Si è accorto
con rammarico ,
che ancora
non soffia ,
col suo tiepido alito,
Primavera .
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
NESSUN ALTRO
” La malinconia
culla con dolci canti
il mio cuore in oblìo ”
Paul Verlaine
panoramio.com
Il mio cuore è in oblio.
Ti ha dimenticato.
Ha dimenticato
molte cose
del nostro amore.
Più non vuole
ricordare.
E’ rimasta
solo
una dolce
malinconia
ad allietare
le mie sere.
E’ quasi un canto,
una melodia
sussurrata
dalla quale
mi faccio cullare,
quando fuori
le fronde
son sferzate
dal vento,
quando le gocce
di pioggia
battono i vetri.
Quando il freddo
mi fa tremare.
Solo lei
è rimasta
a farmi compagnia.
Nessun altro.
Isabella Scotti maggio 2019
testo : copyright legge 22 ottobre 1941 n° 633
Ispirata dai versi di Paul Verlaine
Questi passati sono stati per me giorni di riposo. Eppure la testa non si è riposata poi tanto. Troppi pensieri si sono accavallati. E questi che butto giù alla rinfusa sono alcuni di essi che già avevo prima e che sono tornati assieme ad altri perchè la vita continuamente rotea attorno a noi tra alti e bassi ( ultimamente più bassi mi pare che alti ) e non riesce a lasciarmi fuori del tutto.
1 ) Un tempo si parlava di terzo mondo.
E se ne parlava tutti dicendo che c’erano in tante zone dell’Asia, dell’Africa, dell’America latina carestie, guerre tribali, fame, denutrizione. Ricordo la tragedia del Biafra ad esempio, che mi colpì tristemente per tutte le immagini orribili che circolavano allora in televisione di bimbi denutriti dai grandi occhioni, con lo stomaco dilatato, enorme, e mosche che giravano loro intorno. Si davano le notizie e poi?
Mi chiedo se si è intervenuti abbastanza studiando rimedi e quant’altro per aiutare milioni di disperati.
Non lo so. Forse qualcosa è stato fatto. Ma non abbastanza , e certamente sottovalutando il problema in un agire senza seria determinazione , almeno a guardare ciò che succede oggi. Ho quasi la percezione che questo ”terzo mondo” si sia svegliato di colpo e, giustamente, si voglia vendicare per essere stato, per troppo tempo, lasciato a se stesso. E voglia ora, in un qualche modo , cercare un riscatto alle proprie condizioni di vita , ”invadendo” le nostre belle, ricche, terre pacifiche. Mi sono data questa risposta osservando, come purtroppo, non ci sia più freno all’arrivo di migranti, non solo qui da noi. Ho sofferto amaramente, ad esempio, assistendo agli scontri di Kos, isola gioiello della Grecia, dove la disperazione di uomini, donne e bambini del suddetto ”terzo mondo”, si è sommata alla disperazione di un popolo europeo, quello greco, vittima di grossi problemi economici interni, quasi a rischio default per alcuni giorni, impossibilitato quindi ad accogliere un così largo numero di persone bisognose senza soccombere, pur facendo il possibile. E allora tremo pensando ad un futuro che non sarà certo roseo ma terribilmente complicato.
PS Mentre scrivo continuano gli sbarchi.
2 ) Questa è stata un’estate torrida. Un caldo mai sentito e sofferto come quest’anno ci ha piegato le gambe. Ora pare che questo caldo africano sia finito. In compenso sono arrivati i temporali, le trombe d’aria, le frane , gli smottamenti. Ultima tragedia quella di Rossano calabro. Un quadro italiano fatto di colture rovinate, gente evacuata dalle proprie case costruite talvolta con sacrifici, anche in luoghi, duole dirlo , non propriamente consoni. E tutti si rimane con l’amaro in bocca.
PS Mentre scrivo continua in alcune zone a piovere abbondantemente , sempre a rischio alluvione.
3) Tragedie e storie di ragazzi giovanissimi che in discoteca fanno uso e abusano di alcol e droghe. Ragazzi che troppo spesso terminano la loro giovane vita soli, con il vuoto nell’anima. Ragazzi che con i loro comportamenti chiedono aiuto e che noi adulti, genitori, educatori, ignoriamo. Le discoteche non sono luoghi di aggregazione ( senza colpevolizzare gestori, dj, e tutti coloro che vi lavorano ). Questo , purtroppo, bisogna dirlo ad alta voce. La musica a tutto volume, che intontisce, il ballo sfrenato, l’alcol che circola unito alle droghe non possono certo essere per i nostri giovani momento d’incontro , crescita, riflessione. Il divertimento non può essere sballo , non può e non deve portare alla morte.
Ecco questa che volge ormai quasi alla fine è stata un’estate dura, difficile.
Vorrei che tutti i cambiamenti ai quali assistiamo, le tragedie di cui abbiamo notizia, fossero in grado di aiutarci a capire come si dovrebbe vivere realmente. Non solo parole però, ma fatti.
Aiutare seriamente chi ha bisogno di aiuto, curare l’ambiente che ci circonda senza rovinarlo, sporcarlo, curare le ferite dell’anima.
L’uomo , fintanto che non capirà questo sarà solo l’artefice della propria rovina.
Unica nota positiva in tutto questo, per fortuna, il sorriso di Arianna.
Tutte le foto sono di mio figlio Andrea Romani
Ho aspirato
i suoi odori e profumi
una mattina,
tempo fa,
d’estate.
Passeggiavo,
quando ancora
non pulsava
quella vita vivace
che la caratterizza,
lungo il mare,
in compagnia
di una brezza leggera,
che mi sferzava appena
il viso.
Ascoltavo
il rumore delle onde
che s’infrangevano a riva
e osservavo
i gabbiani,
con le loro ali aperte,
planare sulla spiaggia
emettendo il loro grido
inconfondibile.
Ad un tratto
il primo odore
intenso,
al porto.
Odore di nafta,
di motori accesi
di yacht
che si muovevano
per prendere il largo.
Uno vicino all’altro
bianchi, imponenti
lucidati a specchio
per offrirsi in tutta
la loro opulenza
a passanti curiosi.
Mentre dalla vicina boulangerie
arrivava il profumo
dei croissants ancora caldi
mescolato a quello
delle lunghe baguettes
fragranti.
E ancora
sempre camminando,
altri profumi,
altri odori.
Quello delle erbe provenzali,
che fanno
di alcuni piatti francesi
una prelibatezza.
O il profumo,
pungente
della lavanda,
che si mescolava
alle fragranze fiorite
della violetta, del gelsomino
della mimosa.
E poi,
quel profumo di mare,
aspro e forte,
quel sentore unico
di pesce fresco,
viscido, dal colore argenteo.
Odori e profumi
nell’aria
che si sommavano
così, all’infinito.
Tutti,
in una mattina d’estate.
Isabella Scotti
Cari amici, sono tornata. Ho lasciato una splendida giornata di sole e mi sono trovata nella tempesta. Abbiamo passato questi giorni come al solito con i nostri amici che hanno casa a Cannes. Abbiamo portato con noi anche mia madre che per vari motivi non era più tornata in Provenza da tempo. Tutti insieme abbiamo goduto di una bella vacanza facendo anche un bel percorso di circa tre ore in mezzo ad una vegetazione ricca e variegata. Ringrazio la nostra cara amica Florence che riesce sempre a stupirci con itinerari nuovi benchè si frequenti ormai la regione da ventiquattro anni. Questa, come ho già detto in altri post, è una terra che oltre al mare offre molto altro. E noi ne abbiamo conosciuto ogni aspetto . Ho voluto quindi dedicare a Cannes , che mi piace per cento motivi, non ultimo per il festival del cinema che mi ha dato la possibilità di vedere da vicino, donne tenetevi forte, BRAD PITT, e, uomini tenetevi forte, NICOLE KIDMAN, questo ricordo affettuoso. Un caro abbraccio a tutti. La vostra cara amica Isabella