Archivi tag: cappelli

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Debbo  ringraziare  con  affetto  per  questo  premio  il  caro  amico  Antonio

http://AntonioTomarchio.wordpress.com//

e  la  sempre  dolce  amica  Maria

http://nonsoloparole.wordpress.com//

Le regole semplici sono:

mettere il logo

dire  dieci  cose  di  me  che  dovranno  essere  da  voi  interpretate  come  vere  o

false

e   nominare   altri  blogger  che  vogliano continuare  il  gioco.    Voi  sapete  che  non  è  il  mio  forte  nominare  qualcuno.  Per  cui  passo  direttamente  alle  domande  alle  quali  dovrete  rispondere.

1)  Quando  sento  cantare  Freddy  Mercury  impazzisco. Soprattutto  sulle  note  di  Radio  Ga  Ga  canto e  ballo  fino  alla  fine  della  canzone , da  sola  in  casa qualunque  cosa  stia  facendo.

2) Quando  ero  alle  elementari  una  maestra  mi  chiamava  sempre  Rossella  per  via  dei  capelli  rossi

3)  Adoro  il  bolero  di  Ravel  e  la ” Carmen”  di  Bizet

4)  In  villeggiatura  quando  avevo  14  anni  giocavo  a  calcio  con  gli  amici  nel  ruolo  di  portiere

5) A  carte  gioco  solo  a  scala  quaranta

6)Mi  piace  andare  a  funghi  perchè  li  so  riconoscere

7)  Mio  padre  dipingeva  e  scriveva  poesie

8)  Al  liceo  ho  recitato  nella  ”Mirandolina”  del  Goldoni

9)  Se  potessi  andare  in  tandem  mi  divertirei  un  mondo

10)  Mi  piace  portare  cappelli

Tra  qualche  giorno  darò  le  risposte. Un abbraccio  .Isabella

 

 


Partimmo una mattina. Faceva caldo quel giorno, ma noi eravamo ben attrezzati: zaino sulle spalle, cappelli e uno spirito avventuroso mai avuto prima. Ogni volta che si parte c’è sempre quel sapore misterioso di un viaggio di cui non si conoscono ancora le coordinate fino in fondo, perchè tutto è ignoto , da scoprire. E per noi quel giorno rappresentava proprio quel mistero, perchè partivamo per la prima volta senza figli e senza macchina, destinazione: l’isola di Salina, nelle Eolie. Prendemmo il treno fino a Napoli e poi l’aliscafo fino al luogo prescelto , la più grande perla verde di quello stupendo raggruppamento di isole che si chiamano Stromboli, Panarea, Lipari, Alicudi, Filicudi. La più ricca d’acqua e di vigneti. Tutta la traversata mare mosso e gente che stava male. Solo noi, miracolosamente, immobili, per non accompagnare camminando,l’ondulazione del mezzo con eventuali tragici epiloghi, a goderci tranquilli il viaggio. Dal finestrino, ogni tanto, giravo piano la testa, per guardare la schiuma bianca che si formava sulla superficie del mare  al nostro passaggio. Bellissimo vedere il tutto così da vicino. Arrivammo verso le sette di sera, dopo aver individuato in lontananza Stromboli, il vulcano, che si stagliava imponente nella sua bellezza, nel momento del tramonto. Proprio quando i colori assumono, per una magia particolare, dei riflessi dorati, luccicanti sull’acqua trasparente, cristallina, là dove piano scende il sole e sparisce all’orizzonte. Ogni isola affascina per quel senso totale di libertà che vi si respira e l’atmosfera non è certo la stessa di quando si va semplicemente al mare. Sarà per la vita fatta di cose semplici, per quei pescatori assorti, che trovi vicino al porto, seduti sulle loro barche, intenti a sciogliere quelle reti da utilizzare per una nuova uscita in mare. Sarà per quel venticello birichino che fa volare i cappelli , chissà…E già scesi dall’aliscafo respiravamo una nuova aria ,( intanto voi ora, da qui in poi, chiudete  gli occhi e sognate…). Il nostro albergo era a Malfa, paese situato in una zona collinare, e  per arrivarci prendemmo una circolare che faceva il giro dell’isola e che ci portò direttamente in loco. La nostra camera, ubicata in un bungalow, si affacciava su di un bellissimo giardino da dove potevamo osservare un panorama meraviglioso. Lontano si vedeva Stromboli, e piccoline ma nitide, Alicudi e Filicudi. La sera, migliaia di luci provenienti da navi, motoscafi di passaggio, brillavano sulla superficie dell’acqua come in un quadro di Van Gogh. Mi piaceva molto l’idea di trovarmi nell’isola in cui Massimo Troisi aveva girato ”Il Postino”, suo ultimo film. E pensando a lui andammo un giorno in gita a Pollara, dove si trova la famosa spiaggia del film. Un ambiente tranquillo e abbastanza isolato,con il centro abitato da poche case e la spiaggia nera, al di sotto di un alto strapiombo. La casa, nel film abitata dal poeta Pablo Neruda interpretato da Philippe Noiret, ora affittata a turisti, era chiusa,e noi la guardammo dal cancello. Tutto intorno sembrava di stare nel deserto con molto caldo e un camioncino soltanto,  di quelli che vendono panini. Uno scenario molto diverso dal punto in cui si trovava il nostro albergo. Ogni angolo tappezzato da bouganville e uno scalone enorme , circondato da verdi cespugli, che scendeva direttamente alla spiaggia di Punta Scario. Niente sabbia ma grosse pietre e ciottoli, un pò scomoda a dire il vero, con vecchi resti, un tempo magazzini di pescatori. La sera, attraverso una scorciatoia priva di illuminazione,con il cielo così pieno di stelle, da darmi lo spunto per la composizione di una poesia, che ho messo sul mio libro ”Miscellanea”, si scendeva fino al paese, dove  la gente del posto parlava in dialetto , per passeggiare in tutta tranquillità su vie strette e silenziose. E poi le gite fino alla spiaggia di Lingua, al porto di Rinella, abituale scalo per navi e traghetti, e la visita al santuario della Madonna del Terzito del 1630, meta di pellegrinaggio nelle Eolie. E vogliamo parlare dei profumi a tavola oltre che dei sapori? L’ottimo pesce, i famosi capperi, saporitissimi, il dolce vino ”Malvasia” e i dolci…Insomma scenari unici, atmosfere da sogno, per un viaggio insolito vissuto in totale libertà, sotto il sole isolano di Salina.