Eccomi qua carissimi. Siete curiosi ? Spero di si. Sono sicura che se dite di sì, non ve ne pentirete.
Allora seguitemi in un itinerario che vi conquisterà per scorci pieni di fascino, interessanti , merito di una terra che amo profondamente : il Veneto. Io sono nata a Roma ma ho sempre detto che le mie origini sono venete. Precisamente i miei genitori sono nati entrambi a Nove, in provincia di Vicenza, a circa 4 chilometri da Bassano del Grappa . Per lavoro mio padre si trasferì da giovane a Roma, e con mia madre lì rimase fino ai miei 5 anni e ai 3 di mio fratello, quando tutta la famiglia andò a finire a Frascati, vivendoci fino ad oggi. Per quanto la mia vita si sia svolta tutta qui, sono sempre tornata con piacere nei luoghi d’ infanzia dei miei genitori, in una terra alla quale mi legano ricordi e legami di famiglia. Così anche a Pasqua. Il viaggio , secondo l’ itinerario progettato da mio figlio, ha compreso come prima tappa Treviso, il Monte Grappa e Bassano, Castelfranco Veneto, Tezze sul Brenta, dove risiedono gli unici cugini rimasti di mio padre, Cittadella, Marostica, e al ritorno verso casa, Arquà e Montagnana.
Vi dico subito che parlare di ogni luogo porterebbe via troppo tempo. Lascerò quindi parlare le foto di mio figlio con ovviamente qualche doveroso commento e probabilmente questo post sarà la prima parte di un viaggio che è stato bellissimo non solo per le ragioni del cuore, ma perché è stato anche l’ occasione per incontrare degli amici. Il primo, di Frascati, amico di scuola di mio marito , vive a Treviso da circa tre anni con la moglie e un figlio. La seconda, che vive a Castelfranco Veneto, è un’ amica conosciuta con la madre, in treno , molti anni fa , mentre andavo proprio a Bassano , anch’io con mia madre. Legammo subito tutte e quattro. Ma da quel fortuito incontro, non c’è stata mai più occasione per rivederci. Su facebook l’ho ritrovata mesi fa, e scendendo dal Grappa l’ho chiamata e fortunatamente, ci siamo potute rivedere. Vi garantisco, una bella emozione per tutte e tre , loro due e me. Mancava infatti solo mia madre. Ma non voglio tediarvi ulteriormente . Quindi ecco a voi le immagini di questo viaggio davvero troppo bello. A Treviso, città splendida, abbiamo alloggiato in un agriturismo in campagna, fuori città. Molto tranquillo, senza troppe pretese, il giusto per noi di passaggio.
Ecco galline in loco
E questo l’ agriturismo
Treviso è una città ricca di storia , di verde, di scorci caratteristici , di architetture notevoli, civili e religiose come il Duomo dedicato a San Pietro Apostolo, che non abbiamo potuto visitare perché quando arrivati era chiuso, e di tante fontane. All’interno delle mura ce ne sono ben 33. Certamente una delle più particolari è la fontana delle Tette.
scatto di Andrea
Già nel XIV sec il poeta fiorentino Fazio degli Uberti, nel suo ” Dittamondo ” così cantava
questa iscrizione l’ho fotografata io medesima…
La fontana delle Tette (fontana dee tete in veneto) è una antica fontana scolpita di Treviso che sotto la dominazione della Repubblica di Venezia , spillava vino bianco e rosso in occasione di particolari festeggiamenti.
La copia della scultura originale è collocata nel cortile di Palazzo Zignoli a Treviso, accessibile dalla galleria che collega il Calmaggiore alla piazzetta della Torre e alla calle del Podestà. Il manufatto autentico, seriamente danneggiato, è stato spostato in una teca sotto il portico del Palazzo dei Trecento
La fontana delle Tette fu costruita nel 1559 su ordine di Alvise da Ponte , all’epoca podestà della Repubblica di Venezia in seguito a una forte siccità che colpì la città di Treviso e la campagna circostante. Originariamente la statua era posta all’interno del palazzo Pretorio, in via Calmaggiore. Da allora fino al 1797 anno della caduta della Serenissima Repubblica di Venezia, in onore di ogni nuovo Podestà dalla fontana sgorgavano vino rosso da un seno e vino bianco dall’altro e tutti i cittadini potevano bere gratuitamente per tre giorni.
wikipedia
La Loggia dei Cavalieri è un edificio storico situato nel centro storico della città, importante testimonianza del potere politico dei nobili nel periodo in cui i comuni erano fiorenti. All’ interno si possono notare nella parte superiore affreschi sovrapposti di vari periodi. Ecco qui una foto per immortalare la bellezza del romanico trevigiano seppur influenzato dall’ architettura bizantina.
scatto di Andrea
Ora vi lascio con qualche foto, sempre di Andrea, per sognare e rilassarvi
Questo è il fiume Sile che attraversa Treviso regalando pace mentre lo si costeggia passeggiando
suggestioni
Questi alcuni scorci
Piazza dei Signori . Sulla destra, con le bandiere esposte, la Prefettura
Sculture . Il titolo all’opera lo dò io : ” Il tuffo ”
Però ragazzi è una vera fatica caricare foto. Non so se riuscirò a mostrarvi tutto quello che ho in mente. Se sì, ci vorrà parecchio tempo. Comunque è davvero un piacere camminare lontano dal traffico caotico delle città. Tutti i luoghi dove siamo stati avevano tutti le stesse caratteristiche : tanto verde e tranquillità. Anche Castelfranco Veneto è un piccolo gioiello. Tornarci a distanza di anni è stato molto piacevole, anche per aver ritrovato quell’ amica di cui vi ho detto all’ inizio del post. Eccovi qualche foto
Queste le mura che la circondano
l ‘ ora del tramonto è la migliore per fare foto, soprattutto se non piove
Eccolo qui trionfante. Si è proprio lui , il Giorgione, il grande pittore italiano nativo proprio di Castelfranco, cittadino della Repubblica di Venezia e illustre rappresentante della pittura veneta del XV sec. assieme a Tiziano che influenzò soprattutto all’inizio della sua carriera, diventandone anche socio in affari. Veramente splendido.
Ora, siamo arrivati alla fine del post. Miei cari chiudo e vado a ninna. Vi lascio però con una foto dell’ autore di queste sopra e vi aspetto per il prossimo tour.
Qui il fotografo Andrea con la madre e i famosi cugini di mio padre. Notare come anche il cugino Antonio porti al collo, la sua bella macchina fotografica. Sarà mica un vizio di famiglia ?
Carissimi, finite , sono le vacanze. Visto che ho un mare di cose da fare, per non farvi rimanere troppo in attesa del mio resoconto a riguardo, che arriverà appena potrò scrivere, voglio lasciarvi lo stesso qualcosa. Poesie come sempre , tanto per ricordarvi di me. Vi lascio anche però un grande abbraccio e se riuscirò a trovare un po’ di tempo, risponderò a chi ha lasciato traccia del suo passaggio qui. Auguro a tutti una buona lettura per chi vorrà leggere e commentare. Grazie. La vostra Isabella
ORRORE E MORTE
Fumo acre.
Puzzo di morte.
Sangue,
ancora innocente
bagna,
allargandosi
a dismisura,
il suolo benedetto.
Qualcuno
miracolosamente salvo,
seppur ferito,
cerca,
sconvolto,
tra i corpi
dilaniati
i propri
figli,
altri
le mogli,
i mariti,
i fratelli,
gli amici,
e non sa darsi pace.
C’è
in tutto questo
orrore
un ripetere
ossessioni,
una follia di base
incomprensibile.
Sogni infranti,
preghiere
messe a tacere
per sempre.
Resta
il pianto irrefrenabile
assieme
ad una sola domanda :
perché ?
Isabella Scotti aprile 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Dedicato alle povere vittime cristiane fatte saltare in aria nello Sri Lanka
AD UN TRATTO
hdwallpaper.nu
Mi farò analizzare
per capire
il perchè
di questo amore.
E’ arrivato
e non lo aspettavo.
Come uno tzunami
ha coperto
ogni lembo
del mio cuore.
E ora per me
è una tempesta
anche la tua dolcezza .
Che strano
questo sentimento…
è arrivato
ed io,
che non volevo vivere
storia alcuna,
mi sono vista
all’improvviso
cedere
alle sue voglie.
Oh amore,
grande,
dolce,
irripetibile.
Isabella Scotti aprile 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Incipit in neretto – Eugenio Montale – Ossi di seppia
Non sono geloso, sono solo”
Henry Miller a Anais Nin
Dove sei ?
Dove sei finita?
Mi manchi
da morire.
Tu sai
che senza te
potrei morire.
E’ assurdo
ma è così.
Ho sperimentato
con te
l’ inesprimibile.
E la tua mancanza
è ora per me
dannazione.
Mai vorrei
pensarti
con un altro.
Ma bada,
non sono geloso,
sono solo,
disperatamente
solo.
Isabella Scotti aprile 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Immaginando Miller solo con i suoi pensieri , rivolti ad Anais
Un giorno,
quando avrò
valicato
quella sponda,
avrò modo
di sostare un po’,
finalmente ,
lassù,
su quelle vette,
dove le mie gambe,
in vita,
non sanno
arrivare.
So che
sarà bellissimo,
io
confusa
con l’infinito.
Isabella Scotti marzo 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Grazie a Simona Scola
Cari amici ci sono una marea di tag in giro, questo sicuramente il più gradevole, ideato dalla cara Carla ( https://ladimoradelpensiero.wordpress.com) che non può non farmi piacere aver ricevuto. E volete sapere chi me lo ha donato? Due amiche che per la loro simpatia porto nel cuore:
Franca, (https://lemieemozioniinimmagini.wordpress.com) quella, oramai famosa , del caffè, e Rosa ( https://calogerobonura.wordpress.com//
Ora le regole sono , come in questo caso sempre le stesse. Ricordare chi ha ideato il tag. Fatto
Ringraziare chi mi ha taggata. Fatto.
Inviare un pensiero affettuoso a cinque blogger sperando continuino la catena e avvisarli di averli taggati a loro volta.
Questo il mio pensiero che offro con affetto oltre che ai cinque blogger a tutti coloro che passeranno di qui :
”Siamo amici.
Io non desidero niente da te,
tu non vuoi nulla da me.
Io e te
dividiamo la vita.”
Citato da Barbara Young, nel libro ” This man from Lebanon ”
Ecco, a malincuore perchè la scelta è sempre limitativa, i nomi dei cinque leggendari ( per forza debbo lasciare fuori tantissimi di voi, ecco perchè non gradisco molto queste catene, ma dovendo stare in ballo, e visto che mi piace ballare…)
Gian Paolo blog newwhitebear.wordpress.com
Giorgio blog giomag59.wordpress.com
Antonio blog antoniotomarchio.wordpress.com
Primula blog primulablog.com
Pif ( Rebecca) blog rebeccaantolini.wordpress.com
Tutti gli altri non si sentano esclusi. Voglio bene anche a voi. Isabella
PS la scelta è caduta su questi amici perchè con loro c’è da tanto tempo un profondo rapporto d’amicizia, chiacchieriamo molto insieme e trovo che ciò sia davvero una bella cosa.
A TUTTI GLI AMICI CHE SI CHIAMANO PAOLO E PAOLA E ANCHE AGLI AMICI CHE HANNO NOMI DOPPI DOVE RISULTI IL SUDDETTO NOME, O MASCHIETTO O FEMMINUCCIA, E PER CHI SI CHIAMA PIETRO IL MIO AUGURIO PIU’ SINCERO PER IL LORO ONOMASTICO. UN ABBRACCIO
ISABELLA
Ringrazio la cara amica Franca ( quella del caffè ) , del blog http://lemieemozioniinimmaginieparole.wordpress.com// per avermi taggata ”musicalmente” su iniziativa di https://ghbmemories.wordpress.com// -GHB Memories-
REGOLE
Scegliere almeno 5 tracce musicali che rispecchino alcune emozioni o stati d’animo al positivo
Taggare almeno 5 blogger avvisandoli di essere stati taggati
Citare il mio blog indicando il link diretto sottolineando che l’idea è nata in questo spazio htpps://ghbmemories.wordpress.com//
Motivare , se si ritiene necessario farlo, le scelte musicali .
Qui mi piace nominare ( visto che generalmente non nomino nessuno pago pegno se nomino più di cinque amici ? Mi auguro di no.)
Antonio Tomarchio http://AntonioTomarchio.wordpress.com//
Gian Paolo http:/newwhitebear’s blog.wordpress.com/
Wwayne http://wwayne.wordpress.com//
Giorgio http://giomag59.wordpress.com//
Tads http://angolodelpensierosparso.wordpress.com//
Rosarioboc http://bocros.wordpress.com/author/rosarioboc/
Massimo http://massimobotturi.wordpress.com/
Come potete vedere tutti simpatici ”maschietti”. Bè una volta tanto si possono coinvolgere anche loro in questi giochetti, concedetemelo. E voglio vedere se abboccheranno o si tireranno indietro come spesso faccio io…Ed ora
VIA CON LA MUSICA…
Prima traccia
…una di quelle feste da ricordare, quando ci si riuniva con gli amici e si ballavano i lenti di turno. Qui ballavo con il mio fidanzato ( poi futuro marito) una canzone che adoravo.
Seconda traccia
…ecco qui rivedo i miei allora bambini di cinque e un anno che a Senigallia cantano e ballano questa canzone. Dolce ricordo, troppo simpatico. ( La mamma cantava e ballava con loro )
Terza traccia
…qui l’elettricità di una musica resa straordinariamente in un balletto di mia figlia che per il coinvolgimento pazzesco ( si saltava battendo piedi e mani sulla poltrona del teatro ) non potrò mai dimenticare
Quarta traccia
…bè qui si è a casa di un’amica con la quale purtroppo ci siamo perse, dai capelli rossi anche lei, a Civitavecchia dove aveva una villa sul mare. Con due suoi cugini chiacchieravamo ascoltando, come potete giudicare da soli, ottima musica guardando dalla terrazza il mare illuminato dalla luna.
Quinta traccia
…romanticamente ancora con il mio fidanzato ( lo stesso di prima tanto per non sbagliare ) in campeggio a Sperlonga, quando si prendeva il sole ( non diventavo mica rossa come un peperone credetemi…ero di un bel colore ambrato io, ambè ). Poi passeggiando lungo la spiaggia si arrivava al ”Gabbiano” una specie di palafitta tutta in legno dove si facevano le più belle partite di biliardino che io ricordi e dove c’era un jukebox dove ascoltare le più belle canzoni del momento.
Ascoltate il tutto con un sorriso mi raccomando. Vi abbraccio tutti. Isabella
NONOSTANTE LA MIA ASSENZA HANNO COMUNQUE COMMENTATO L’ULTIMO MIO POST UN
GRAZIEEEE
AFFETTUOSO CON BACI PER TUTTI. MIO MARITO OPERATO E’ TORNATO A CASA. TUTTO BENE. SI RIPRENDE A POCO A POCO IL SOLITO TRAN TRAN CON LA PESTE ARIANNA CHE ORAMAI A OTTO MESI E’ IRREFRENABILE. A BREVE TORNERO’ A SCRIVERE PER VOI.
VI ABBRACCIO TUTTI. ISABELLA
Poichè pare abbiate gradito la mia precedente creazione legata alle parole Magnolia, Coppa, Essenza, Dolcezza, Intensità, continuo, sempre su suggerimento di Franca, con un acrostico :
I neguagliabile magnolia. Il tuo
N obile aspetto di pianta rigogliosa
T rae lo sguardo. E la tua
E ssenza è profumo che si spande
N ell’aria. C’è tanta intensità in esso che
S arebbe una magia poterlo racchiudere in una coppa.
I nspiegabilmente è per me dolcezza
T rovarmi
A lla tua ombra e sotto te, sostare.
ISABELLA SCOTTI
Spero vi piaccia quanto la mia prima composizione. Un abbraccio a tutti gli amici che passeranno di qui. Buona domenica.
SALVE AMICI.
ECCO A VOI DUE MIE FOTO.
CHE VE NE PARE?
A SINISTRA MERITATO RIPOSO DOPO GLI STRAVIZI DI UNA SERATA AL PUB.
A DESTRA NEL PIENO DEL MIO ”LAVORO”.
DELLA PRIMA FOTO HO ANCHE UN RITRATTO FATTO DA MIO NONNO PITTORE CON IL CARBONCINO. BELLISSIMO.
VI LASCIO IL MIO SORRISO PER AUGURARVI UNA BUONA GIORNATA. ARRIVEDERCI .
Cari amici dopo una pausa dovuta a festeggiamenti familiari ( compleanni, ricorrenze varie) tutti concentrati nella prima parte del mese di marzo, torno oggi nel giorno in cui Arianna compie sei mesi per raccontarvi qualcosa sulle frittelle che si mangiano in questo giorno. Ma purtroppo con il cuore triste per la nuova tragedia di Tunisi. Voglio chiedere a voi tutti di unirvi in preghiera con me per le vittime innocenti dell’ennesimo atto sconsiderato che ha sconvolto un paese, la Tunisia appunto e il museo più importante dell’Africa ricco di mosaici splendidi e antichi. Persone in vacanza, tranquille e rilassate , curiose e interessate al bello , si sono trovate di colpo scaraventate in una realtà di violenza assurda di persone che in testa non hanno nulla tranne che ignoranza a non finire. Voglio augurarmi che in seguito a questo gravissimo episodio finisca l’ immobilismo imperante da parte di tutti e si agisca il più velocemente possibile . Non possiamo solo chiamarci tutti ”Charlie” e aspettare altri episodi simili senza intervenire in un qualche modo deciso. La cultura di un popolo va difesa ad oltranza, il conoscere, il sapere è ciò che rende l’uomo libero .Io voglio continuare a stupirmi per ciò che l’uomo ha realizzato di bello su questa terra. E non posso non credere nell’uomo.
Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, si celebra in molti luoghi d’Italia con grandi falò e diverse manifestazioni gastronomiche. A Valguarnera nella provincia di Enna, ad esempio, si rievoca la povertà del Santo e quindi della sua Sacra Famiglia con una singolare usanza: i ricchi del paese preparano per i meno abbienti enormi costruzioni piramidali dette ”tavole di San Giuseppe”, imbandite di ogni tipo di dolciumi e cibo. Tre degli invitati, con costumi dell’epoca, dovranno impersonare Giuseppe, Maria e Gesù. Se poi l’ospite vuol fare le cose in grande dovrà fornire il travestimento anche per far impersonare i genitori di Maria, sant’Anna e san Gioacchino e i dodici Apostoli. La tradizione dei banchetti per i poveri nel giorno di San Giuseppe, si ripete in molte altre località italiane, soprattutto nel meridione. A Santa Croce Camerina nel ragusano, s’imbandiscono le ”Cene” in onore del Santo con squisiti prodotti locali, sebbene la specialità della festa sia un tipo di pane lavorato e decorato a mano che raffigura oggetti legati a San Giuseppe, come il bastone fiorito. Il pane viene preparato da coloro che hanno fatto voto al Santo. Intanto tre poveri del paese nelle sembianze della Sacra Famiglia di Nazareth girano tra le case dove sono state allestite le ”Cene” mangiando e portando via qualche pietanza. A San Marzano di Taranto vengono chiamate ”matre” altre tavole imbandite per San Giuseppe, mentre a Vallelunga Pratemano in provincia di Caltanissetta, per i bambini poveri del paese, detti ”verginelli” si mettono a tavola dei grandi pani che pesano dai tre ai cinque chili di forme varie, a bastone, a treccia, a giglio. Al centro, si mettono altri cibi, specialmente la frittura di ortaggi ( soprattutto cavolfiori e carciofi ) uova sode e olive. Cavolfiori fritti detti ”frittelli” vengono offerti anche a Roccantica di Rieti, nel Lazio. Cibi fritti, ma in particolare dolciumi, si preparano in altre località e la tradizione è talmente diffusa che il Santo è stato chiamato popolarmente ” San Giuseppe frittellaro”. Tant’è che una volta, andando di porta in porta, chiedendo a parenti ed amici le dolci frittelle, i bambini cantavano questa filastrocca ” Com’è buono, com’è caro / San Giuseppe frittellaro / Ad ognuno una frittella / che è lucente come stella/
La tradizione di consumare dolci fritti è tuttora viva in molte località italiane, come nel Lazio meridionale, tra i monti che separano Fondi da Formia, dove la notte della vigilia della festa si accendono falò in onore del Santo, e, mentre ardono i fuochi, si mangiano ”le seppele” ,le frittelle dolci consumate dopo la cena a base di legumi vari e salsicce. Quando a terra rimane solo la brace, i ragazzini gareggiano nel cosiddetto ”salto del fuoco” gridando ”Evviva San Giuseppe con tutte le seppele appriesse” ( San Giuseppe con tutte le zeppole appresso)
I ”falò di San giuseppe” sono diffusi in tutta Italia, da nord a sud. A Modica, in provincia di Ragusa, la ”vampata” arde per tutta la notte davanti alla chiesa dedicata al Santo. A Lezzeno, in provincia di Como, la cerimonia dei roghi è documentata fin dal 1190 e viene premiato il più grande, mentre a Rocca San Casciano, Forlì, c’è una gara tra i due rioni principali del paese per il falò più spettacolare. A Scicli, nel ragusano si preparano i ”pagghiara”, cioè pagliai da bruciare la sera mentre per le vie del paese si snoda una processione, in ricordo della fuga in Egitto. Ma torniamo alle frittelle, di cui tutti penso siamo ghiotti. Esse, a secondo dei luoghi in cui si preparano , assumono nomi diversi : frittelle di riso in Umbria, zeppole a Napoli e così via. A Roma i tradizionali bignè di San Giuseppe, sono rigorosamente fritti e ripieni di crema ( talvolta anche in una variante con ricotta). Una volta i migliori erano quelli del quartiere Trionfale, nei pressi di San Pietro, attorno alla parrocchia di San Giuseppe, dove la festa era più sentita e durava una settimana intera . ”Venite tutte qui / ciumachelle belle/ venitene a magnà le mie frittelle!”, gridavano i ”frittellari” ambulanti alle ragazze che a Roma erano vezzeggiate con l’appellativo appunto di ”ciumachelle”, cioè ”lumachine”. Al calar della sera, per azzittire i bambini, ormai stanchi, le mamme raccontavano loro in dialetto romanesco la vera origine delle frittelle, con la storia in versi di un immaginario quanto improbabile San Giuseppe che, giunto in Egitto, si arrangiava per sbarcare il lunario a fare il ”frittellaro”:
San Giuseppe faceva er falegname
e benchè fusse artista de talento
nun se poteva mai levà la fame
pe’ quanto lavorasse e stasse attento…
Un giorno se n’annò in Egitto co’ Maria,
e doppo un par de giorni ch’arrivorno
uprì de botto ‘na friggitoria.
Co’ le frittelle fece gran affari.
Apposta in tutta Roma, in de’ sto giorno,
sortono fora tanti frittallari.
Auguri a tutti i papà che in questo giorno vengono festeggiati e mi raccomando, offrite loro tante buone frittelle o bignè di San Giuseppe, così la festa è assicurata.
Dedico il post alla cara amica Laura: http//laurarosa3892..wordpress.com// . Visitate il suo blog, troverete tante ottime ricette accompagnate da tanta simpatia.
fonte: da un articolo di Adolfo Giaquinto
Cari amici ritorno qui, tra di voi , ma al volo perchè fino a novembre sarò impegnata e perchè anche il pc ha bisogno di verifiche. Ho in sospeso varie cosette da sistemare. Ma non temete che quando potrò, come ora, mi rifarò viva, ( col pc di mia figlia spero ) e risponderò con affetto a tutti coloro che mi hanno inviato notifiche. Un forte abbraccio a tutti. La vostra amica Isabella