cinque parole da cui partire
fanciulla, effluvio, ruscello, ginestra, passeggiata
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Un vento antipatico sferzava con violenza la povera ginestra, mentre la fanciulla cercava di tenere fortemente stretto a sè , quel mazzo di fiori campestri appena colti. La passeggiata ch’era solita fare ogni mattina, l’ aveva portata là, dove quei due arbusti selvatici , pieni di fiori gialli , avevano attirato la sua attenzione. Man mano che si avvicinava, sentiva sempre più nell’aria un effluvio intenso.
Quasi stordita da tanto profumo, decise di portare a casa un po’ di primavera , cogliendo qualche bel ramo fiorito. Il vento però, aveva rotto il piacere del suo solito peregrinare. E così si vide costretta a tornare. Ma quel luogo incantato, dove spesso si rifugiava, l’ avrebbe presto rivista .
Poco lontano scorreva, levigando sassi di varie forme, anche un ruscello d’acqua limpida , dove la fanciulla amava bagnare le caviglie, rimanendo a lungo pensierosa. Stare lì , era per lei sempre una gioia immensa. La mattina, quando arrivava, gli alberi lasciavano filtrare tra i rami la luce del sole , creando magici arabeschi. Erano quelli i momenti più belli delle sue giornate solitarie, quando nel silenzio del bosco ritrovava se stessa. Poteva forse non tornare?
Il vento, lo sapeva , avrebbe presto lasciato spazio al tepore del sole , che brillava alto nel cielo già da qualche giorno. Si sentiva felice come non mai.
Primavera era ormai giunta.
Isabella Scotti marzo 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Carissimi, primavera è ormai giunta. E’ la stagione del risveglio, del cambiamento. Tutto torna a fiorire. Magari sarà così anche per noi, chissà. Che si possa presto tornare a sorridere . Anche se i numeri raccontano altro. Anche se i prossimi giorni parlano di neve e tanto freddo…
Nonostante tutto speriamo, dobbiamo sperare. Vi lascio per ora il mio di sorriso.
La vostra Isabella
Non sarà forse il massimo questa esecuzione, lo so, ma mi piaceva il video. Mi ha fatto sognare, e oggi più che mai ne sento il bisogno
PRIMO TEMPO
Arrivò
quel giorno
di maggio,
e ci accompagnammo,
soli,
sulla sponda del fiume.
Insieme
al dolce fluire del tempo,
presero a navigare
pensieri
silenziosi e profondi.
Fu
il canto dell’usignolo
ad inebriar le nostre menti,
mentre
un dolce zefiro
s’agitava
tra le fronde
e la fresca acqua
scorrendo
fino al mare,
narrava
di come
”Amore”
fosse nato
improvviso.
Isabella Scotti
SECONDO TEMPO
Di te,
ho perso le tracce.
Ma non voglio perdere
la speranza
di ritrovarle.
E ho cominciato
da qui,
da questa sponda,
che ci conobbe
innamorati e felici.
Ricordi ?
Da
dove l’acqua
del fiume
scorre
più veloce
per arrivare
fino al mare.
Le tue tracce
partono
da questo
punto,
e sono gli attimi
di soave dolcezza
che mi regalasti.
Soffre
il cuore
nel poter
solo desiderarti
e null’altro.
Ti stringerei al petto
se fossi qui,
come allora,
fino a farti male.
Ma tra le mani
non ho le tue,
nè più le dolci labbra
da baciare.
Lontano sei,
perduto amore,
e qui mi struggo,
e qui io piango.
Isabella Scotti
Com’è dolce
il fluire del tempo.
Ci accorgiamo
piano
di lui
che viene avanti
deciso,
puntuale,
preciso.
Accarezza
i nostri capelli
facendo cadere
su di essi
come per magia,
un’improvvisa
polvere
d’argento
e soffiando
sulla nostra pelle
qualcosa
che stranamente
la raggrinzisce.
Silenziosamente,
ma inesorabilmente,
si prende
a poco a poco
la nostra vita,
ma lo fa
con tatto,
con garbo,
perchè
il fluire del tempo
è nella natura
delle cose,
è uno scorrere
lento,
ma continuo,
come l’acqua
di un fiume
che scivola piano,
senza far rumore.
Isabella Scotti
Dalla mia raccolta ”Riflessioni”
COL TEMPO
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il viso
non ricordi la voce
quando il cuore ormai tace
a che serve cercare ti lasci andare
e forse è meglio così
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l’altro che adoravi che cercavi nel buio
l’altro che indovinavi in un batter di ciglia
tra le frasi e le righe e il fondotinta
di promesse agghindate per uscire a ballare
col tempo sai tutto scompare
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
oggni cosa appassisce io mi scopro a frugare
in vetrine di morte quando il sabato sera
la tenerezza rimane senza compagnia
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
l’altro a cui tu credevi anche un colpo di tosse
l’altro che coprivi di gioielli e di vento
per cui avresti impegnato anche l’anima al monte
a cui ti trascinavi alla pari di un cane.
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
non ricordi più il fuoco
non ricordi più le voci della gente di poco
e il loro sussurrare
non ritardare copriti col freddo che fa
Col tempo sai
col tempo tutto se ne va
e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato
in un letto straniero ti senti gelato
solitario ma in fondo in pace col mondo
e ti senti tradito dagli anni perduti
Allora tu, col tempo, sai…
non ami più.
Leo Ferrè
Dai, corri,
prendi la palla.
E tu
correvi
mentre la palla
scivolava in acqua,
l’acqua del mare.
Nulla
faceva sorridere di più
che vederti,
traballante,
con le tue gambette veloci,
correre dietro
il tuo gioco
preferito.
Avevi pochi anni
ma anche crescendo
non hai mai dimenticato
quella palla.
E’ stata
per tanto tempo
il tuo trofeo
fino a quando
sgonfia,
distrutta,
l’abbiamo dovuta
abbandonare.
Ora,
la tua nuova palla,
è quella che vedi
in tutte le partite di calcio
in televisione.
Ora,
il tuo nuovo trofeo
è rincorso
non più
dalle tue gambette veloci,
ma da un Totti
che corre più di te!
Isabella Scotti
Sorridendo un pò
Si perse Amore,
E più non ritrovò
La strada.
Vagò,
Disperato,
Alla ricerca
Di colei
Un dì tanto amata.
E lacrime amare
Ricordandola,
Dolce e bella,
Scendean
Sulle gote
Come stille di rugiada
Si posano
Su petali di rosa.
Pianse Amore,
Angosciato,
Tutta la notte,
E l’eco del suo pianto
Risuonò dovunque.
E fu allora,
Che raggiunse Morte
La quale,
Commossa,
Volle prenderlo con sè.
Lo circondò allora
Di un gelo
Sottile
Che lo intorpidì
Tutto
Rendendolo freddo
Come un pezzo
Di ghiaccio.
Poi,
Muta,
Lo prese
Tra le braccia,
Lo strinse a sè,
E lo rapì,
Al mondo,
Per sempre.
Isabella Scotti
Chiaramente ”immaginazione’ ‘la mia. Anche se oggi debbo dire che ”Amore” in giro se ne vede ben poco. Un mondo impazzito sembra governato da tutt’altro. E non parlo delle solite guerre, all’ordine del giorno ormai. Mi pare che ”Amore” sia scomparso proprio nel quotidiano, nel guardarsi intorno e meravigliarsi di quello che ci circonda, rispettandolo, nell’ignorare regole comportamentali anche le più basilari. Non siamo più capaci di guardarci senza diffidare del prossimo. E’ un mondo arido quello dove oggi ci troviamo a vivere. La notizia di quella bomba d’acqua caduta improvvisa nel trevigiano oltre che rattristarmi per la notizia di altri morti, mi ha fatto pensare anche ad altre cose. Quel torrente che già aveva tracimato tempo addietro non poteva indurre ad un pò più di prudenza? Non voglio ovviamente colpevolizzare nessuno di fronte alla tragedia successa, ma quei tendoni potevano essere messi più in sicurezza? L’uomo mi sembra talvolta superficiale non solo nella cura che obbligatoriamente deve al suo territorio, ma anche spesso nel non valutare con cognizione di causa la probabilità che qualcosa di diverso dalle sue aspettative possa accadere. La natura oggi ci mette ancora di più di altre volte in condizioni tali da affrontare situazioni drammatiche, mi auguro che l’uomo ritrovi ”Amore” al più presto in tutto quello che fa per il bene di tutti. Non sprechiamo la nostra vita che nessuno potrà mai avere una seconda volta. Una preghiera per quei nuovi morti si aggiunga alle altre per guerre e sofferenze.
Un tempo,
fanciulla,
passavo qui
la mia estate.
Ricordi?
Mi fermavo
sul tuo ponte di legno,
per guardare
il fiume Brenta
scorrere veloce,
e sentire
l’aria frizzante
scendere dalla Valsugana.
Era un tornare gioioso
il mio:
adoravo rivedere
la campagna
che ti circonda,
Marostica,
con la piazza degli scacchi
e le sue ciliegie,
carnose e succose.
Andare in bicicletta
per strade sterrate,
polverose,
lontano da rumori assordanti,
per ascoltare
nient’altro che fruscii
tra le fronde,
e acqua
di piccoli ruscelli
scorrere
lungo i bordi dei campi.
Le voci
parlare in dialetto
con un tipico accento veneto
particolare,
che mi piaceva
per la sua cantilena cadenzata.
Il Grappa e la grappa.
Monte e liquore
dallo stesso nome,
tutti e due
parte integrante di te,
Bassano,
assieme alla tua ceramica
dal colore azzurro,
blu cobalto.
Bassano,
sei stata il mio sogno
di bambina,
sei ora
il mio ricordo
di adulta!
Isabella Scotti
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Foto di mio figlio le prime. Le ultime due scattate ovviamente da me col cellulare