Finalmente Sarah era tornata a casa.
In quella villa dove tutti i suoi parenti ormai , l’aspettavano con gioia. E con gioia anche lei era tornata, dopo essere stata per tanto tempo in ospedale. Quanti giorni erano passati, ora sapeva che mai più avrebbe potuto vedere, con i suoi occhi, che si nutrivano di bellezza, la sua campagna inglese. Quella campagna dove tanto amava cavalcare e dove , ahimè, per colpa di quell’ orribile caduta, aveva perso la vista. Aveva ormai superato il trauma, ed era vogliosa di riprendere le sue abitudini, sorseggiare un buon thè alle cinque del pomeriggio, uscire a cavallo per una passeggiata. Era diventata cieca per sempre, sì, la sua vita avrebbe incontrato difficoltà, ma aveva ancora tanta voglia di continuare a fare quello che faceva prima : vivere. Così nonostante tutto , per dimostrare a se stessa che ce la poteva fare, riprese con George, il suo fidanzato, ad uscire, e frequentare di nuovo gli amici che , durante la degenza in ospedale, non l’ avevano mai abbandonata. Quel giorno, dopo la loro rituale uscita, tornò a casa serena e tranquilla, come sempre. La rilassava fare le stesse cose di prima, e chiacchierare con George. Cercò nella borsa le chiavi di casa e aprì la porta salutando con un sorriso il suo fidanzato, che si allontanò sicuro , dopo averla vista entrare e richiudere la porta dietro di lei.
Entrata, cominciò a chiamare i suoi genitori per rassicurarli che tutto era a posto, ma non ricevendo risposta , credendo fossero usciti, pensò di fare un bel bagno. Le piaceva immergersi nella vasca, nell’acqua calda profumata del suo bagnoschiuma alla lavanda. Sapeva perfettamente dove trovarlo. Lo lasciava ogni volta sul bordo , per fare in modo di trovarlo subito, senza cercarlo nel mobile sopra il lavandino. Anche se il buio, era per lei ormai totale, non voleva fossero gli altri a doverla aiutare, voleva essere autonoma. Per cui cominciò a salire, tenendosi ben salda al corrimano, la lunga scala di legno. Il grande bagno si trovava alla sua fine, a sinistra della scala, accanto alla sua camera da letto. Dapprima entrò qui, per cercare nel cassetto del comò un bel pigiama da casa, comodo per godersi la serata, ascoltando , allungata sul divano, una buona musica. Poi si trasferì nel bagno. Arrivata nei pressi della vasca, ( oramai il suo senso dell’ orientamento era straordinario ) , si chinò per prendere il bagnoschiuma .
Fu in quel momento che, inavvertitamente, toccò qualcosa che la fece indietreggiare. Rabbrividendo, si rese conto allora di essere sola e che mille orribili pensieri la stavano paralizzando dalla paura. Subito chiamò impaurita i suoi cari. Nessuno, di nuovo, rispose. Era una mano ciò che aveva lì toccato, inerme, che non rispondeva affatto al tatto. Presa da un’ angoscia profonda che cominciò a farla tremare tutta, affondò istintivamente le sue mani nell’ acqua , per cercare di capire ciò che le sfuggiva, che non arrivava a comprendere : là, sul pelo dell’ acqua galleggiava una seconda mano. Spaventata, gridando , usci dalla stanza correndo , senza più sapere dove andare, finendo per inciampare su qualcosa . Si tirò su e tremando , allungò in avanti le mani per toccare quell’ ostacolo che l’ aveva fatta cadere : come un tronco abbandonato, una gamba stava lì, in mezzo al corridoio. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, mentre scappava lasciandosi dietro morte e tanto sangue. Tornò verso la scala, ma si sentì afferrare e buttare per terra. Due mani la trascinavano chissà dove. Cercò con tutta se stessa in preda al panico, di divincolarsi da quella stretta, quando il buio, in cui già viveva, la prese del tutto e perse i sensi…
Quando riaprì gli occhi sentì che George era accanto a lei. Era arrivato giusto in tempo. Era stata la cugina di Sarah ad avvertire la polizia, sospettando fosse successo qualcosa nella villa, chiamando al telefono i suoi parenti e non ricevendo alcuna risposta. Sapeva, che immancabilmente alle cinque , prendevano il loro thè. Peccato che mai più avrebbero potuto sorseggiarlo. Per fortuna il maniaco non riuscì a fare a pezzi anche la povera , traumatizzata Sarah . Solo il tempo potrà aiutarla a cancellare quei brutti momenti e l’ amore di George , che mai più la lascerà sola.
Liberamente ispirato al film ” Terrore cieco ” con Mia Farrow
Isabella Scotti ottobre 2019
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
cinque parole da cui partire
fanciulla, effluvio, ruscello, ginestra, passeggiata
foxlife.it
Un vento antipatico sferzava con violenza la povera ginestra, mentre la fanciulla cercava di tenere fortemente stretto a sè , quel mazzo di fiori campestri appena colti. La passeggiata ch’era solita fare ogni mattina, l’ aveva portata là, dove quei due arbusti selvatici , pieni di fiori gialli , avevano attirato la sua attenzione. Man mano che si avvicinava, sentiva sempre più nell’aria un effluvio intenso.
Quasi stordita da tanto profumo, decise di portare a casa un po’ di primavera , cogliendo qualche bel ramo fiorito. Il vento però, aveva rotto il piacere del suo solito peregrinare. E così si vide costretta a tornare. Ma quel luogo incantato, dove spesso si rifugiava, l’ avrebbe presto rivista .
Poco lontano scorreva, levigando sassi di varie forme, anche un ruscello d’acqua limpida , dove la fanciulla amava bagnare le caviglie, rimanendo a lungo pensierosa. Stare lì , era per lei sempre una gioia immensa. La mattina, quando arrivava, gli alberi lasciavano filtrare tra i rami la luce del sole , creando magici arabeschi. Erano quelli i momenti più belli delle sue giornate solitarie, quando nel silenzio del bosco ritrovava se stessa. Poteva forse non tornare?
Il vento, lo sapeva , avrebbe presto lasciato spazio al tepore del sole , che brillava alto nel cielo già da qualche giorno. Si sentiva felice come non mai.
Primavera era ormai giunta.
Isabella Scotti marzo 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Carissimi, primavera è ormai giunta. E’ la stagione del risveglio, del cambiamento. Tutto torna a fiorire. Magari sarà così anche per noi, chissà. Che si possa presto tornare a sorridere . Anche se i numeri raccontano altro. Anche se i prossimi giorni parlano di neve e tanto freddo…
Nonostante tutto speriamo, dobbiamo sperare. Vi lascio per ora il mio di sorriso.
La vostra Isabella
Non sarà forse il massimo questa esecuzione, lo so, ma mi piaceva il video. Mi ha fatto sognare, e oggi più che mai ne sento il bisogno