Amare
e non confessarlo.
Guardare
all’ amore
con distacco,
pensando
ad esso
senza farsi sopraffare
dal sentimento.
Lasciarsi
stringere
dalla morsa
di un esagerato
senso del dovere,
rimanendone
schiacciato.
Non capire
il dolore
di chi l’ amore
vorrebbe offrirglielo
e non può,
per la sua freddezza.
Che tristezza
rendersi conto,
troppo tardi ,
di aver perso
l’ occasione
della vita.
Comprendere
l’ inutilità
di un diniego
sciocco,
soffrendo poi
in silenzio
una solitudine
profonda,
accompagnata
senza fine,
da un rimpianto
malinconico,
struggente.
Isabella Scotti luglio 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Un film con due attori superbi , Emma Thompson ed Antony Hopkins che la mano elegante di James Ivory ha saputo ben dirigere. Un personaggio , quello del maggiordomo, che per quanto risulti di primo acchitto difficilmente comprensibile nel suo atteggiamento formale, va invece inquadrato , per ben comprenderlo, nel periodo pre – bellico nel quale tradizione e valori nell’ Inghilterra di quel periodo erano fortemente radicati. Un film impeccabile, assolutamente da vedere.
Tante le interpretazioni eccellenti di questi attori. Tanti i loro film da ricordare.
EMMA THOMPSON
Emma Thompson è nata a Londra il 15 aprile del 1959. Suo padre, Eric Thompson, era un attore piuttosto famoso per aver interpretato e raccontato in televisione la serie The Magic Roundabout. Sua madre Phyllida Law, era un’attrice scozzese. Per completare il quadro di una famiglia totalmente immersa nell’ambito artistico basta aggiungere che anche la sorella minore di Emma, Sophie Thompson diventerà un’attrice.
Un esordio da cabarettista
La Thompson ha frequentato dapprima un istituto femminile, la Camden School e poi il Newnham College a Cambridge, dove ha avuto una breve relazione con Hugh Laurie, l’attore che circa trent’anni dopo sarebbe diventato il dottor House. Con lo stesso Laurie apparirà come comparsa nella sitcom The Young Ones nel 1984. Durante gli anni di Cambridge ha recitato in molti spettacoli teatrali riuscendo ad aggiudicarsi anche il Terrier Pick of the Edinburgh Fringe. Mentre stava ancora studiando a Cambridge, un vecchio amico le ha proposto di entrare nel celebre gruppo teatrale Footlights, dove lavoravano i John Cleese ed Eric Idle (futuri Monty Python). Due anni prima del diploma, l’agente Richard Armitage, profondamente colpito dagli spiritosissimi testi scritti per la Footlights, le ha offerto un contratto. Laureata in lettere a Cambridge nel 1981 con una tesi sul romanziere George Eliot, Emma Thompson ha iniziato a lavorare come cabarettista; nel 1985 è stata l’attrice protagonista del musical Me and My Girl al fianco di Robert Lindsay, spettacolo trasmesso dalla BBC. Sempre per la BBC ha poi scritto e curato la registrazione della serie televisiva Thompson. Il successo che ottiene, inclusi gli apprezzamenti da parte della critica, le permettono di interpretare il suo primo ruolo drammatico: nella serie televisiva Fortunes of War sarà Harriet Pringle al fianco di Kenneth Branagh. Tra la Thompson e Branagh nascerà una storia d’amore che li condurrà non solo al matrimonio nell’agosto del 1989, ma anche a numerose collaborazioni artistiche, in particolari negli adattamenti shakespeariani.
Un amore di regista
Dopo i successi teatrali e quelli televisivi Emma Thompson fa il grande salto e recita per la prima volta in una produzione destinata al grande schermo nel 1989 diretta dal marito nel suo personale adattamento dell’Enrico V. Sempre nello stesso anno viene scelta da Mel Smith, regista con alle spalle una lunghissima carriera televisiva, per il suo debutto cinematografico: in Due metri di allergia la Thompson fornisce un’ottima prova da attrice comica al fianco di Jeff Goldblum. E questa sua capacità di passare con disinvoltura dal registro drammatico a quello comica sarà una costante della carriera cinematografia della Thompson e sarà anche uno dei motivi per cui per tutti gli anni novanta sarà una delle attrici più acclamate dalla critica di tutto il mondo.
Nel 1991 è la protagonista femminile del secondo lungometraggio del regista-marito: L’altro delitto, giallo complesso e irrisolto ma carica di fascino e impreziosito dall’intesa e dalla complicità che naturalmente si era creata sul set tra i due protagonisti. L’anno successivo, marito e moglie si ritrovano nuovamente insieme sul set: Gli amici di Peterè una commedia acida e brillante allo stesso tempo, in cui la Thompson non solo si trova a essere diretta dal marito Kenneth Branagh ma recita anche al fianco di sua madre Phyllida Law. Madre e figlia si troveranno nuovamente insieme sul set dell’esordio alla regia di Alan Rickman nel 1997 con L’ospite d’inverno.
A lavoro con James Ivory: ed è subito Oscar!
Gli amici di Peter è la prima vera prova cinematografica in cui la recitazione della Thompson trova modo di esprimersi al meglio: la critica apprezzerà unanimemente e James Ivory la chiamerà per affidarle il ruolo di Margaret Schlegel in Casa Howard. La pellicola è tutta centrata sull’incontro-scontro di tre famiglie nell’Inghilterra dell’inizio del secolo scorso e il cast offra una prova superlativa. La Thompson vince il Golden Globe e l’Oscar come miglior attrice protagonista. Di fatto questa pellicola rappresenta la definitiva consacrazione per un’attrice che è finalmente riuscita a sdoganare la sua recitazione molto british in tutto il resto del mondo.
Il 1993 per la Thompson è un anno magico: recita in ben tre film. Si ripropone il binomio col marito per l’ennesima trasposizione di Shakespeare in Molto rumore per nulla. Un’operazione riuscita nel tentativo di aggiornare Shakespeare portandolo al passo coi tempi: la Thompson svetta su un cast stellare pieno zeppo di star hollywoodiane (per tutti basti citare Denzel Washington, Keanu Reeves e Michael Keaton). Ancora una volta, Branagh riserva un piccolo ruolo per Phyllida Law, madre della Thompson. Diretta da Jim Sheridan sarà l’agguerrita avvocatessa che difenderà e farà scarcerare Daniel Day-Lewis nel bellissimo Nel nome del padre. Storia di un clamoroso errore giudiziario, frutto di un complotto poliziesco, il film è coinvolgente e vale soprattutto come racconto di formazione nella descrizione del rapporto tra padre e figlio, rinchiusi nella stessa cella. Per la Thompson arriva il secondo Golden Globe e una nomination all’Oscar come attrice non protagonista. Dulcis in fundo, sempre nel 1993 arriva la parte della governante Mrs. Kenton in Quel che resta del giorno di James Ivory. Dopo Casa Howard, la Thompson recita nuovamente al fianco di Anthony Hopkins e i due offrono una prova che viene unanimemente apprezzata.
Con Ragione e Sentimento ritrova l’amore… e un altro Oscar
L’anno successivo arriva la prima partecipazione a una super-produzione hollywoodiana: diretta da Ivan Reitman la Thompson affiancherà Arnold Schwarzenegger e Danny De Vito in Junior. Uno studioso della fertilità cui hanno bloccato i fondi per la sperimentazione di un nuovo farmaco antiaborto decide di trasformarsi in cavia e si inietta un ovulo fecondato col proprio sperma. Nell’arco della sua filmografia l’esperienza con Reitman sarà l’unica incursione della Thompson in una produzione concepita per essere un blockbuster senza ambizioni autoriale. L’anno successivo è la protagonista di Carrington diretta da Cristopher Hampton. Nella parte di Dora Carrington la Thompson disegna il magistrale ritratto di una pittrice incapace di convivere con la sua attrazione per l’omosessuale Giles Lytton Strachey. Arriva il 1996 e arriva anche il secondo Oscar per la Thompson, questa volta, sorprendentemente, non come attrice ma come sceneggiatrice: sarà infatti lei ad adattare il romanzo di Jane Austen per la versione cinematografica di Ragione e sentimento diretta da Ang Lee. Per la sua interpretazione di Elinor Dashwood la Thompson viene anche nominata all’Oscar come migliore attrice protagonista così da risultare la prima e, almeno per ora, unica star della storia del cinema a vincere un Oscar sia come attrice che come sceneggiatrice nonché a ricevere una nomination come sceneggiatrice e attrice dello stesso film. Nel 1995 la Thompson aveva divorziato da Kenneth Branagh a causa di un tradimento la cui notizia fece il giro del mondo: Branagh avrebbe infatti avuto una relazione con Helena Bonham Carter l’anno precedente sul set di Frankenstein di Mary Shelley. Dal 1996 la Thompson ha iniziato una relazione con l’attore Greg Wise che in Ragione e sentimento interpretava il ruolo di Willoughby. I due si sposeranno nel 2003.
Nel 1998 sarà diretta da Mike Nichols ne I colori della vittoria, film ambizioso sugli intrighi che si nascondono dietro la corsa alla Casa Bianca che non riscosse il successo sperato. Nel 2000 torna a lavorare col Hugh Laurie pre-dottor House in Maybe Baby, diretta da Ben Elton. È la storia di una coppia felice, Lucy, agente teatrale, e Sam autore di commedie televisive, che cerca in ogni modo di avere un figlio. I due le provano tutte: rituali afrodisiaci in salsa new age, nottate di sesso con la luna piena, agopuntura, ma il sospirato bambino non arriva. I due si rivolgono allora ai medici, seguendo terapie ormonali che sconvolgono Lucy e affliggono Sam, in pieno blocco creativo. Quando Sam decide di trarre una commedia dallo loro storia, Lucy la prende molto male, cosi dalla serena vita di coppia si passa a un’inattesa e rapida crisi. Una riuscita commedia in cui la Thompson si ritaglia il ruolo della simpatica Druscilla.
Un omaggio anche all’ultimo eroe inglese: Harry Potter
Nel 2003 farà parte del ricco cast di Love actually – L’amore davvero, esordio alla regia di Richard Curtis. Per la sua interpretazione di Karen, donna sposata che sospetta il tradimento del marito, la Thompson ottiene un premio BAFTA come attrice non-protagonista, il premio Evening Standard British Film Award come miglior attrice e l’ambito premio Empire come miglior attrice inglese. Sempre nel 2003 sarà la protagonista femminile del clamoroso flop Immagini – Imagining Argentina per la regia di Cristopher Hampton sul mondo dei desaparecidos argentini negli anni Settanta. Un film talmente brutto che rappresenta l’unico vero incidente di percorso nella filmografia della Thompson. Nel 2004 si concederà un impegno-svago interpretando la parte della Sibilla in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.
Il ritorno, per la Thompson, a produzioni di livello che più le si addicono, è l’intelligente e riuscitissima commedia Vero come la finzione di Marc Forster del 2006, quarta collaborazione con la produttrice Lindsay Doran, in cui dona il fascino del suo volto a una famosa romanziera. Una scelta tutta per i bambini, invece, quella di Nanny McPhee – Tata Matilda, una sorta di Mary Poppins, ma decisamente più grottesco, in cui Emma dà una mano al vedovo Colin Firth alle prese con sette pargoli.
Un’attrice sempre rigorosamente british
Dopo due anni di pausa dal grande schermo, ritorna con Last Chance Harvey, dove fa ritrovare la voglia di vivere e l’amore a Dustin Hoffman, in una leggera commedia sentimentale sullo sfondo di Londra. Subito dopo ritrova James Ivory, il regista che più di tutti ha saputo valorizzarla, per Ritorno a Brideshead, una pellicola in costume tipicamente british, tratta da un romanzo di Evelyn Vaugh. Il 2009 sarà un anno molto prolifico per la Thompson: prima fa parte del cast di An Education, un film segnato dalla sceneggiatura di Nick Hornby, nome di spicco della letteratura inglese contemporanea, che racconta, come solo lui sa fare, l’adolescenza turbata di una studentessa alle prese con la crescita emotiva e il sogno di Oxford, poi risponde alla chiamata di Richard Curtis, re della commedia inglese dopo un capolavoro come Quattro matrimoni e un funerale, per I love Radio Rock, un film a ritmo di rock anni ’60 sulla storia di una radio libera, che trasmetteva da una nave nelle acque del Mare del Nord. L’anno dopo veste ancora una volta i panni della tata in Tata Matilda e il grande botto e nel 2012 torna in Effie, Men in Black 3 dando poi la voce alla regina Eleanor nel film Pixar Ribelle – The Brave. Partecipa poi al film di Richard LaGravenese Beautiful Creatures ed è attesa nel film Saving Mr. Banks (2014) di John Lee Hancock Partecipa al film con Bradley Cooper Il sapore del successo e ritrova Daniel Brühl nel film di Vincent Perez Lettere da Berlino. Dopo la commedia Bridget Jones’s Baby (2016) passa al genere fantastico con La bella e la bestia (2017) di Bill Condon.
MYmovies 2020 – Giuseppe De Marco
Di Emma Thompson lascio qui la recensione di Emiliano Dal Toso sulla sua interpretazione ne : ” Il Verdetto – the children act ” 2017
Le origini e gli esordi al teatro
Lo spettacolo, l’alcool e le donne
Gli anni settanta
Gli anni ottanta e l’approdo in Italia
Il successo de Il silenzio degli innocenti
Gli anni novanta
Seguono ancora Attenborough, Zwick e perfino Oliver Stone che lo veste nei panni del presidente più odiato d’America, Richard Nixon, in Gli intrighi del potere (altra nomination all’Oscar come attore protagonista), senza dimenticare un caotico Pablo Picasso per Ivory. Nel 1997, arriva un’altra nomination dall’Academy, ma questa volta come miglior attore non protagonista per la pellicola drammatica Amistad di Steven Spielberg, dove recita il ruolo di John Quincy Adams, ex presidente degli Stati Uniti e giurista leggendario che difende la libertà di un gruppo di negri dell’Africa che vengono catturati dalla monarchica Spagna per essere schiavizzati nel mondo moderno, ma che si ribellano e uccidono l’equipaggio della nave Amistad che li conduceva a Cuba.
L’approdo nel nuovo millennio
Vincitore del premio Cecil B. DeMille nel 2006, dà prova ancora una volta delle sue capacità recitative in Tutti gli uomini del re (2006) di Steven Zaillian e in Bobby (2006) di Emilio Estevez, ma sarà a suo agio anche nei ruoli fantasy come nell’adattamento cinematografico del poema epico Beowulf (2007) di Robert Zemeckis. Torna poi a recitare per James Ivory in Quella sera dorata (2009) in cui interpreta il fratello dello scrittore James Gund, e lo troviamo in Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010), diretto da Woody Allen. Torna poi all’horror con l’uomo lupo Benicio Del Toro in Wolfman (2009), dove interpreta il padre della creatura leggendaria. Continua comunque a trovarsi a suo agio nella fantascienza e passa a Thor (2011), film di Kenneth Branagh sul fumettistico dio del tuono ma, con Il Rito (2011), torna a spaventarci come un tempo. Nel 2013 è protagonista del film di Sacha Gervasi Hitchcock. Lavorerà per Aronofsky in Noah e poi nei thriller Blackway (2015), Premonitions (2015), Conspiracy – La cospirazione (2016) e Autobahn – Fuori controllo (2016). Nel 2017 lo vedremo in Thor: Ragnarok e in Transformers – L’ultimo cavaliere.
Le esperienze dietro la macchina da presa
Movieplayer.it
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Movieplayer.it Con Jodie Foster
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Casa Howard
Carissimi amici, come vedete non vi ho affatto dimenticato. Scrivo ogni tanto, quando ho qualcosa in testa, ma la vita sconvolge il nostro volere. Mi sarebbe piaciuto continuare ad essere la stessa persona di prima, così come mi avete in tutti questi anni di permanenza su wordpress conosciuta. Allegra, sinceramente vostra amica, espansiva ( nei limiti ) e cordiale sempre con tutti , gentili e sempre affettuosi nei miei confronti. Ma quello che mi è caduto addosso, quel dolore che ancora stiamo in casa vivendo per la malattia che di colpo ha cambiato la vita di mio nipote da quattro mesi ad oggi, e che ancora lo mina nel profondo, non mi lascia scampo. Non sono più libera col pensiero, sempre rivolto a lui, a quello che sta passando e che ancora dovrà passare. La preghiera è l’ unica cosa che può aiutarci, non possiamo fare altro. Perciò torno a chiederla anche a voi tutti : una preghiera, una sola per Ricky. Può fare molto, e voi siete tanti. Grazie con tutto il cuore , e perdonate la mia sfacciataggine, ma è la mia fede che mi dà la forza di rivolgermi a voi così. Appena potrò, con molto piacere vorrò leggervi di nuovo. Considerate che in tutto questo sono ancora una figlia che quasi ogni giorno va a fare compagnia alla sua mamma, che seppur alla soglia degli 87 anni è fortunatamente ancora in gamba. E che sta affrontando la grave situazione di Ricky, il rugbista, con una grinta non indifferente. In questo debbo dire che se non avessimo Arianna e il suo fratellino, vichingo, Marco, i miei due gioielli di nipotini, saremmo sopraffatti da un dolore insopportabile. Almeno quando stiamo con loro pensiamo per un po’ ad altro e sorridiamo. Vi abbraccio tutti uno ad uno con tanto affetto. Perdonatemi se troppo a lungo vi ho tediato. Grazie per quello che farete per Ricky.
La vostra Isabella
Carissimi , sapete bene che non sono più serena come un tempo per quello che stiamo vivendo in famiglia. Nonostante tutto, poiché non voglio lasciarmi sopraffare dall’ angoscia, scrivo ancora, ogni tanto. Qui vedrete scene di qualche film da me interpretate. Spero gradirete leggere ciò che ora vi lascio. Mi dispiace non essere presente qui come prima, leggervi e commentare. So che così vivono i blog, ma ho troppa pena nel cuore per continuare come prima. I post però se trovo la forza e soprattutto la voglia, continuerò a regalarveli. Almeno spero.
Vi lascio comunque un grande abbraccio che vuole comprendervi tutti , accanto ad un sorriso che voglio comunque continuare ad avere. Pregate sempre con me e non dimenticate di pensarmi. Io vi penso sempre.
CI SEI, TI SENTO
Un battito d’ ali
e ti sento.
Viva presenza,
soffio d’ amore
eterno.
Appena un fruscio,
e le tue labbra
sulle mie,
ancora
e ancora.
Nulla di noi
si è perso.
Ti sento,
ci sei ,
anche
se più
non ti tocco.
Sembrava
tu fossi
andato
lontano
quel giorno,
e invece
sei rimasto
con me.
Storia d’ amore
la nostra,
senza tempo,
oltre il tempo.
Isabella Scotti maggio 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Scena dal film ” Ghost ”
MI PAR DI VOLARE…
Ecco,
le tue
braccia
ora
mi cingono
i fianchi.
Guarda,
chiudo
gli occhi
e apro le mie…
mi par
di volare,
sicura,
senza paura
alcuna.
Con te,
mi sento
di poter
sfidare
il mondo
intero…
Isabella Scotti maggio 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Scena dal film ” Titanic ”
LA MIA VENDETTA
Giuro,
mi vendicherò.
Farò
ciò che
debbo fare.
Sono stato
colpito
negli affetti
più cari ,
ma
il dolore
mi ha temprato,
ora sono
forte
più che mai,
e lo dimostrerò.
Con la mia spada
e lo scudo
affronterò
Commodo,
che mai
riconoscerò
come mio
imperatore.
La mia vendetta
la sua uccisione.
Il resto
non ha importanza
Isabella Scotti maggio 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Scena dal film ” Il gladiatore ”
FERMA DAVANTI UNA VETRINA
Tubino nero,
eleganza raffinata
ed ecco
la splendida Holly
fermarsi
davanti
una vetrina
e sognare.
Il bicchiere
in mano,
una brioche
nell’ altra,
rimirando
all’ interno
di Tiffany,
anelli e bracciali
che brillano
di un luccicore
sfavillante.
Immaginare
per un attimo
di poterli
indossare,
vero Holly ?
Sognare
per un attimo
un mondo
dorato,
convinta
di farne parte.
Per poi
subito
tornare
alla propria realtà,
alla propria
fragilità,
alla propria
insicurezza.
Isabella Scotti maggio 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n ° 633
Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn e George Peppard
DUE AMICHE
Due amiche,
un sogno
di libertà.
Anche noi,
ricordi Margherita ?
Con la mia micra rossa
come Thelma e Louise ,
insieme
verso Cannes.
Un viaggio
per la prima volta
intrapreso,
alternandoci
nella guida,
tra una risata
e l’altra,
gustando appieno
l’ emozione
di un viaggio
irripetibile.
Insieme,
divertendoci
da matte.
Isabella Scotti maggio 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n ° 633
Thelma e Louise con Susan Sarandon e Geena Davis
SCALTREZZA _ PETIT ONZE
Occhi
raccontano la paura del
momento che con
scaltrezza verrà
superata
Isabella Scotti maggio 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Indiana Jones e il tempio maledetto con Harrison Ford
INDIMENTICABILE JAMES
Oh James…
Come breve
è stata
la tua vita.
Eppure
come
hai saputo
di te
lasciare traccia.
Il tuo volto,
così capace
di rappresentare
mille sfumature,
ha saputo
interpretare
come non mai
la solitudine,
l’ angoscia
di un figlio
che il padre
poco apprezza,
i turbamenti
amorosi.
Come ho amato
” La valle dell’ Eden ”,
i tuoi tormenti
di figlio incompreso,
il tuo bisogno
smisurato d’ amore,
la tua ricerca
di un rapporto
vivifico
con tuo padre,
un Raymond Massey
perfetto nel ruolo.
Sei stato grande
James.
Anche
in
” Gioventù bruciata ”
hai saputo
raccontare
il disagio
di un giovane
ribelle
che la vita,
assieme
ai suoi amici,
metterà
a dura prova.
Indimenticabile James.
E
ancora
come non ricordare
la tua ultima
fantastica interpretazione
ne
” Il gigante ”
con Rock Hudson
e Liz Taylor ?
Peccato che
la morte
ti abbia voluto
ghermire
troppo presto.
Chissà
quali
altre perle
ci avresti regalato.
Isabella Scotti giugno 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
SONO CAMBIATA
Ehi gente…
guardate
come sono
cambiata.
Ora
che ho
sperimentato
la felicità,
sono un’ altra.
Non sono
più
la donna
di ieri.
Oggi
comincia
la mia nuova
vita.
Tutto
mi sorride…
ho incontrato
l’ amore.
Isabella Scotti giugno 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Dal film con Julia Roberts e Richard Gere ” Pretty Woman ”
MATRIX – serie petit onze
Mi
chiamo Thomas Anderson e
faccio il programmatore
di notte
hacker
Sono
protagonista nel film Matrix
di cui qui
presento una
scena
Isabella Scotti giugno 2020
testo : copyright legge 22 aprile 1941 n° 633
Dal film Matrix con Keanu Reeves
TOTO’ MAESTRO
L’ODISSEA
Ulisse non era un astuto e valoroso eroe, era un porco.
Finiamola una buona volta e diamo il porco a chi è porco, porca miseria!
Me lo dite chi glielo aveva detto al signor Ulisse delle mie ciabatte di fare il navigatore, lasciando la moglie e il figlio e restando lontano da casa per tanti anni?
E mentre quella poveretta di Penelope, rimasta sola, doveva lottare e soffrire per difendersi dalle insidie dei mille Proci, che cosa faceva il signor Ulisse?
Navigava, oh Dio, mi diverte sapere quel che faceva il signor Ulisse…navigava, ma figuriamoci !
Tutti siamo capaci di navigare nei frangenti coniugali extra.
Dal film : L’uomo, la bestia e la virtù
La lezione di latino
Cornus, cornu, plurale de cornibus, cornorum. A estremum malis estremis remediarum.
Ragazzi miei, benchè alunni, siete cretini.
ELOGIO DELLA FOLLIA
Lo psichiatra quando sceglie un pazzo, sa cosa sceglie
Dal film ”Il medico dei pazzi”
Saranno pazzi tranquilli, saranno anche pazzi di fiducia, ma sempre pazzi sò.
Io non sono matto… ma se l’infermiera del manicomio è bona si può provare.
Dal film : ‘‘Siamo uomini o caporali”
Tutto ripreso dal libro Totò – Parli Come Badi
Uno dei primi a conferire dignità artistica piena e indiscutibile al cinema che ancora era considerato all’epoca un’arte inferiore fu, assieme a David Wark Griffith, il regista padre del racconto cinematografico, senza dubbio alcuno Charlie Chaplin. Anche se questo grande attore, regista, produttore, musicista, a detta dello storico Lewis Jacobs, ha contribuito poco allo sviluppo del linguaggio cinematografico, anche se la sua arte non può essere definita teatrale, perchè proprio il cinema le conferisce intensità e forza espressiva, tuttavia Chaplin ha utilizzato del cinema quello che ha trovato, senza inventare stili particolari. Tutta la sua grandezza può essere riconducibile alla recitazione, nella prodigiosa mimica, nella straordinaria capacità di cambiare disinvoltamente registro. Dal comico al tragico. Dal ridicolo al patetico. Piaceva molto, per queste variazioni sublimi, al regista russo Sergej Ejzenstejn che vedeva in lui il più felice esempio della composizione patetica, destinata a far nascere nello spettatore uno stato di tensione e portarlo quasi in estasi. Come racconta lui stesso nella sua autobiografia, Chaplin deve il segreto della sua arte tutto o quasi alla madre Hannah e all’arte della pantomima appresa e praticata nei pub di Londra. La madre per prima lo iniziò alla pantomima, facendolo affacciare alla finestra, invitandolo a notare tutte le caratteristiche dei passanti e facendone buffe imitazioni. Era la vita come spettacolo che si offriva al piccolo londinese degli slums : ”Sedeva per ore alla finestra, osservando la gente giù per la strada e descrivendo con le mani, gli occhi e l’espressione del viso esattamente quello che accadeva dabbasso. Intanto lanciava un fuoco di fila di commenti. Ed è stato osservando e ascoltando lei che ho imparato non solo a esprimere le mie emozioni con la faccia, ma anche a osservare e a studiare la gente.” Fare cinema, per Chaplin, ha sempre quindi significato conservare un intenso vivo rapporto con l’immagine materna e con il suo ricordo. Il suo battesimo teatrale, anticipato da condizioni miserabili, pare sia avvenuto improvvisamente in una sera del 1894, prima dell’invenzione del cinema stesso. Quella volta, in seguito all’improvvisa perdita di voce di Hannah, che cantava in un palcoscenico per rozzi e turbolenti spettatori, Chaplin fu spinto ad esibirsi in una canzone che descriveva le delusioni dei vecchi compagni per le arie che un vagabondo come loro si dava dopo aver ricevuto un’eredità. La vera e propria scuola di Chaplin fu comunque la English Pantomime di Fred Karno, che gli insegnò alcuni espedienti come ad esempio rappresentare l’assurdo con la massima serietà ( chi non ricorda la scena delle scarpe mangiate ne ”La febbre dell’oro? ) e l’altro trucco fondamentale di spezzare sovente i numeri comici inserendo un momento sentimentale, una canzone o una figura patetica ( da ricordare ad esempio l’alternanza di comico e patetico su cui si basa il film ”Il circo”). Così quando lasciò sia Karno che Sennet ( quello delle ”torte in faccia” di cui parlo in un mio post http://isabellascottiwordpress.com/2014/06/28/gli-ingredient…orte-in-faccia ) con i quali aveva lavorato, per mettersi in proprio, non dovette fare altro che riprendere le cose imparate prima, adattandole al nuovo stile, adottato nella troupe di Sennet divenendo: Charlot. Il suo omino con la bombetta, che oscillava tra il ridicolo e il poetico, scaturisce dalla fusione di queste due tradizioni: quella americana dello ”slapstick” ( torte in faccia) tra scherzi vivaci e pesanti, e quella inglese del melodramma vittoriano, dickensiano, con i suoi tuguri, le ragazze malate, deboli e poverissime, le violenze e i soprusi dei potenti.
Chaplin, Charles Spencer, detto Charlie, nasce a Londra il 16 aprile 1889. Figlio d’arte esordisce a cinque anni nei teatrini inglesi. Passa l’adolescenza tra strada e orfanotrofio. Poi viene assunto, col fratello maggiore Sidney, da Fred Karno, grande sostenitore della pantomima inglese. La sua famiglia di artisti di music- hall cade quindi in miseria, e Charlie decide allora d’imbarcarsi alla volta degli Stati Uniti nel 1912. Notato da Mack Sennet, nel 1914, viene scritturato dalla casa cinematografica Keystone. Già qui adotta il profilo che lo renderà famoso: bombetta, baffetti, scarpe e pantaloni troppo grandi. Insoddisfatto lascia la Keystone e comincia a realizzare da solo i suoi film, ( di un rullo, poi di due rulli ) ad un ritmo frenetico. Prima per la Essanay ( 1915) – dove abbandona la meccanica slapstick ( le ”torte in faccia” ) e diventa Charlot , l’omino disoccupato, innamorato e vessato ; poi passa alla Mutual ( 1916 ) dove fa film aggraziati e film socialmente radicali. Quindi, per un milione di dollari, passa alla First National ( 1918 ): come Chaplin era un comico di talento, come Charlot semplicemente un genio. In pochi anni ottiene un successo folgorante. Insieme a Griffith, Fairbanks e Mary Pikford, fonda nel 1919 la United Artist e si dedica alla realizzazione di accurati lungometraggi. E’ il comico più popolare d’America; infine di tutto il mondo. ”Diventa celebre come Sarah Bernhardt e Napoleone” dice Louis Delluc. Per intere generazioni ha rappresentato il cinema stesso.
FILMOGRAFIA
Per la Keystone ( 1914 ): 35 film, da Making a living ( Charlot giornalista ), a His Prehistoric Past
Per la Essanay ( 1915 – 1916) : 14 film, da His New Job, a Police
Per la Mutual ( 1916 – 1917 ): 12 film, da The Floorwalker ( Charlot commesso ) a The Adventurer ( L’evaso )
Per la Firts National ( 1918 – 1923 ) : una dozzina di film, da How to Make Movies ( cortometraggio comico che mostra lo studio di Chaplin ) a The Pilgrim ( Il pellegrino )
Per la United Artist, 8 film: A Woman of Paris ( Una donna di Parigi , 1923), The Gold Rush ( La febbre dell’oro, 1925 ) The Circus ( Il circo 1928), City lights ( Le luci della città, 1931 ), Modern Times ( Tempi moderni , 1936 ), The Great Dictator ( Il grande dittatore, 1940 ), Monsieur Verdoux ( Monsieur Verdoux, 1947 ), Limelight ( Luci della ribalta, 1952 ).
Inoltre di produzione britannica : A king in New York ( Un re a New York, 1957) e A Countess from Hong Kong ( La contessa di Hong Kong, 1967 ).
Fonte : Corriere della Sera- Cinema – Dal muto ai giorni nostri
Slapstick comedy: il primo termine, slapstick, deriva dalla tavoletta – detta ” spatola di Arlecchino”– che i clown usavano per simulare il rumore di una colluttazione ; comedy è piuttosto da intendere come ”comica”, finale o meno, comunque breve, uno o due rulli. In queste farse di derivazione burlesque ( ascendenza del genere inglese del VII sec.), le gag nascono dai rapporti di forza tra i corpi e gli oggetti, tra i corpi e lo spazio circostante, tra i corpi e altri corpi. Dunque una comicità puramente fisica, aggressiva, persino brutale, coniugata con un alto senso del ritmo, sempre frenetico, dell’urto (” torta in faccia”), della velocità. Gli interpreti, più che attori sono atleti, clown, cascatori. I loro corpi, indistruttibili, sono macchine per manomettere, per distruggere il mondo, fosse pure solo un set. Forse non inventore, ma sicuramente re, ” King of comedy”, è Mack Sennet. Canadese d’origine ( nasce a Danville, Quebec, nel 1880 e muore ad Hollywood nel 1960), allevato alla scuola di Griffith,( regista di melodrammi e film storici a lungo metraggio) quindi produttore della Keystone Picture Studio, e qui, scopritore di talenti : Chaplin, Buster Keaton, Harry Langdon, Frank Capra, Roscoe ”Fatty” Arbuckle. Le sue comiche one reel, così chiamate perchè composte di una sola bobina, della durata standard di una decina di minuti, venivano solitamente girate nel corso di una giornata, sovente in una sola mattinata. Come indica uno dei più attenti esegeti di Sennet, Davide Turconi . ” Le comiche di Sennet sono veloci, tumultuose, frenetiche e principalmente quelle del periodo Keystone ( 1912-1915) sono imperniate in genere su racconti semplici, elementari, basati su personaggi tipici – maschere di commedia dell’arte più che veri personaggi – che si ripetono, si mischiano, si scontrano di comica in comica : il poliziotto ottuso, il ricco cafone e presuntuoso, il geloso, lo sciocco, il furbo, il malvagio, il buono, l’innamorato ingenuo, tutti travolti in una ridda di casi che offrono la possibilità di inserire in abbondanza gli elementi tradizionali della farsa: imprevisti, sorprese, qui pro quo, scambi di persona, ogni più vario tipo di incidenti, scontri, parapiglia, devastazioni e fughe omeriche con inseguimenti che coinvolgono ragazzi, adulti, animali, biciclette, automobili, tram, locomotive, tutti gli abitanti di un’intera strada, tutta la popolazione di un quartiere, in una corsa sfrenata attraverso campi, spiagge, specchi d’acqua, montagne. E se si fermano è perchè cadono, o in una botte d’acqua, o in un canale, o in una palude fangosa, o in qualcosa di peggio”. Il principio di Sennett è quello quindi della moltiplicazione: non una ragazza, ma dieci, magari in costume,( le famose bathing beauties, bellezze al bagno), non un poliziotto ma dieci poliziotti ( i famosi Keystone Cops dal nome della casa di produzione Keystone.) Fughe e inseguimenti non veloci ma rapidissimi. Il tutto in misura surreale. La ricetta era semplice e l’effetto sicuro sul pubblico da nickelodeon, le sale cinematografiche da un nichelino. A Sennett interessavano poco le novità, le invenzioni, le trovate particolari. Racconta : ”Trovata l’idea centrale, si costruiscono i raggi; questi sono lo sviluppo naturale suggerito dalla fantasia: poi si introducono quelle complicazioni che danno l’avvio al divertimento (…) .Ci siamo avvalsi di umoristi celebri ma vi posso dire in tutta coscienza che il loro materiale è il peggiore di tutti(…). Quello che serve è una buona idea(…), l’azione l’aggiungiamo noi.”E’ stato detto che l’essenza delle comiche Keystone è costituito dal moto, non dal pensiero, dalle emozioni, dal desiderio, dai bisogni o dalle reazioni umane; le azioni essenziali sono ” dash, crash, smash and splash”, ossia: foga, cadute, collisioni, e spruzzi. Il corpo umano diventa una specie di proiettile, o comunque un oggetto il cui moto dipende da spinte e leggi fisiche: gravità, principi balistici, teoremi geometrici. Insomma il divertimento è assicurato.
fonte: Corriere della sera- Cinema- Dal Muto Ai Giorni Nostri