Andalusia : patria del flamenco. E ovunque, in effetti , lì troverete, dedicati a questa forma artistica, tanti locali, i cosiddetti tablaos. Le bailadoras ( ballerine ) che indossano costumi dai colori vivaci, entusiasmano il pubblico col battito delle mani e dei piedi, mentre il corpo continua a roteare. Sono coadiuvate nella danza dai partner, che danzano battendo con forza i tacchi alti delle calzature sulle assi del palcoscenico, creando un rumore molto forte. Il loro canto urlato, estatico, si fonde col suono della chitarra che scandisce il ritmo. Simili messe in scena tuttavia, hanno poco a che vedere col vero flamenco, una delle forme più antiche della musica spagnola, che vive di ispirazione spontanea e penetra nella sfera dell’intimità. Il vero flamenco lo si può assaporare solo in una ristretta cerchia di appassionati, quando, come per caso, uno inizia a cantare le sue coplas , canzoni tramandate oppure trattate liberamente, sostenuto e incitato dai presenti. Il flamenco non vuole intrattenere, ed è nella sua forma originaria un lamento. Quando il cantaor ha raccolto le proprie forze può iniziare il quejido, il lamento che proviene dal fondo dell’anima, il canto roco, intenso, fioco e velato, che si libera poi nell’urlo, distinguendosi per sequenza di note e ritmo, dal resto della musica europea. In questo ” cante jondo” ( canto profondo ), primitivo, di cui anche Federico Garcia Lorca parlò nel suo ” Poema de cante jondo ” , (1) vengono urlati i propri sentimenti : si parla del dolore di un amore infelice, della mancanza di speranze, del sentirsi abbandonato. Il flamenco può anche proseguire per ore, addirittura per giorni interi. Gli ascoltatori seguono l’estasi del cantante, lo accompagnano, lo incitano, scandiscono il ritmo. Applaudono ai movimenti di braccia e corpo più espressivi, ( brazadas ), con le mani ( palmas ) e battendo i piedi ( zapateado ). Altri cantaores si avvicinano, intonano le proprie coplas, raggiungono una propria estasi attraverso il canto e la danza. Ecco perché il flamenco, tra le altre cose è anche un’esperienza in comune, nella quale musica e danza recitano il lamento, ma al contempo, introducono una grande felicità, una fiducia, una gioia di vivere.
Non si sa con esattezza quale sia l’origine della parola ” flamenco ” e che cosa significhi veramente : alcuni la fanno derivare dall’arabo fellah e mangu ( canto popolare ). Altri la collegano alla parola spagnola flame, indicante i fiamminghi, un riferimento al seguito arrogante di Carlo V, che aveva atteggiamenti boriosi e supponenti. In ogni caso , la patria del flamenco corrisponde al triangolo formato da Siviglia, Cadice e Ronda. Le sue origini vanno fatte risalire al gruppo dei gitani, gli zingari che vivono in Andalusia. Quando questi presumibilmente partendo dalle Indie, raggiunsero l’Andalusia, attraverso l’ Europa sud orientale alla metà del XV secolo, i canti e i balli della loro patria indiana si fusero con le tradizioni delle altre culture che abitavano la Spagna meridionale. Il flamenco infatti racchiude elementi della musica liturgica vetero- indiana e bizantina, canti moreschi e mozarabici, inni cantati nelle sinanoghe ebraiche, tramandati nei secoli dai gitani. Per origini e caratteristiche è quindi la musica di un popolo sottomesso . Soltanto quando la situazione dei gitani migliorò, nel XVIII secolo, e la Carmen di Bizet fece conoscere il flamenco, questo genere musicale cominciò a godere di un tardivo riconoscimento. Nacquero così i cafè cantantes, punti d’incontro degli appassionati, e anche i pasos, coloro che non sono zingari, appresero quest’ arte, questa fusione di cante, ( canto ), toque ( chitarra ) , e baile ( danza ) che continua ancora oggi con la sua vivacità e forza ad affascinare
Petit onze
Cantaor
inizia il suo quejido
urla senza più
amore solo
abbandonato
Isabella Scotti luglio 2018
testo : copyright legge 22 ottobre 1941 n° 633
Notizie da Arte e architettura Andalusia – Brigitte Hintzen Bohlen
Poema del cante jondo (Poema del profondo canto)
di Federico Garcia Lorca edito da Montecovello, 2015
Traduttore : Ceriello B.
Collana – Libreria internazionale
Data di pubblicazione 2015
Descrizione del libro
La raccolta poetica “Poema del Cante Jondo” è una originale opera di Federico García Lorca composta da una serie di liriche di lunghezza variabile. Il testo si organizza in varie parti e prende ispirazione da elementi della terra natia del poeta stesso: l’Andalusia. I temi ricorrenti sono tipicamente spagnoli e si va da paesaggi che includono monti, mari e fiumi a personaggi come il gitano, le donne, i cantanti. Non possono mancare riferimenti alla vita religiosa popolare spagnola come gli elementi della passione del Cristo e il suono delle campane delle chiese di Granada e Cordova. Altro elemento fondamentale, da cui deriva il titolo della raccolta, è la musica, ma non quella del flamenco tradizionale, ma un canto più primitivo, appunto il cante jondo. Questo tipo di canto è appena un vagito, è un’emissione più alta o più bassa della voce, è una ondulazione vocale che non può essere trascritta nel pentagramma tradizionale. È simile al trillo degli uccelli, al canto del gallo e alle musiche della natura tutta. Il cante jondo porta nelle sue note la nuda e struggente emozione delle prime razze orientali, quelle autentiche, di cui il gitano diventa il diretto erede
E ora ascoltate questa lettura in spagnolo. Emozionante ( anche se forse un po’ lunghetta portate pazienza )
La biografia di questa splendida interprete del flamenco , Carmen Amaya , la potete trovare su Wikipedia.
Nata a Barcellona il 2 novembre del 1918, morirà a Begur il 19 novembre del 1963 per una malattia
renale. Lascio qui il link dove potrete leggere di più su di lei.
https://it.wikipedia.org/wiki/Carmen_Amaya
Daniela
tradizioni e cultura iberica mi hanno sempre appassionata, ( tranne le corride che odio letteralmente) ; c’è una miscellanea antica di varie razze che l’hanno conquistata e abitata per cui è il fegato che ha digerito varie etnie e culture. Terra di colori calore suoni ha visto nascere e operare artisti incredibili in ogni disciplina. Impossibile non amarla, e il flamenco è la trasposizione in danza di tutta la sanguigna essenza di quella terra a noi cugina
tachimio
Cara Daniela dici bene quando parli di una terra di colori, suoni e calore. Mio figlio che è stato proprio in Andalusia ha certe foto spettacolari che davvero lasciano il segno. Peccato che noi non siamo riusciti ad andarci. Adoro la Spagna così come lo spagnolo, lingua che trovo affascinante . Ecco perché ho voluto mettere anche questa lettura di Garcia Lorca. . E’ una lingua molto musicale , almeno per me. Se ricordi, forse lo hai letto, ho scritto un post sulla corrida così come molti altri dedicati sempre all’ Andalusia. Se ti andasse di rileggere qualcosa, dimmelo che ti lascio i link. Un abbraccio. Isabella
Daniela
abbraccio ricambiato…tranquilla, so cercare a ritroso, batsa avere il tempo 😉
tachimio
Il tempo? sempre poco
luisa zambrotta
Che meraviglia!
Il flamenco mi prende lo stomaco, lo torce e poi lo accarezza
newwhitebear
Un bellissimo articolo ricco di informazioni su questa danza spagnola che in effetti cattura l’anima.
Serena serata. Un bacino e un grande abbraccio
Gian Paolo
tachimio
Grazie mille carissimo. Prima di chiudere, ( ho il pc che si impalla,) ti lascio al volo il bacio della buonanotte. Sogni d’ oro caro Gian Paolo. Isabella
newwhitebear
Io sono ancora in attesa.
Notte e sogni d’oro carissima Isabella
tachimio
Ancora in attesa? Accidenti. Buona serata mio carissimo amico. Speriamo che tutto presto torni alla normalità. Ti abbraccio forte. Isabella
newwhitebear
Lo spero anch’io. Bacino serale. Splendida sera.
tachimio
Ricambio il bacino e a breve lascio il pc. Ho mal di testa. Buonanotte caro. Isabella
newwhitebear
Sia serena e piena di bei sogni la notte. Un abbraccio
tachimio
Me lo auguro. Ho bisogno di riposo. Bacione e grazie. Che il tuo sonno sia rilassante. Isabella
newwhitebear
Lo spero. Bacione della buonanotte
ilpadiglionedoro
Eccolo il tuo articolo! Molto interessante (non c’erano dubbi) e, per me in particolare, è stato bello ricordare il “Cante jondo” di Lorca, reminiscenza universitaria.
Grazie Isabella e un abbraccio.
P.S.: la dedica mi ha commosso :-*
tachimio
Cara Manuela ma ti è arrivato il mio messaggio di risposta? A me non sembra. Mi dispiace e non capisco perché. Dammi magari conferma. Così te ne invio un altro. Grazie