La danza si sa, è una vera e propria forma di comunicazione che attraverso il movimento racconta delle storie, a volte allegre, altre volte tristi, persino tragiche. E’ come raccontare una favola facendo uso dell’espressione del corpo, proprio come avviene ad esempio nelle sequenze di vecchi film muti, dove gli attori raccontano storie e sentimenti senza usare le parole, ma usando soltanto i gesti e le espressioni dei loro volti…
La danza è probabilmente la prima forma d’espressione che l’uomo abbia sperimentato.
percorsoirc.blogspot.it
Per gli uomini primitivi la danza era parte di un rito, serviva a entrare in contatto con la divinità, per conquistare la sua benevolenza, per assicurarsi il raccolto, per guarire dalle malattie. La religione cristiana per un lungo periodo, considerò la danza peccaminosa, perchè metteva troppo in evidenza il corpo. Per questa ragione venne allontanata dal rito religioso, ma continuò ad essere praticata da artisti girovaghi, mimi, saltimbanchi.
La danza nel Rinascimento
Nella vita sociale, la danza ricompare all’epoca delle grandi corti rinascimentali , dove diventa un modo per comunicare e dove è sempre presente come intrattenimento durante gli spettacolari incontri che venivano organizzati dai signori per motivi politici, per celebrare matrimoni e per mostrare la propria ricchezza e il proprio potere. Le rappresentazioni di quel tempo erano un misto di recitazione, musica e danza, con grande sfoggio di stravaganti costumi. E se le vesti, da un lato servivano alla narrazione, perchè consentivano al pubblico di riconoscere i personaggi ( le storie spesso si ispiravano ai miti dell’antichità classica o a temi naturali, come le stagioni), dall’altro, essendo ingombranti e pesanti, limitavano i movimenti.
I balletti di corte erano interpretati dagli aristocratici e dai reali nelle sale e nei giardini dei loro palazzi. Le danze erano un’occasione per animare la vita di corte e per sviluppare i rapporti sociali. Saper danzare diventa proprio allora una qualità necessaria ed entra a far parte dell’educazione dei nobili fin dall’infanzia. E’ proprio nel Rinascimento che nasce la figura del maestro di danza professionale che, a corte, inventa e organizza i grandi balli, mentre in privato insegna i passi, i gesti, le giravolte e gli inchini. Uno dei maestri più famosi dell’epoca fu Guglielmo Ebreo da Pesaro, che a metà del Quattrocento nel suo trattato ” De pratica seu arte tripudii vulgare opusculum” , codificava le sei qualità del perfetto danzatore. Eccole :
1) misura ( abilità di misurare il tempo)
2) maniera ( coordinamento dei movimenti )
3) memoria ( capacità di ricordare i passi imparati )
4) ” partire” del terreno ( cioè saper misurare le distanze e lo spazio per danzare )
5) ”aire” ( ovvero il modo di presentarsi sulla scena)
6) movimento corporeo ( nonchè modo perfetto di danzare )
La presenza del maestro di danza che segue l’allievo, implica la memorizzazione dei movimenti e dei passi, che da quel momento furono codificati e basati su regole ben precise: la danza di corte non si basò più sull’improvvisazione, ma diventò la palestra di una tecnica sempre più raffinata. Nella diffusione della danza professionale ebbe fondamentale importanza l’istituzione della prima scuola di ballo per i nobili, fondata a Milano nel 1545. E’ proprio in quella scuola che si formarono i primi grandi ballerini e coreografi professionisti, fra cui Baldassarino da Belgioioso. Il suo nome è legato al primo balletto di cui abbiamo la coreografia, la musica e il libretto originale, cioè ”Le Ballet Comique de la Royne”, rappresentato a Parigi il 15 ottobre 1581 nel salone del palazzo del Duca di Borgogna, in occasione del matrimonio del duca di Joyeuse con Margherita di Vaudemont. Belgioioso, autore della coreografia, ebbe l’incarico di allestire tutto il mastodontico spettacolo, ( durato ben cinque ore e mezza ) in cui si mischiavano recitazione, musica, canto e danza.
http://www.ilgiornale.it Luigi XIV
Quando Luigi XIV salì al trono di Francia il balletto fu molto valorizzato: il sovrano era un grande appassionato di danza e anche un abile ballerino. Il suo soprannome Re Sole deriva dal fatto che durante gli spettacoli ai quali partecipava indossava le insegne del Sole. Il sovrano fondò, nel 1661, l’Académie Royale de la Danse, e nel 1672, la Scuola Nazionale di Danza. E fu proprio il primo direttore dell’Académie, Charles Louis Beauchamps, a codificare le cinque posizioni dei piedi e l’uso dell‘en dehors che è la base della danza classica. Nasce così la distinzione tra danzatori professionisti e danzatori ”amatoriali”, per i quali raggiungere il livello richiesto dai maestri e dai coreografi divenne impossibile.
La recitazione, il balletto e l’opera si stavano quindi sviluppando in maniera indipendente l’una dall’altra, come singole discipline, sebbene alla fine del Seicento risalga anche la nascita dell‘opéra- ballet, uno spettacolo ibrido in cui danza e canto avevano la stessa importanza. Con i primi ballerini professionisti la danza si spostò dalle corti ai teatri pubblici. Un aiuto in tal senso venne dal compositore italiano Lulli ( naturalizzato francese come Jean Baptiste Lully ), che fu nominato direttore dell‘Académie e Maitre de la musique Royale.
http://www.sapere.it Jean Baptiste Lully
Nel 1681 va in scena ”Il trionfo dell’Amore”, il primo balletto a cui partecipano ballerine professioniste ( fino ad allora i ruoli femminili erano sempre stati interpretati da uomini ). Questa rimane una data storica per il balletto, perchè ciò implicò una grande trasformazione nell’esecuzione dei passi. Questo contribuì a far nascere una vera e propria competizione tra ballerini e ballerine, e costrinse i solisti a ricercare passi sempre più complicati per mettersi in evidenza.
Mentre le rappresentazioni pubbliche erano sempre più frequenti, le feste di corte iniziarono a scomparire. Anche i nobili iniziarono ad andare a teatro come semplici spettatori, seguendo l’esempio di Luigi XIV, che spesso si recava nei teatri pubblici.
Il XVIII secolo
Nel XVIII secolo si sentì il bisogno di abbinare alla coreografia una storia che gli spettatori potessero seguire. Nello stesso periodo le danzatrici che avevano imparato il mestiere nelle Accademie, divennero più richieste dei danzatori e la danza cominciò a conquistare sia la gente comune che gli intellettuali.
http://www.pinterest.com la danzatrice Marie Anne de Cupis de Camargo ritratta da Nicholas Lancret ( 1730 )
In linea con la tendenza illuministica a organizzare il sapere, il maestro di danza Raoul Auger Feuillet pubblicò due saggi, Choréographie ( coreografia ) e l’Art de décrire la Danse ( l’arte di descrivere la danza ), in cui spiegava le cinque posizioni di base e molti passi, tra i quali il plié, il glissé, la cabriole, proponendo un sistema per ” scrivere” le coreografie.
Il perfezionamento del pianoforte da parte di Bartolomeo Cristofori ( 1711) dette un’ulteriore spinta allo sviluppo della disciplina e consentì alle Accademie di formare sempre più abili danzatori. Nel 1760 Jean Georges Noverre pubblicò il trattato Lettere sulla danza, nel quale sottolineò il forte legame tra danza, musica, scenografia; criticò l’uso dei costumi scomodi ( quelli rigidi, con le sottogonne armate di cerchi, molto usate all’epoca, e delle calzature con tacco alto talvolta anche a spillo.
sonata a tre ( anonimo XVIII secolo ) it.wikipedia.org
Fonte ”Il grande libro della Danza” Roberto Baiocchi ( ballerino- coreografo perfezionatosi al Centre De Danse International Rosella Hightower di Cannes )
sherazade
Molto molto molto interessante però io non disgiunto la musica dalla danza perché anche con gli strumenti più rudimentali come bastoni e poi pelli di animali tesi e quindi percussioni la musica ha sempre accompagnato la danza fin dai primordi.
Sheraconunabbraccio
tachimio
Sicuramente mia cara. Grazie per il tuo commento molto gradito.Isabellalatuaamica
Rebecca Antolini
una volta la danza era una vera arte… oggi e tutto cosi strano … alcune cose non hanno più nulla d’affare con la danza… cara Isabella abbi una buona giornata Bussi Pif, Tatanka e Gianni
tachimio
Come hai ragione cara Pif.
Rebecca Antolini
😉 … buon fine settimana cara Isabella ❤ Bussi
tachimio
Anche a voi di cuore.
Rebecca Antolini
grazie ❤
tachimio
PS Baci a tutti. Isabella
Rebecca Antolini
anche da noi a te tanti Bussi 😉
tachimio
Un abbraccio circolare cara Pif che comprende tutti e tre.
Rebecca Antolini
quanto sei cara … ❤
lemieemozioniinimmaginieparole.
Molto interessante carissima Isabella .
Un affettuoso abbraccio .
Sereno giorno ❤
tachimio
Serena sera cara Franca. Un sorriso e un caro saluto. Isabella
lemieemozioniinimmaginieparole.
Buongiorno Isabella un abbraccio ❤
tachimio
Ore dieci e trenta pausa caffè. Baci.
lemieemozioniinimmaginieparole.
Giornata di corsa… niente caffe per me … adesso tutto relax… baci baci ❤
Omar Arcobaleno
Grazie carissima per queste informazione…
Buona giornata a te, Un abbraccio, Omar
tachimio
Ciao carissimo Omar. Grazie. Buona serata. Isabella
newwhitebear
veramente interessante è questo primo post sulla storia della danza e le sue implicazioni sociali.
Aspetto con curiosità la seconda parte.
Un sereno pomeriggio
Un abbraccio
Gian Paolo
tachimio
Con ritardo sono comunque qui. Spero che la seconda parte ti possa piacere come la prima carissimo Gian Paolo.Grazie. Bacino preserale. Isabella
newwhitebear
non lo metto in dubbio che anche la seconda parte sarà all’altezza della prima.
Bacino serale
Gian Paolo
tachimio
Ti stringo forte. isabella
newwhitebear
Lo sento
tachimio
Son contenta
newwhitebear
anch’io
tachimio
A domani. Serena notte. Isabella
newwhitebear
Sogni d’oro. A domani
tachimio
Buongiorno caro Gian Paolo
newwhitebear
sereno pomeriggio, Isabella
tachimio
Anche a te mio caro amico, grazie. Isabella
newwhitebear
bacino del preserale.
tachimio
Un sorriso.
newwhitebear
notte
Nicoletta De Matthaeis
Ottima rassegna. Grazie.
tachimio
Nicoletta cara grazie a te. Ti mando a breve una mail. Isabella
dimmibarbie
bellissimo post,di grande valore culturale 🙂
un abbraccio grande,
Barbara
tachimio
Ma grazie cara Barbara. Mi fai felice. Un bacione. Isabella
Nicola Losito
La danza è sempre stata un’occasione di aggregazione fra le persone, credo fin dalle origini della razza umana. Che poi sia stata perfezionata come scrivi bene tu nel post è un fatto che si ripete ancora oggi nei balli moderni. Io, essendo stonato come una campana, non eccello in questo campo, mi limito a muovermi aggraziato come un elefante… 😀
Nicola
tachimio
Ma se tu nel muoverti come un elefante assomigliassi ad Elenphanchine nel film ”Fantasia”, potrei anche perdonarti caro Nicola.Un abbraccio e grazie. Isabella
Nicola Losito
No, purtroppo io sono un elefante vero… ahahahah.
Nicola
tachimio
Simpaticone !!!
Rosemary3
Post davvero interessante, Isabella: è sempre un piacere leggerti!
Un caro saluto
Ros
tachimio
Sono felice tu abbia apprezzato. Appena posso pubblicherò la seconda parte.Grazie della visita. Un abbraccio
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