<< Il mondo mediterraneo fino all’affermazione della supremazia romana, era molto eterogeneo. Ciascun popolo si differenziava anche e soprattutto per le abitudini alimentari e conviviali. E quando Roma si rafforzò in potenza , essa diventò un crogiolo di razze dove uomini diversi, provenienti da tutti gli angoli del mondo allora conosciuto, s’incontravano mescolando gusti e abitudini a tavola. Inoltre qui vivevano, tutti coloro che portati come schiavi da lontani paesi ,erano divenuti pedagoghi ,coppieri, cuochi riversando nella vita di tutti i giorni,le loro abitudini comprese quelle alimentari. A Roma s’incontravano così tutte le culture, le mode, e le cucine del tempo ed essa assorbì tutti questi influssi, ma ne fece anche una cernita. Perciò, alla fine, fu soltanto lei, con i suoi gusti e le sue scelte, a dire l’ultima parola; e la sua influenza impose il suo modo di vita nel resto dell’impero. Le notizie che si hanno sull’alimentazione e i banchetti romani sono molte e ci vengono soprattutto da scrittori, poeti , e storici latini a partire dagli autori dei Trattati di Agricoltura, il più antico tra i quali , Catone il Censore, scrisse tra il III e II secolo a. C. e ci lasciò ottime ricette di cucina, dove ingredienti e dosi, metodi di cottura possono venire utilizzati anche oggi. Più tardi i poeti iniziarono a raccontare e descrivere momenti conviviali tra amici, fastosi banchetti offerti dagli imperatori. Il raffinato Petronio dedica una parte del suo Satyricon al banchetto di Trimalcione che viene rappresentato mentre scimmiotta l’imperatore e la sua corte. Giovenale ci racconta di un gigantesco rombo regalato a Domiziano da un pescatore, che non trovando una pentola adatta a contenerlo , provocò una sessione straordinaria al Senato che decise di far fare un tegame su misura per cucinarlo. Plinio il Vecchio ci racconta di pane e frutta mentre Varrone e Columella ci descrivono i vari impianti zootecnici, tra i quali , molto interessanti, quelli dei piscinarii, così chiamati i proprietari di allevamenti di pesci. Anche gli storici ci raccontano cose simpatiche in materia. Da Sparziano apprendiamo qual’era il piatto preferito di Adriano: il tetrafarmaco. Una pietanza che consisteva in un involucro di pasta dolce nel quale venivano rinchiuse carni di fagiano, lepre e cinghiale. Plinio il Vecchio ci racconta di come Tiberio adorasse i cetrioli, tanto che i suoi giardinieri avevano inventato delle serre, coperte da vetri e montate su ruote, per sfruttare al meglio il sole e farglieli avere così tutto l’anno. Preferiva a cibi costosi radici e verdure ed era ghiotto anche di pastinache, un tipo di carote che faceva venire appositamente dalla Germania dove crescevano le migliori. Apicio era un famoso e ricchissimo gastronomo che si rovinò per la sua tavola. Egli era capace di armare una nave e solcare le acque del Mediterraneo per cercare di procurarsi gamberi di dimensioni fuori del normale. Così fece quando seppe che quelli libici lo erano davvero. Ma ahimè l’informazione si rivelò infondata e tornò quindi amaramente indietro. Come conseguenza di tali follie il suo patrimonio, che per altri sarebbe stato principesco,si ridusse per lui ad una cifra tale, inadeguata ( sempre secondo lui ) al tenore di vita al quale era abituato. A questo punto preferì offrire una cena memorabile, mise del veleno nell’ultima coppa di vino e terminò la sua vita su di un letto tricliniare, come era a lui più congeniale. Questo, secondo Marziale, fu il suo più notevole atto di golosità. Di Apicio si parlò molto, tanto da entrare nella leggenda. Esiste un libro di ricette, scritto da altri , all’interno del quale ci potrebbero essere alcune sue ricette. Il De re coquinaria ( ”Sulla cucina” ) che scritto in latino tardo, nel IV secolo d.C contiene molte ricette e sembrerebbero riunite scegliendole da vari testi. Sicuramente alcune ricette sono tratte da testi di cucina greci e latini andati perduti ed ecco quindi l’importanza di tale testo , l’unico pervenutoci ed al quale fare riferimento per la cucina antica.>> Ho riletto questo articolo, che giudico molto interessante, prendendo dalla mia libreria la rivista ” ARCHEO-attualità del passato” sfogliandola come faccio spesso, anche con altri libri e riviste che ho in notevole quantità, ogni volta che mi diletto nello ”spolvero quotidiano”. Spero abbia interessato anche voi e vi aspetto alla prossima dove parlerò di Pompei ed Ercolano.
fonte: <<Archeo- attualità del passato >> articolo di Eugenia Salza Prina Ricotti dicembre 1988
Donatella
Adoro la storia antica, soprattutto quella di Roma… quakche anno fa ho acquistato il trattato di cucina di Apicio e sono rimasta stupita nel vedere con quale disinvoltura i nostri antenati mescolavano dolce e salato… ciao Isa, ti abbraccio, bravissima ♥
tachimio
Cara Donatella ,grazie. Sai, anni fa, mi capitò di partecipare con mio marito e degli amici ad un banchetto in una casa sull’Appia antica a Roma, offerto per far conoscere il cibo usato dagli antichi romani a degli ospiti inglesi di mia suocera. Ti dirò che fu un’esperienza indimenticabile, divertente e ottima dal punto di vista ”culinario”. Ricordo che ci misero in testa delle corone di alloro e gustammo pietanze ottime dal gusto particolare. Gli antichi romani mia cara, sapevano già cucinare molto bene. A presto Isabella
Leonardo Ricciardi
Affascinante argomento…. se ti piace approfondire il tema della cucina tardomedievale / rinascimentale, ti consiglio il libro “Il Banchetto” di Orazio Bagnasco, dove la trama si svolge sullo sfondo di memorabili pranzi nobiliari, con tanto di ricette e glossario a fondo libro
tachimio
Grazie per il suggerimento.Vedrò di leggerlo. Isabella
primula
Ho letto con vero interesse. La cucina è un fatto culturale, è innegabile.
Non sono un’esperta di Storia antica, aspetto quindi il tuo prossimo post su Pompei e Ercolano.
Mi sono anche molto divertita a leggere l’aneddoto raccontato da Giovenale sul rombo regalato a Domiziano e sulla seduta straordinaria del Senato convocato appositamente per far fare un tegame su misura per cucinarlo. Prima testimonianza di legge ad personam!! 🙂
Molto interessante. 🙂
A presto cara Isabella.
Un abbraccio e buona serata
Primula
tachimio
Sono argomenti affascinanti e a volte anche divertenti quelli che riguardano gli antichi romani. E poi la cucina all’epoca non era niente male. Un bacio Isabella
sentimental
Buongiorno, cara Amica
Il cibo è sempre stato ” argomento” prima di sopravvivenza, poi di raffinatezza e sapori
Un post piacevole e importante
La cucina ha sempre messo d’accordo anche i palati più scorbutici e rissosi
Ti auguro un felice week-end
Affettuosamente
Gina
tachimio
Eh già, e poi non è da trascurare anche il lato conviviale della cucina. Quando ci si ritrova insieme attorno ad un tavolo, il piacere di trovarsi riuniti e condividere buona cucina e chiacchiere fa sempre bene.A presto. Isabella