Oggi vorrei parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, prendendo spunto dai discorsi molto ”pomposi” ma ripetitivi della signora Boldrini, presidente della Camera e quindi rappresentante delle istituzioni.In ogni suo profferire non sento altro che parlare di ”diritti”.Vorrei ricordare che essi sono in realtà sempre accompagnati dalla parola, non senza senso, ”doveri”.Questi ultimi sono in effetti secondo me, quelli capaci di far diventare un popolo veramente democratico. I doveri indicano sempre un percorso etico di comportamento, laddove, i soli diritti, non servono allo scopo. I ”doveri” al plurale, partono da un”dovere” primario che è il più giusto ed etico di tutti e cioè il rispetto, da cui deriva subito dopo l’educazione. Non è quindi tanto il diritto ad essere rispettati quanto il dovere di rispettare.
Se tutti noi si partisse da questo concetto non esisterebbe prevaricazione nè tantomeno ingiustizia sociale. Non esisterebbe quel disinteresse per l’altro che è alla base dell’invocare sempre
e comunque ”diritti”che ognuno rimarca in situazioni o comportamenti.Non dimentichiamo che il rispetto reciproco fa sì che la maggioranza rispetti sì la minoranza, ma che altrettanto quest’ultima non dimentichi il ”dovere”di rispettare a sua volta la maggioranza. Per concludere ricordo che anche il grande Mazzini parlava dei doveri come qualcosa di utile per una crescita individuale etica e responsabile.